Ottobre 2019: King Crimson – IN THE COURT OF THE CRIMSON KING (1969)

King Crimson - In the court of Crimson King

 

Data di pubblicazione: 10 ottobre 1969
Registrato a: Wessex Sound Studios (Londra)
Produttore: King Crimson
Formazione: Ian McDonald (voce, flauto, sassofono, clarinetto, vibrafono, tastiere, mellotron), Robert Fripp (chitarre), Greg Lake (voce, basso), Michael Giles (voce, batteria, percussioni), Peter Sinfield (testi)

 

Lato A

 

                        21st century shizoid man
                        I talk to the wind
                        Epitaph

 

Lato B

 

                        Moonchild
                        The court of the Crimson King
 

La musica è il vino che riempie il calice del silenzio
(Robert Fripp)

 

In the court of the Crimson King è una vera e propria pietra miliare del rock progressivo, e in un certo senso lo si può considerare come il disco che inaugura una stagione importantissima, quella del progressive, che marchierà il sound dei primi anni ’70. Il concetto stesso delle sue composizioni travalica i confini del rock, almeno come era conosciuto fino ad allora, attingendo direttamente dalla tradizione del jazz e addirittura dalle partiture classiche, costituendo un ponte tra diversi generi.
E mentre nell’Inghilterra di fine anni ’60 si spegnevano gli albori beat dei Beatles, che ormai vivevano da separati in casa, e i Rolling Stones si apprestavano a celebrare il funerale dell’ideologia hippie in quel di Altamont, emergevano nuove consonanze in grado di generare un nuovo ordine musicale, idealista e tendente alla sperimentazione pura, dove ci si poteva dilungare in lunghe e riflessive suite, cercando di far amoreggiare diversi stili tra di loro. In tutto questo trova posto il genio conclamato di Robert Fripp, chitarrista fantasioso ed eclettico, che col gruppo getta le basi per qualcosa che riflettesse umori e indicasse nuove vie.
Ed è così che l’iniziale 21st century schizoid man risulta qualcosa di totalmente spiazzante, elettrizzante: composizione frenetica e rumorosa, aggressiva e lancinante, eppur si lancia in una sorta di suite distorta, con suggestivo delirio chitarristico e ossessivi sax furibondi. Fa da contraltare la primitiva e genesiaca I talk to the wind, con tanto di flauto e tappeti jazz in primissima linea, che conferisce al disco un’aura fiabesca, surreale. Di una bellezza struggente! Chiude il primo lato l’enfatica e suggestiva Epitaph, capolavoro sinfonico, col mellotron in primissima linea, e un crescendo epico e apocalittico.
Il secondo lato si apre con le suggestioni psichedeliche di Moonchild, per poi dilungarsi in una suite futuristica, divisa in momenti jazz, rumorismi vari, campanellini, giri di basso. Si chiude il disco con l’enfatica The court of the Crimson King, fondendo tanto il jazz col rock, quanto antiche tradizioni medievali in un sinfonismo classico di surreale e magica bellezza.
Come detto in apertura, In the court of the Crimson King è una vera e propria pietra miliare della storia del rock, unica nel suo genere, e ancora fervida di intatta attualità sia sonora che stilistica, riflettente gli umori schizofrenici dell’uomo del ventunesimo secolo.

 

In the court of the Crimson King potrebbe essere l’album di rock progressivo più influente mai pubblicato
(Edward Macan)

Ottobre 2019: King Crimson – IN THE COURT OF THE CRIMSON KING (1969)ultima modifica: 2019-10-14T13:49:54+02:00da pierrovox

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