Aprile 2019: Stone Temple Pilots – CORE (1992)
Data di pubblicazione: 29 settembre 1992
Registrato a: Rumbo Recorders (Los Angeles)
Produttore: Brendan O’Brien
Formazione: Scott Weiland (voce), Dean DeLeo (chitarra), Robert DeLeo (basso, cori), Eric Kretz (batteria)
Tracklist
Dead & bloated
Sex type thing
Wicked garden
No memory
Sin
Naked Sunday
Creep
Piece of pie
Plush
Wet my bed
Crackerman
Where the river goes
“Una volta era sesso, droga e rock’n’roll,
oggi è masturbazione, crack e Madonna”
(Scott Weiland)
Qualcuno li ha definiti “la più grande truffa” dell’epoca del grunge. Osannati in Patria e detestati nel resto del mondo, gli Stone Temple Pilots difatti sono rimasti schiacciati dall’impatto veemente della musica dei Nirvana, ma anche dal furore epico dei Pearl Jam o dei Soundgarden. Tuttavia questo però non gli ha impedito di dire la loro in un’epoca di profonda trasformazione, e di ribadire la netta importanza del caro vecchio hard rock, fatto della classica formazione chitarra-basso-batteria.
Core è il loro primo album e si tratta di un disco completo, di impatto, particolare ed estroso. Non si può negare che nelle sonorità degli Stone Temple Pilots riecheggino velleità di altri gruppi, quali nello specifico Soundgarden e Alice in Chains, ma ciò che non è da discutere è la presenza di ottime performance hard-rock che graffiano l’orecchio e poi ti martellano in testa…
Dead & bloated e Piece of pie potrebbero essere canzoni dei Soundgarden, mentre Wicked garden degli Alice in Chains prima maniera, e Plush sembra provenire da Ten dei Pearl Jam, mentre e nella ballata Creep affiorano memorie nirvaniane. Tuttavia i Nostri si divertono anche a miscelare i vari stili, eseguendo, come nelle addizioni a più fattori, le più possibili permutazioni: Sex type thing mette insieme Kurt Cobain ed Eddie Vedder, e Sin avvicina quest’ultimo a Layne Staley, e Where the river goes ci rimanda a Chris Cornell e via dicendo. Soltanto il rock’n’roll di Crackerman dimostra una vaga derivazione street-metal.
Scott Weiland ha una brutta voce che tende forse ad imitare i suoi beniamini, ora Layne Staley, ora Eddie Vedder, talvolta anche Chris Cornell, Kurt Cobain e perfino Mark Lanegan, dimostrando una buona versatilità vocale.
Qualcuno nel definirli derivativi forse voleva dire che erano “copioni” fino all’osso e, per quanto siano famosi, probabilmente nulla hanno aggiunto alla storia del rock che non si fosse detto già, al contrario di altri gruppi californiani nati in quel periodo (i Kyuss o Tool, tanto per citarne alcuni), anch’essi avversi alla tendenza musicale tipica del luogo, lo street-metal, ma molto più originali e innovativi del gruppo in questione. Ciò non ha tolto però agli Stone Temple Pilots il merito di aver detto la loro in quell’epoca, e seppur Core non sarà un capolavoro del genere, resta un’opera di tutto rispetto di quel periodo