Vita e Anima

E' consuetudine per me ormai, quando il lavoro me lo permette, andare a prendere i miei bambini all'uscita dell'asilo. Si sono piccoli, tutti e due.
Una giornata verso il normale oggi, dato che sto assorbendo i postumi della mia lunga assenza. Apparentemente normale, fino alle quindici, ovvero a partire dalla domanda che mi ha fatto la mia bambina:
- Papā, cos'č la guerra?
- Tesoro mio, la guerra č una cosa brutta, una cosa per cattivi.
- Ma é vero che fa male, che si muore?
In quell'attimo mi č venuto in mente, non chiedetemi il perchč, Generale di De Gregori, e le ho risposto:
- Si, fa tanto male, anche se qualcuno dice che la guerra č bella.

Lei ride perchč non sa spiegarsi, mentre il fratellino razzolava tra le cinture di sicurezza e il seggiolino del sedile posteriore, ed io con una mano cercavo di farlo stare fermo.
Lei ride, con tutto il suo candore e la sua innocenza, non sa spiegarsi come fa ad essere bella una cosa che fa male.
Io rido, con lei, ma in fondo non le ho risposto. Anche il piccolo ride, si associa alla nostra risata.
Confesso che mi sono trovato completamente impreparato, imbarazzato, spiazzato da quella semplice domanda. Ancora, a distanza di ore, ci sto pensando, e le mie perplessitā aumentano.

Ma č stata proprio quella risata a farmi capire tante cose. Paradossalmente, dal candore della bambina ho colto una risposta a tante mie domande: a volte č inutile cercarsi tante giustificazioni, girare intorno a concetti, riflettere su tutto e il contrario di tutto, quando la risposta ad un problema č palese ed evidente davanti a noi!

Una buona serata, a chiunque passi a abbia avuto l'amabilitā di leggere fino in fondo.