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Il mio primo acido libro. Questo blog ne è la continuazione

 

 

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Lettera al fidanzato

Post n°10 pubblicato il 25 Gennaio 2012 da tagliatrentotto
 

E' quasi tempo di andare a vivere assieme. Con te mi sento al sicuro. In fondo rientriamo anche noi in quella categoria di coppie disilluse truffate frequentatrici di alberghi a quattro stelle, ma pur sempre easy e al passo coi tempi, che finiscono per comperare una cucina Ikea direttamente dal sito. E purtroppo la cucina è già in consegna, lasciando così poco tempo residuo alla mia vita da bachelorette. Avevo voluto fino all'ultimo che la nostra casa potesse essere un luogo ameno dove si respirano candele Diptyque e sesso primitivo, e la sala da pranzo fosse un tromp l'oeil cartonato dove cucinare e mangiare sono solo splendide utopie. Con rubinetti asciutti e polli arrosti che non ungono mai, avremmo fatto impazzire architetti di grido, avant-gardisti belgi, ma anche quel cazzo di slow food. Ecco, questo è il rifugio ideale per una che mangia solo pickles in salamoia. Ma tu sei un uomo veneto, e vuoi aprire forni e scomparti e trovarci dentro il tuo pranzo. Mi perdoneresti la cucina useless se almeno io ancheggiassi un pò di più i miei skinny jeans attraverso la camera da letto. Che botta di culo leggere nella tua fidanzata quel non so che di velina sarda, per scoprire che invece di stacchetto era un cornetto. E non capisco perché ancora speri nelle sexy movenze da femme fatale quando il mio asso nella manica per arraparti sono cementizie tute da ginnastica con le chiappe vuote. Sarebbe terribilmente inutile riempire quelle chiappe. Mi hanno insegnato a scuola che un uomo ti sceglie solo se somigli a sua madre, così ha la certezza che potrà essere un putel a vita. Ed è risaputo che le mamme italiane per cena mettono in tavola tutto un supermercato ben cucinato e saporito, e traggono grande orgoglio da questo somministrare scaloppe e amore al proprio figlio maschio, che non si alzi mai dal suo posto se non ha pulito il piatto! Sono frange di apprensione, devozione e gelosia che compongono la mistica del rapporto madre-figlio e che gettano una luce obliqua su di me, ragazza da takeaway e sentimenti liofilizzati.
Ho sbirciato di persona il frigorifero di tua madre e sono corsa lontano. Ho visto fiumi di charcuterie in azione. Lì dentro c'erano interi cicli di vita di galline e maiali, mentre io posso solo conservare un ovo sodo alla volta in una tasca a scomparsa. Pareciare una tola qui in Veneto è una fine arte racchiusa nel galateo locale e nel convivio di famiglia.  Il cabernet stempera ogni crisi economica della piccola-media azienda e tiene unite le generazioni. Saltellano le orecchiette. Ammazziamo la selvaggina con piacere e non rifiutiamo neppure una gotta leggera. Una madre non dimentica mai uno stinco neanche quando è stanca. Una madre ha sempre un brodino pronto. Il cibo in fondo è donna. Ma è difficile per una fidanzata con due prugne poter compensare tante materne fiammate e slanci culinari. E così, se non saprò fare da mamma al mio figliolo adulto, sarò certamente cornuta oltreché impiegata. Se non saprò prendermi carico del ménage domestico, tornerò di nuovo single, e poi di nuovo Punkabbestia, e poi di nuovo di sinistra. Ma forse è giusto per un uomo ritenere che la sua donna debba saper amare in tanti modi. Così io ho imparato a geishare di brutto per sembrare perfetto marriage material. Spesso seguo i tuoi consigli, se mi chiedi di essere un pò più spirituale io mi metto ad ascoltare Like a prayer di Madonna con un rosario tra le mani e lo sguardo rivolto al cielo. Oppure ti cucio un calzetto, mi pitto la bocca di rosso, indosso un grembiulino con le ruches e sotto solo le mie tette. 
 
Gli ingegneri sembrano sempre dei cancri abbastanza stabili e mansueti, e di solito non fanno a pugni con la mia tappezzeria, ma sono certa che tu invece vivi. Sono certa che odi il tofu e spazzeresti via le mie piccole calorie con un manrovescio ben assestato. Lo so che vorresti pisciarmi sopra quando faccio l'intelletuale, poiché in realtà sono un coacervo di pandemonio e pane alle olive che poco si adattano a persone colte e civili. Dici di amarmi alla follia e che ti viene duro quando mi incontri sul divano, ma quando il tuo impeto hot sbatte contro le mie insalate spente, si spegne anch'esso a poco a poco, e tutto il resto si moscia. Eppure io posseggo questa immensa qualità di saper esistere tra gatta morta e donna che non mangia, un equlibrio che richiede una certa bestialità interiore e una buona dose di carisma, ma sembra che tu non te ne accorga. Non mi credi capace di miagolare, ma solo di grugnire, e di farmi un sacco di nemici con i miei rutti animaleschi. Mi riconsegneresti volentieri la mia vita abusata, solo con qualche kilo in più, perché fosse più dolce, più rotonda e sessualmente frenetica. Ecco, se le mie cosce fossero piene ed attraenti tu avresti prodotto un anello di diamanti già nel 2005. E non pensiate a gambe snelle, scattanti e toniche, quelle sono anatomie inventate dalle donne moderne che marciano per la carriera, ma che per un maschio non fanno molta strada. Immaginate la morbida carne.
 
Certe volte fai finta di rimanere imbrigliato nei miei discorsi ipocalorici e mi porgi mozzarella. Meglio abituarsi in fretta ad una donna che non è per niente tua mamma. In cuor tuo sai già che un digiuno è un mostro potente, che quelle diavolerie Weight Watchers formano una lobby inattaccabile perché tutte sotto le cento calorie, e che forse è il caso di farsi trascinare dalla corrente dei vuoti alimentari piuttosto che fare la guerra. Le domeniche non c'è mai la faraona. Al prosciutto crudo manca il grasso. E tu non sai perché mi hai preso. Ma è un tipico atteggiamento da ingegnere quello di non porre mai obiezioni e di commettere omicidi perfetti solo verso la fine.
Ti accontenti di vivere incolume. Incolume di fianco ad una ex-bulimica le cui abbuffate leggendarie, fino a non molto tempo fa, terremotavano ogni intenzione di serata trash di fronte ad un televoto. Incolume nonostante gli umori sinistri causati dalle immagini che mi ritorna lo specchio: la caduta dei tessuti, la cellulite, ed una quotidianità isterica. Incolume e fiducioso nel sesso a tre, quelle rare volte in cui non penso al cibo. Ma forse tu non sai che un uomo, una donna ed una dieta fanno una ricetta per un catastrofico ménage a trois. 
Una ragazza di campagna, saldamente cattolica almeno fino alla prima comunione, non sempre diventa una brava casalinga, e il dubbio può spappolare questi teneri progetti di vita a due. Forse tu preferiresti essere incontinente piuttosto che convivente, e guarda che anche io ho sempre avuto in mente la millefoglie e non certo un destino di moglie. 
 
La coppia moderna che acquista Ikea è sempre formata da un maschio tonto e una figa anoressica. Accettalo, per favore, perché io ammazzerò la tua identità di uomo veneto con due tovagliette veloci, un microonde ed un kebab

 
 
 
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