Giugno 2019: Neneh Cherry – RAW LIKE SUSHI (1989)

Raw like sushi

 

Data di pubblicazione: 5 giugno 1989
Registrato a: Hot Night Studios, Abbey Road Studios, Cherry Bear Studios, Power Plant Studios, Sam Therapy, Blackwing Studios, Eastcote Studios, Matrix Studios, Slam City (Londra)
Produttore: Tim Simenon, Mark Saunders, Cameron McVey, Johnny Dollar, Nick Plytas, Alvin Moody, Vincent Bell
Formazione: Neneh Cherry (voce, programmazioni), Phil Chill (programmazioni, beats, cori), Nellee Hooper (vibrafono), Jerod (chitarra), Alvin Moody (beats), Nick Plytas (programmazioni), Jeff Scantlebury (bongo), John Sharp (programmazioni), Tim Simenon (programmazioni), Dynamic Duo (programmazioni), Mark Saunders (beats), Will Malone (programmazioni), Sandy McLelland, Charm Armstead, Cameron McVey, Claudia Fontaine, Gordon Dukes (cori)

 

Lato A

 

                        Buffalo stance
                        Manchild
                        Kisses on the wind
                        Inna City Mama
                        The next generation

 

Lato B

 

                        Love ghetto
                        Heart
                        Phoney ladies
                        Outré risqué locomotive
                        So here I come
 

Per me fare musica riguarda tutta la vita
(Neneh Cherry)

 

La musica da ballo viene quasi sempre stupidamente etichettata come qualcosa di “inferiore”, forse perché diversamente da altri generi, non spinge molto a “pensare”, a “riflettere”, ma a lasciarsi andare. Come se tutto questo fosse un male… Ma da che mondo è mondo, la musica da ballo riflette un animo popolare molto pregno di grandi significati, dove confluiscono le anime delle varie culture, e dove queste si mescolano in un rapporto di reciproca fratellanza. Pertanto alla luce di questo, non solo è legittimo fare giusta luce su questo aspetto del pop, ma nello stesso tempo andare a vedere quali sono le peculiarità recondite in questa forma artistica.
In particolare, nel corso degli anni ’80, gente come Madonna o i tardi New Order, hanno saputo riportare la giusta attenzione su qualcosa che potesse avere un certo peso. E tra questi si inserisce senza ombra alcuna Neneh Cherry, artista svedese, figlia di un percussionista della Sierra Leone e di una pittrice svedese. Già nei suoi natale Neneh Cherry è destinata a far fondere due culture decisamente lontane: quella del sole arido delle savane africane e quello algido del profondo nord Europa. Ma Neneh Cherry si è posta come uno dei protagonisti assoluti della musica dance di fine anni ’80, elevando allo stato di arte un genere che lambiva l’hip hop di fine decennio, ammiccava alla sensualità sfrenata di Madonna, e attraverso ritmi irresistibili e sonorità modaiole, anticipava in qualche modo quel trip hop che i Massive Attack definiranno da lì a qualche anno.
In particolare Raw like sushi, il suo disco d’esordio, pubblicato sul finire degli anni ’80, rappresenta una sorta di manifesto programmatico della corrente artistica che Neneh Cherry stava contribuendo a formare. Questo disco mette insieme una serie di canzoni trascinanti ed elevate da un alto tasso sensuale, sorta di ibrido tra le sonorità estatiche nordiche e i ritmi ossessivi e sostenuti africani.
Il disco viene aperto dalla scarica adrenalinica di Buffalo stance, che mette insieme tanto le incursioni ghettizzate dei Beastie Boys, quanto le divagazioni dance dei New Order. Si va dal rap al pop con una disinvoltura da far invidia alla Madonna di fine decennio. Si prosegue con l’estatico trip-hop di Manchild, che prepara il terreno per molte cose dei Massive Attack, mentre Kisses on the wind sembra risentire un po’ di quello spirito che all’epoca esplodeva nella cosiddetta corrente di Madchester, e che in qualche modo ritroveremo in Don’t fight it, feel it dei Primal Scream. Inna City Mama invece riprende ritmiche afro filtrate attraverso sonorità dance, e The next generation invece si addentra decisamente nella cultura africana per un irresistibile ballo tribale.
Il secondo lato si apre con il soul dance di Love ghetto, mentre Heart si riallaccia ad alcune cose che in quel momento stava facendo Michael Jackson, cercando di coniare un pop maturo ed aperto a qualsiasi influenza. Phoney ladies invece risente ancora delle trame trip-hop, ma si apre ad un afflato corale. Outré risqué locomotive invece si lancia in una serie di ritmi irresistibili, e si chiude con il funky sensuale alla Prince di So here I come.
Raw like sushi resterà quindi un classico del R&B a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, importante e influente. Neneh Cherry otterrà il successo planetario con 7 seconds, cantanta con Youssou ‘N Dour, e potrà nello stesso tempo vantare collaborazioni importanti, come la partecipazione alla colonna sonora di Until the end of the world di Wim Wenders. Pubblicherà altri due album altrettanto buoni, come Homebrew e Man, per poi dedicarsi ad altri progetti paralleli, e altre collaborazioni (tra le quali citiamo quella con i Gorillaz di Damon Albarn in Demon days), salvo poi tornare a pubblicare dischi a suo nome nel 2014 col sorprendente Blank project. In tutte queste incarnazioni ci troviamo a che fare con un’artista dal talento impressionante e capace di fondere culture diverse, e riuscire a conciliarle col potere della musica, da sempre espressione di armonia e di pace. Non è cosa da poco!

Giugno 2019: Neneh Cherry – RAW LIKE SUSHI (1989)ultima modifica: 2019-06-20T07:28:48+02:00da pierrovox

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