Creato da tagliatrentotto il 24/01/2012

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Il mio primo acido libro. Questo blog ne è la continuazione

 

 

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Orfani

Arriva un momento in cui noi ragazze lasciamo l'università. Niente anno sabbatico, cerchiamo subito lavoro. Spammiamo alle aziende il curriculum senza esperienze, dove il nostro potenziale e l'hobby del giardinaggio sono tutto. Se potessimo davvero scegliere, vorremmo che nel nostro libretto di lavoro ci fossero solo società quotate in borsa con uffici talmente grandi dove l'eco amplifica le vendite a dismisura e i colleghi non si incontrano mai. Nel nostro libretto dovrebbe fare capolino almeno una S.p.A. diretta da manager in giacca e cravatta che mai e poi mai si farebbero scappare dalla bocca qualche famoso venetismo come Diocan, se i guadagni non impennano. Qui in campagna invece ci sono ancora tante società di persone, di carne e sangue. Le S.n.c sono nate e cresciute dalle case dei contadini, direttamente dai garage dove una volta si tagliavano le tavole di legno. Basta guardarsi intorno, qualche villetta negli anni Ottanta ha partorito un'aziendina famigliare dove oggi lavorano Bepi e i figli. Miracoli economici di qualche metro quadro. Le zone industriali sorgono proprio dietro a casa e in mezzo c'è l'orto, se proprio dovesse andare male col tornio. Queste sono le ditte individuali di cui ti puoi fidare, quelle dove il padre si improvvisa anche padrone, quelle dove il padrone prima o poi ti fa da padre. Ti fidi del padrone quando dice che i dipendenti sono dei figli. Quando si è una famiglia si naviga meglio in mezzo alla crisi e non ci si divide se cala il fatturato. Un padrone può divorziare, come ha fatto il mio che ci aveva preso gusto per le ragazze dell'est, ma l'azienda e i dipendenti rimarranno la famiglia a vita, le corna non c'entrano. Le Electrolux e le spa troppo cresciute invece minacciano tagli al personale, e solo il fantasma buono della C.G.I.L. che improvvisamente appare per le strade dei distretti industriali può ricucire le ferite. Quando le multinazionali stanno male si liberano in un battibaleno della parte malata, del settore che non rende, con uno zac. Non c'è famiglia che tenga. Il sindacato locale viene a raccoglierne i pezzi e a seppellirne la morale troppo globale, e tu finisci a picchettare assieme ai colleghi strappati dal libro paga, il libro più bello che c'è, finché c'è scritto il tuo nome.
Nella nostra famiglia metalmeccanica tutto è filato liscio finchè piovevano gli ordini e c'era da mangiare per tutti. Eravamo figli dello stesso capitale, magazzinieri e centraliniste. Il mio nome stava saldo sul libro paga e lo stipendio ogni mese aveva la stessa puntulità del ciclo, senza darmi quei fastidiosi brufoli sul mento. Tutti ci volevamo bene, noi fratelli nati dalla stessa linea di produzione. Il padrone ogni tanto mi urlava nelle orecchie che non valevo una sega, ma tant'è, io mi vendicavo aprendo profili falsi su Facebook, uno per ogni giornata INPS passata su quel cazzo di scrivania con la laurea in tasca ( e da lì non è mai uscita). Non ho mai pensato di cambiare parenti e farmi adottare dall'Electrolux, dove non avrei mai avuto un nome, ma solamente un numero di matricola, e poi, per i miei diciott'anni, anche la tessera oro della C.G.I.L. Non ho mai provato a tradire i parenti mandando un cv galeotto alla Veneta Cucine, florida azienda di Biancade, in cui si narra di meravigliosi fuori busta elargiti a brevi mano, tutto esentasse. Ero sicura che ce l'avremmo fatta a superare la crisi, la mia famiglia ed io. Non mi è mai passato per la mente che l'aver spesso rotto i coglioni al lavoro, e l'aver più volte pianto sui miei passati disturbi alimentari e i vari runaway boyfriends, potesse incrinare il rapporto col padrone. No. Un padrone veneto non licenzia mai i suoi dipendenti e non fa tagli al personale che non siano sotto forma di parole laceranti o altre motoseghe su come svolgi il tuo lavoro. Non si libera di te neanche se ti fai ore ad inventarti facce diverse sui social network -StefaniaMissPadania o PercoraNera.
Finchè non sono arrivati i cinesi - così ha detto il mio padrone - a copiare il duro lavoro dei veneti. Noi non abbiamo mai brevettato niente in tanti anni di vacche grasse. Il disegnatore tecnico schizzava i particolari metallici che poi finivano in macchina, pronti ad essere stampati. I cinesi -così ha detto il mio padrone- hanno preso i pezzi migliori e li hanno rifatti, un pò più tozzi, lunatici, ma in grado di fotterci una fetta del mercato.
Quando non ci sono più soldi un padre abbandona i suoi figli. E non te lo dice in faccia, ma lo capisci da atteggiamenti poco genitoriali, come l'accordarti improvvisamente troppa libertà, libertà di andartene altrove. Un giorno è giunta da noi la C.G.I.L di Conegliano, la stessa che ha fatto rimpiangere all'Electrolux di Susegana di avere tanti esuberi. Ho subito riconosciuto le facce cazzute della FIOM, gente che è abituata a tamponare il sangue che fuoriesce dai tagli. Mi sono detta Finiremo tutti massacrati come in Electrolux, ho visto gli operai morire per le strade per mancanza di lavoro. Ma no, niente paura. Venivano per annunciare la cassa integrazione, che è un pò come un padre adottivo che prima o poi entra nelle vite di tutti noi, specie quelle lavorative.
Ma se i cinesi continuano a copiare sai che presto sarà il tuo turno di restare orfana.
E' Natale. Trovi una lettera di licenziamento sotto l'albero. Ci dispiace doverle comunicare che l'azienda si vede costretta a ridurre il personale. Il sangue continua a sgorgare. Non hai più un padre. Che strano, dicono che il Natale vada sempre passato in famiglia.

 
 
 
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