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Un blog creato da anniewest il 17/10/2005

Il viaggio

Il viaggio da Kamakura a Kyoto dura dodici giorni: se viaggi per undici e ti fermi quando ne manca uno solo, come puoi ammirare la luna sopra la capitale?

 
 

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FILASTROCCA DELLE DIFFERENZE

Post n°68 pubblicato il 23 Agosto 2007 da anniewest
Foto di anniewest

Dice la mamma bianca:
- Arriva l’uomo nero vucumprà
Ti mangia e se ne va.
Dice la mamma nera:
- Arriva l’uomo bianco col gippone
Ti mangia in un boccone.
Fa la mamma italiana:
- Arriva l’albanese col cartello
Mangia te e tuo fratello.
Fa la mamma albanese:
- Arriva l’uomo bianco poliziotto
Ti mangia crudo e cotto.
Quanto a me, sono bianco
E ho amici colorati.
Ci sediamo di fianco
E mangiamo gelati

 
 
 

CIO' CHE NON HA POSTO

Post n°67 pubblicato il 13 Agosto 2007 da anniewest
Foto di anniewest

Tutto cominciò un giorno, quando l'ordine e l'accurata organizzazione furono rotti da un'iniziativa presa a fin di bene: cambiò posto alla chiave della cantina.
Non la ripose più sulla mensola del telefono (posto troppo affollato, in effetti), ma la riparò nella cassetta dove raccoglieva le bollette appena pagate.
Quale calcolo o arcano pensiero l'avessero condotta a un simile cambio non è dato sapere, ma questa azione si perse presto nel sottoscala della memoria.
Qualche giorno dopo imboscò il resto di una spesa nella tasca di una giacchina blu di cotone.
Ma fu solo alla sesta settimana, quando sparì anche il telecomando del televisore (e non fra le fauci dei cuscini del divano) che la situazione sfuggì completamente di mano. Ogni cosa non fu più al suo posto da quel momento: il pettine finì sui libri dell'ultimo scaffale della libreria, la forbice preferì la compagnia delle piante tra i vasi del balcone, il telecomando del cancello fuggì sotto un sedile della macchina, il cellulare (ovviamente spento) si perse tra le bustine di lievito in cucina, la penna stilografica andò in letargo, non si sa bene come, sotto il materasso, un cacciavite si insinuò tra le forchette ... insomma ogni cosa spostò il suo domicilio altrove.
Così cercava invano un oggetto per giorni poichè indispensabile per un lavoro che aveva deciso di fare e lo ritrovava settimane dopo, visitando altri luoghi, quando ormai non serviva più.
Imparò allora il significato del termine "duttile", quando cominciò ad utilizzare le cose di cui disponeva sul momento per scopi diversi da quelli per cui erano state progettate. Non cercò più gli oggetti spariti, si adattò alla situazione e scoprì nuovi usi e nuovi modi di vedere le cose e questi punti di vista cambiavano in continuazione, così come cambiavano le organizzazioni e gli ordini interni.
Fu proprio questa perdita di controllo che diede ragione al vecchio assioma "di necessità virtù", per cui niente era più indispensabile nella sua vita e men che mai permanente.
Non fu più indispensabile andare a letto per dormire, non dovette necessariamente accendere la tv per non pensare, ma soprattutto non restò più alcun motivo di rabbia e frustrazione dal momento che ogni problema o contrattempo duravano il soffio di un respiro.
Anche le emozioni avevano iniziato a cambiar posto rapidamente.

 
 
 

Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 31 Luglio 2007 da anniewest
Foto di anniewest

El nino que canta flamenco duerme debajo de un puente, en el camino del cementerio.
El nino que canta flamenco vive con algo parecido a una familia gitana, con algo en lo que, cada uno de los miembros que la forman, se las agencia come mejor puede, con una libertad y una autonomia absolutas.
El nino que canta flamenco se moja cuando lleuve, se hiela si hace frio, se achicharra en el mes de agosto, mal guarecido a la escasa sombra del puente: es la vieja ley del Dios del Sinai.
El nino que canta flamenco tiene un pie algo torcido; rodò por un desmonte, le doliò mucho, anduvo cojeando algùn tiempo....

(La colmena, Camilo Josè Cela)

 
 
 

PARTITA

Post n°65 pubblicato il 29 Luglio 2007 da anniewest
Foto di anniewest

Amava nuotare più di qualunque altra cosa, anzi amava farsi cullare dal mare per essere più precisi. Eh si, perchè il suo "nuotare" era piuttosto un valicare le onde con calma e metodicità.
E poi la pelle bagnata dall'acqua sembrava più lucida, più nitida, più protettiva e coriacea.
Così si allontanava in mare aperto, là dove si perdono le tracce di altri umani, là dove il rumore diventa un vociare lontano, là dove ti segue la solita raccomandazione: "Stai attento, che il mare tradisce anche i pesci, ti porta lontano e non ti fa più tornare"....
Il dubbio c'era, un pizzico di timore pure, ma la voglia di giocare era più forte.
Così nuotava in mezzo al mare, si girava e li guardava. Così come si guarda un pianeta da un'astronave, così come si guardano gli altri bambini dall'altalena, così come si guarda il traffico dall'alto di un balcone... senza una spontanea voglia di scendere.
Che stonata la linea del litorale vista da lì fuori! Case disorientate, senza un'ordine di altezza e colore, figlie dell'abuso edilizio.
Mondo costruito, occupato, consumato versus mondo originario, sopravvissuto, amareggiato = 1 - 0
Poi si era girato di 180° verso il largo dove l'azzurro prendeva la sua rivincita occupando ogni minimo spazio e il rumore delle onde esprimeva logorroicamente la sua protesta.
"Un'ora di più per questo ritorno, un'ora ancora"
Mondo ritrovato, compreso, desiderato versus mondo senza scampo, invasore, destinato = 2 - 1


 
 
 

A ROSY

Post n°63 pubblicato il 19 Luglio 2006 da anniewest

La guardava con gli occhi di chi non ha mai visto cosa più bella e lei era bella veramente ai suoi occhi perchè gli aveva salvato la vita.
Una bellissima espressione del Talmud dice: "Chi salva una vita, salva il mondo intero".
Da quel giorno a lui era stato permesso di conoscere il mondo intero.
Aveva esplorato in lungo e in largo ogni esperienza che si presentava alla sua mente golosa.
Era così bello svegliarsi al mattino con la prospettiva di vivere appieno un giorno nuovo e in quel giorno, inutile a dirsi, ritrovava sempre lei.
Aveva avuto bisogno di un pò di tempo per conoscerla e conoscere la sua anima, ma aveva ottimi requisiti per capire l'animo femminile.
All'inizio bastava osservare per imparare regole e riti quotidiani, ma qualcosa era stato pur chiarito a tu per tu.
Lei lo aveva accolto e in quel momento gli aveva detto: "Ecco la tua nuova casa".
Già solo per questo, se non vogliamo contare la vita salva, lui aveva sentito che non poteva che contraccambiare con un amore incondizionato. Era stato facile e naturale.
Per questo non si stancava di starle vicino, di ricevere le sue carezze, di accompagnare le sue rabbie e i suoi momenti "no" non solo con pazienza, ma con amore.
In fondo pare che la vera felicità, come l'amore, non si nutra mai di aspettative.
Lei a volte lo guardava con ammirazione perchè pensava che lui avesse capito il segreto della vita, che custodisse in sè capacità che lei pensava di non avere.
"Ma che cosa mai può mancare ad una donna che salva il mondo intero?" pensava lui con semplicità e ovvietà.
Non ci accorgiamo mai delle "cose illuminate" quando camminano accanto a noi, ma quando si allontanano, il buio torna a sorprenderci. E così, otto estati e otto inverni eran passati da allora, fianco a fianco, e presto fu evidente che lui non avrebbe potuto restarle ancora accanto, suo malgrado.
Quando lei si era resa conto che una separazione era imminente, non potè più trattenerlo.
Parlare di tristezza non renderebbe giustizia a ciò che avevano condiviso negli ultimi istanti, era stato vero dolore.
Lei era lì vicino, con la voglia di coccolarlo, con il desiderio che lui non morisse, con la voglia di salvarlo. 
E lui la guardava e, mentre il respiro lasciava il passo alla quiete, pensava: "Un mondo intero da salvare non basta per il cuore di alcune donne!"

 
 
 

SONO TORNATA

Post n°62 pubblicato il 26 Giugno 2006 da anniewest

Avrei voluto dirti quanto mi sei mancato.
Mi chiedo quanto sarebbe stato pesante il tuo silenzio mentre decidevi se credermi.
Avrei dovuto scriverti, avrei dovuto telefonarti..... magari mandarti una cartolina.
So che mi hai aspettato.
Mi han detto che venivi sempre al porto a scrutare tra la folla che scendeva dalle navi, ma stavi nascosto, nell'ombra, quasi a spiare il mio ritorno.
Sono trascorsi giorni, poi mesi, poi anni, ma tu hai atteso che tornassi e che parlassi.
Quando ti ho visto nel vicolo ho capito che in realtà non tornavo, perchè non ero mai andata via dal tuo cuore....
Non so quello che dirò fra poco, forse ti spiegherò quanto mi sei mancato, ma nel frattempo lascia alla tua Penelope il tempo di trovare la via di casa.

 
 
 

Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 25 Maggio 2006 da anniewest

ricordi d'infanzia:
-  l'estate in cortile con la mia bicicletta rossa ...
-  la notte in silenzio a guardare le stelle con la mamma ...
-  io e Pluto a mangiare le crostate con la marmellata ...
-  a casa col morbillo mentre guardo i film di fantascienza alla TV ...
-  con il naso schiacciato contro una vetrina, incantata a guardare Pinocchio di legno ...
-  andare a scuola con tanta neve ...
-  il mio libro di fiabe giapponesi ...

 
 
 

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 22 Maggio 2006 da anniewest
Foto di anniewest

nel bosco ....

 
 
 

L'ULTIMO SERVIZIO

Post n°59 pubblicato il 09 Aprile 2006 da anniewest

"Ma tu quanti anni hai?"
"90"
"Sicuro?"
"Beh, mi piacciono le cifre tonde e la memoria non mi consente di ricordarne di più"
"Sono tanti, comunque!"
"Non ti preoccupare di questo, io li tollero bene. Ho buona salute, riesco  a cucinare cose semplici e la vista mi concede di leggere ancora qualche articolo di giornale"
"Si, non posso negartelo, non te la passi male"
"E poi posso ancora essere utile a qualcuno, no?"
"Certo, certo, potresti accompagnarmi e tenermi questa?"
"Con piacere, bella signora! Ma devi proprio portarla con te questa falce?"

 
 
 

Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 23 Marzo 2006 da anniewest

Tempesta d'autunno
tempesta e rumore
entrambe oscurano la luce del sole
finchè non si ferma
e rimane incantata a guardare
il lento camminare
del vento sul mare...

 
 
 
 

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