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L'Italia, il Bel Paese degli insoddisfatti

Post n°71 pubblicato il 14 Giugno 2011 da tanguerocortes
 
Foto di tanguerocortes

E’ arrivato il giorno degli esami, quelli di maturità, un appuntamento che stavolta non ha visto protagonisti gli studenti dell’ultimo anno di scuola superiore ma i milioni di italiani chiamati alle urne per decidere, con un referendum abrogativo, se mantenere o cancellare alcuni articoli di legge aventi oggetto argomenti scottanti quali la gestione dell’acqua, il nucleare e il legittimo impedimento.

Dopo mesi di raccolta firme, di verifiche, di attesa nel conoscere le sentenze dei ripetuti ricorsi giuridici, di battaglie fuori e dentro l’aula parlamentare, di strumentalizzazioni varie fra i partiti di Governo e di opposizione, finalmente il duro lavoro dei Comitati promotori, dei singoli privati (ci tengo a sottolinearlo) delle Associazioni e delle Organizzazioni di Utilità Sociale è stato premiato.

La mia idea su ciò che sta succedendo in queste ore in Italia, pertanto, è la seguente:

a)  gli italiani, soprattutto del ceto medio e medio-alto, hanno uscito fuori le unghie quando si sono toccati argomenti tipo il nucleare e il legittimo impedimento. Il ceto medio o medio-basso, invece, non ha gradito principalmente l’argomento gestione privata dell'acqua

b)   la maggioranza della gente si è stufata di ciò che viene detto in tv o scritto sui giornali di questo o quel partito. Con questi strumenti tradizionali di propaganda c'è davvero poco spazio per il dissenso vero, quello senza censura

c)    hanno stravinto i movimenti che si sono organizzati tramite internet e in special modo con i social network (es. facebook) perché si è avuta un’interazione più immediata tra le varie parti che per mesi hanno potuto confrontare, promuovere o bocciare certe idee senza particolari “inquinamenti” creati da uomini di apparato politico

d)    il popolo italiano ha sancito il fallimento dell’operato della propria rappresentanza parlamentare (non dell’istituto della rappresentanza in quanto tale, come detto erroneamente da qualcuno di mia conoscenza). La nostra rimane sempre una Repubblica parlamentare secondo lo schema bicamerale, con una buona Costituzione che andrebbe solo in minima parte adeguata ai tempi, in cui al popolo è concesso, a certe condizioni, di esercitare un po’ di democrazia diretta con uno strumento, il referendum, per confermare o abrogare articoli o leggi di rilevante interesse pubblico

e)     non è vero che ha vinto questa o quella coalizione di partiti, così come non è vero che ha perso solamente il PdL o la Lega. La verità sta sempre nel mezzo, come dice il vecchio saggio: hanno vinto gli insoddisfatti di destra, di sinistra e di centro. Proprio un Bel Paese di insoddisfatti.

 

E’ stata una bella battaglia vinta quella referendaria, ma è stata dura. Quasi non potevo credere ai risultati che arrivavano man mano tramite internet. Ho visto tanta gente commuoversi per il risultato finale e oggi è bello godersi la festa. Ma da domani, però, saranno davvero cavoli amari per noi italiani con un Governo sempre più instabile che sarà chiamato ad una verifica di maggioranza durissima nella terza settimana di giugno, con la mancanza di un vero leader di opposizione che raccolga tutti i consensi ottenuti dalle recenti amministrative e referendum che altro non sono che l’evoluzione e la sommatoria dei movimenti nati dai girotondini, disobbedienti, Beppe Grillo, Popolo Viola, Comitati vari per il bene collettivo, ONLUS, ecologisti etc….  Pensiamoci bene. Chi può guidare adesso il nostro Paese nel prossimo futuro? Si sono bruciati tutti: Bertinotti, Mastella, D’Alema, Prodi, Casini, Buttiglione, Bonino, Bindi, Berlusconi, Fini, Veltroni, Rutelli, Fassino, Bossi. Anche Bersani e Di Pietro per metà sono bruciati pur facendo simpatia ancora a molte persone. Un Governo di tecnici veri con a capo Draghi non lo vedo fattibile perché lui andrà alla BCE e adesso non è il momento politico giusto. Andrà a finire quindi che tireremo a campare con Berlusconi ancora per un po’. L’importante è, come disse tempo fa Andreotti, che non si tirino le cuoia. :-)   

 
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