Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


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sapendo che la felicità non è una meta,
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Messaggi del 12/02/2017

La Genesi

Post n°528 pubblicato il 12 Febbraio 2017 da hieronimusb

La Bibbia è un libro strano, parla di storia, parla di religione, parla soprattutto di umanità!
Nel sentirla leggere in chiesa alla domenica nessuno si aspetterebbe di trovarci brani fortemente erotici, come il cantico dei cantici, o storie di donne libere che hanno usato la loro femminilità per salvare il popolo di Israele, come Giuditta.
Difficile anche pensare che la madre di Salomone , Betsabea, fosse un'adultera e che il grande Re David, quello di Davide contro Golia, avesse fatto in modo che il legittimo marito della donna morisse in battaglia per poterla sposare dato che era rimasta incinta e che la donna si era rifiutata di giacere con il legittimo marito per coprire una gravidanza indesiderata.

La Bibbia può essere letta come un grande romanzo epico e popolare, con atti di coraggio ed altri di vigliaccheria, ci sono i buoni, ci sono i cattivi e, come succede nella vita reale, talvolta il confine è molto, ma molto labile.
Parlando di uomini e donne ci sono momenti di erotismo sapientemente mescolati alle storie, come la relazione tra Salomone e la Regina di Saba, due persone estremamente potenti, ma in fondo un uomo ed una donna che si fanno incantare dalla notte e dalla luna e non è difficile immaginare la pelle d'ebano della regina e quella più chiara del Re, la loro passione, il loro profumo , il loro respiro che infine genererà nuova vita.

Ci sono molti che leggono la Bibbia aprendola a caso, leggendone un versetto per cercare risposta alle loro ansie o alle loro domande, io la leggo per poter pensare, per offrire qualcosa alla mia mente quando i suoi giri viziosi mi portano in fondo al mio stare male.
E così stasera mi sono perso nel libro terzo della Genesi, quello che parla della cacciata di Adamo ed Eva dall'Eden.
A differenza di molti altri, la Genesi è un libro allegorico, non può essere ovviamente considerato storico, anche se molti lo prendono alla lettera, ma a me piace pensare che sia il frutto di infinite tradizioni orali, rimaneggiate, arricchite, modificate ed infine trascritte poeticamente da qualcuno che le ha fissate in un libro.
Come tutte le allegorie esistono delle letture a più livelli, la fiaba può sottendere qualcos'altro,può essere un modo poetico per raccontare qualcosa altro che è il vero insegnamento, la vera tradizione.

Nella cacciata dell'Eden vi trovo due chiavi di lettura, la prima si riferisce all'infanzia dell'uomo, la seconda all'infanzia dell'umanità,

Il secondo capitolo della Genesi termina con l'uomo e la donna nudi e felici nel giardino.
La nudità è un simbolo di innocenza, di assoluta naturalezza, nudo significa semplice, senza copertura. é la condizione del bambino appena nato e, che ancora nei primi anni di vita vive la nudità senza vergogna, ed è la condizione degli animali in natura. Gli antichi ominidi vivevano in uno stato naturale come tutti gli altri animali.
L'uomo e la donna, Ish e Isshah, (non ancora Adamo ed Eva, perchè il nome verrà loro dato nel momento della cacciata dall'Eden), sono dunque innocenti come bambini , o come animali, lo stato primordiale dei nostri antenati.

Il terzo capitolo inizia con la tentazione della donna ad opera del serpente.
Il serpente ha sempre stimolato la fantasia popolare, è sempre stata una creatura fortemente simbolica  in alcuni casi si pensava che potesse dare la sapienza o addirittura l'immortalità, il suo veleno è in grado di uccidere, ma anche di guarire,. era dunque fortemente legato alla vita ed alla morte. La capacità di cambiare pelle e rinnovarsi lo rendeva simbolo di rinascita.
La rinascita , tra tutti gli animali, uomo compreso,  avviene attraverso l'atto sessuale , ecco dunque che il serpente diventava simbolo di sessualità, di fertilità , di fecondità ed in sostanza di immortalità e come tale era venerato da molti popoli, alcuni con diffidenza come Apophis per gli Egizi o i Cananei, ma anche come un vero e proprio dio di vita come Quetzacoatl per gli atzechi o per i Maya.

Non è dunque strano che al serpente ,"il più astuto tra tutti gli animali", in ebraico nahash (seduttore),  sia stato affidato il compito di tentare la donna e la tentazione avviene su un punto cruciale, l'essere simile a Dio, essere in grado di distinguere il bene dal male.

Il serpente convince dunque la donna e questa convince l'uomo, (alla donna è servito un Dio per cadere in tentazione, all'uomo è bastata una sua pari) ed entrambi mangiano del frutto che permetterà loro di distinguere il bene dal male, diventando in questo simili a Dio, che era l'unico, che fin dal principio riusciva a vedere cosa era bene.

Deve essere esistito un momento, nella storia dell'evoluzione umana, in cui i nostri antenati si sono fermati a riflettere sul concetto di bene o male, in cui sono passati dall'istinto al ragionamento, in cui coprirsi il corpo non era più soltanto una questione di temperatura, ma diventava un modo per affermare la propria unicità, la separazione dagli altri. erano nudi l'uomo e la donna nella loro intimità, ma un muro di stoffa o pelli li separava dagli altri.

Allo stesso modo esiste un momento in cui il bambino inizia percepire la differenza tra il bene ed il male, cosa che fino a quel momento era una caratteristica dei genitori.
Una delle prime manifestazioni è il senso di vergogna per lo stato naturale,la pipì, la cacca, ma soprattutto la nudità.

La percezione del bene e del male nell'uomo e nella donna dell'Eden, si traduce nella percezione della propria nudità e nel desiderio di coprirsi.
Se ricordiamo che nudo significa semplice, ecco dunque che la nuova consapevolezza comporta una perdita della semplicità e dunque dell'innocenza, l'uomo consapevole non può essere innocente, proprio perchè ha la conoscenza del bene e del male e questo lo obbliga a comportarsi di conseguenza, esattamente come il bambino che  crescendo assume sempre più responsabilità che lo allontanano dall'Eden dell'infanzia.
Indietro non si torna! Una volta acquisita la conoscenza del bene e del male si è fuori dall'Eden per sempre, non è possibile tornate indietro, c'è un cherubino con la spada fiammeggiante a sbarrare la strada.
Una volta che si è diventati simili a Dio, non è più possibile ritornare semplici animali , nella seconda chiave di lettura, quella evolutiva, il momento in cui abbiamo avuto la consapevolezza di essere uomini, abbiamo varcato una soglia.
L'essere consapevoli ci ha portato a conoscere anche la differenza tra gioia e dolore, tra riposo e fatica.
In questo sono da leggere le maledizioni di Dio al serpente, alla donna ed all'uomo.
Il partorire con dolore, la fatica del lavoro, lo strappare alla terra quanto prima si trovava allo stato naturale sono esempi della consapevolezza.
Tutti gli animali partoriscono con dolore, è un fatto fisiologico, ma non ne sono consapevoli, non sanno attendere quel momento con gioia e preoccupazione.
Anche il fatto di diventare agricoltori e poi allevatori iniziando ad essere attivi anzichè semplici raccoglitori costituisce il passaggio tra l'inconsapevolezza dell'animale e la consapevolezza dell'uomo.
Ma è anche il modo in cui l'uomo mette in pratica l'idea che Dio ha espresso nel secondo capitolo della Genesi, "ecco io ti darò il controllo su tutta la terra e tu ne avrai cura".
Ma allora, quella di Eva è stata davvero una ribellione o piuttosto non è stata strumento privilegiato del progetto di Dio?

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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