Versi da mare
Su un oceano di scampanellii repentina galleggia un'altra mattina
NELL'ACQUA BASSA
Riuscire con la pazienza
a non voler recuperare
il tempo perduto.
Allungare i piedi
anche, e l’acqua era bassa,
oltreché tempestosa.
Superare i conti
delle cose buone
bruciate
nel fuoco della purificazione
o no?
E ritrovarsi a giurare insieme
fede a qualche cosa,
o da soli,
ma resiste a condensarsi in una lacrima
poggia non i piedi, le ali,
sul mare, riflesse
l’albatro
che sta per ingoiarti, così come sei,
muta,
non più profonda.
Ringrazio Andrea per il bellissimo disegno sopra
e il mio Valerio, per avermi trovata
« La filosofia dell'amore | Com'è triste aspettare » |
Io pronuncio il tuo nome
nel buio delle notti,
quando vengono gli astri
a bere nella luna
e dormono i fogliami
delle fronde nascoste.
E io mi sento vuoto
di passione e di musica.
Pazzo orologio, canto
antiche ore morte.
Io pronuncio il tuo nome,
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
E più lontano di tutte le stelle
e più dolente della pioggia quieta.
Ti amerò come allora
prima o poi? Quale colpa
dimora nel mio cuore?
Se la nebbia sfuma,
che altra passione attendo?
Sarà tranquilla e pura?
Le mie dita potessero
disfogliare la luna!!
Granada, 10 novembre 1919
("Se le mie mani potessero disfogliare" Federico García Lorca)
Yo pronuncio tu nombre
en las noches oscuras,
cuando vienen los astros
a beber en la luna
y duermen los ramajes
de las frondas ocultas.
Y yo me siento hueco
de pasión y de música.
Loco reloj que canta
muertas horas antiguas.
Yo pronuncio tu nombre,
en esta noche oscura,
y tu nombre me suena
más lejano que nunca.
Más lejano que todas las estrellas
y más doliente que la mansa lluvia.
¿Te querré como entonces
alguna vez? ¿Qué culpa
tiene mi corazón?
Si la niebla se esfuma,
¿qué otra pasión me espera?
¿Será tranquila y pura?
¡¡Si mis dedos pudieran
deshojar a la luna!!
Granada, 10 de Noviembre de 1919
("Si mis manos pudieran deshojar" Federico García Lorca)
"POESIE D'AMORE" Federico García Lorca - Passigli Editori. Traduzione: Valerio Nardoni
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