Sfogliando l’inserto del Corriere della Sera IO DONNA del 15 luglio 2017 mi sono imbattuto nell’articolo CIAK; COME FARE FUORI LA MAMMA, di Costanza Rizzacasa.
Sono rimasto sconcertato. Penso che sia giusto parlarne. Questo è il mio commento. A voi la palla……
Questione di lana caprina?
Forse.
Ma le prove sono concrete.
In effetti l’animazione pullula di orfani, e non solo l’animazione; anche il cinema con attori.
Viene davvero il sospetto che qualcosa della figura materna disturbi registi ed autori .
Può darsi che si tenda un pò ad esagerare, come, a mio parere, nel caso di Toy Story.
Nè mancano eccezioni: voglio segnalarne altre
LA CARICA DEI 101
GLI ARISTOGATTI
IL RE LEONE
ma in definitiva mi schiero con la fumettista Sarah Boxer.
Nel suo libro LA NATURA DEL PREGIUDIZIO Gordon Allport segnalava che spesso il cinema ritraeva le minoranze etniche come stereotipi e raramente come individui.
Allora il cinema è causa o effetto?
Comunque sia è sintomo di quella sinistra “invidia dell’utero”?
Sebbene non sia troppo raro che anche il padre muoia o manchi,condivido quanto scritto sulla pellicola GLI INCREDIBILI, forse il miglior film della PIXAR.
Credo che la figura dei genitori sia maschio che femmina sia molto tutelante nel caso di un minore o un figlio ,quindi perciò dico che la morte di uno o entrambi faccia un pò crescere l’individuo e i colpi di scena come nella vita reale ,nelle favole fanno riflettere e insegnano molto.
La delusione della perdita dei genitori è come nei cartoni anche nella vita reale, la prova che alcuni stereotipi tendono a eliminare la figura più debole e fragile e ad esempio può essere la madre e soprattutto per le donne un po in tutti i punti di vista sono discriminate e maltrattate o uccise.