L’arte non necessita solo di supporti tele e oggetti, o persone e un museo specializzati, all’uopo destinati.
Come non luogo, l’arte non ha residenza e dunque l’ha ovunque, ovunque si tracci un segno, si realizzi un’azione che trasforma il pensiero in atto.
Un non luogo
è anche un luogo eterotopico, per definizione, non storico, non antropologico, surmoderno: una linea di attesa, quando ci si ritrova davanti ad essa a recitare una parte che implica il rispetto delle regole, un manicomio tutti “i matti, tutti in fila davanti al carrello delle medicine come zombie”, un cyberspazio , aggiungo, “in relazione con tutti gli altri luoghi – come spiega Michel Foucault, il sociologo francese, che conia la definizione – ma con una modalità che consente di sospendere, neutralizzare e invertire l’insieme dei rapporti che sono da essi stessi delineati, riflessi e rispecchiati“.
Alcuni “scatti” ci rendono quel che siamo agli occhi dell’eternità.
Luca Tesconi, ad esempio, scatto dopo scatto, ha indagato l’animo umano più controverso, sofferto e labile nelle “case dei matti” ed è entrato negli ex manicomi d’Italia, in un “Non luogo”, appunto.
Che ci piaccia o no, il fotografo reitera l’Arte
l’arte dei matti
arienpassant
Commentare sarebbe come togliere quella sedia. Inflazionare quanto hai scritto e rovinare tutto. Sporcarlo.
dy
grazie per questa delicatezza …