Non vorrei che quelli che sbraitano perché vogliono tornare a una vita normale pensino che, aprendo tutto, la normalità torni come per miracolo. Non è che solo voi volete tornare alla normalità. Lo vorremmo pure noi. La differenza tra noi e voi è che noi abbiamo capito che per guadagnare 500 o 10.000 euro oggi o per uscire domani a fare l’aperitivo, guadagneremo zero per i prossimi tre-sei-dodici mesi e faremo il prossimo aperitivo in terapia intensiva. Per farvi capire il punto vi faccio un riassuntino:
-tutto aperto “in sicurezza”. La sicurezza non esiste, perché nei locali o nelle discoteche all’aperto gli untori possono fare una strage di contagi.
– a quel punto i contagi aumentano, inevitabilmente. Si può far finta di nulla per un po’, far crescere la curva e continuare come se niente fosse. Tutti al cinema e in birreria. “Non possiamo smettere di vivere!”. Benissimo.
– a un certo punto il tasso di ospedalizzazione dei contagiati con sintomi implode. E non implode poco a poco, ma in un brevissimo tempo, come un’eruzione vulcanica dei giorni di Pompei.
-a quel punto gli ospedali vanno in affanno. Non reggono l’onda d’urto. Molti reparti vengono convertiti a reparti Covid, il personale viene assorbito per curare i pazienti Covid e chi soffre di altre patologie rischia di andarsene al Creatore perché non c’è più nessuno che possa curarlo.
-se tuo marito, tua moglie o tuo figlio che apre tutto “e ‘sti cazzi dobbiamo vivere” si sente male per un infarto o un’ischemia e l’ospedale più vicino è saturo, poi non saranno i due letti rimasti liberi in un nosocomio fatiscente a cento chilometri di distanza a salvarlo.
– in tutto ciò, di fronte a migliaia di morti al giorno, con malati a casa e con le varianti del virus che si stanno facendo largo, passa la voglia a tutti di uscire a farsi l’aperitivo.
Pensate che aprire tutto sia una strada percorribile? Accomodatevi pure. Poi ci fate sapere quanto e per quanto tempo ancora durerà la vostra normalità.
La nostra normalità rischierà di essere questaultima modifica: 2021-03-01T21:59:06+01:00da
Tutto giusto, se potessi sottoscriverei ogni parola. Oggi però ho dovuto pagare, in serie: affitto, luce e varie tassettine di contorno del mio bar. Oltretutto ho anche dovuto provvedere alla spesa per la mia famiglia.
E da questo conto ci voglio tenere fuori le uscite extra di cui in questo momento, ovviamente, stiamo facendo a meno. Ora, la domanda è abbastanza semplice: se sto chiuso e nessuno viene da me, chi ci pensa a tutte queste spese? Non so se mi conviene morire più di covid o di fame.
Tu hai perfettamente ragione. Ma ti ricordo che lo Stato ha previsto 600 euro al mese per le partite Iva, il blocco degli affitti e una compensazione sulla perdita di fatturato per le attività commerciali. Non è che siamo stati completamente abbandonati. E di fame difficilmente moriremo. Ciao e in bocca al lupo.
Scusa..ma sei consapevole di quello che hai scritto??
Ci sono famiglie intere che lavorano nel campo della ristorazione…quindi secondo te dovrei chiudere la mia attività per far comodo a te??
Ho letto i tuoi post e molte volte condivido quello scrivi ma adesso ho avuto una sensazione di nausea…..scusami!
Sono una che si fa il “culo” dalla mattina alla sera e vede la sua attività andare in fumo.
Ripeto: i sussidi e gli aiuti economici per chi è in difficoltà in Italia ci sono sempre stati. Ma se pensate che questi ammontino a 5.000 euro al mese come quando avevate il ristorante aperto, allora siete fuori strada. Siamo come in una guerra. E come in tutte le guerre bisogna abituarsi anche a sopravvivere. E’ già tanto che il governo non stia chiudendo tutto per lockdown. Questo brutto momento prima o poi passerà. Ma se continuiamo a fare assembramenti e feste nei locali, non ne usciremo più.
Rimborsare minimo 60% del fatturato perso…dare 600€ davvero vergognoso ( pensare che chi percepisce recitò di cittadinanza prende molto più di 600€…molti di loro non sanno cosa significa lavorare)…
Il problema non è il reddito di cittadinanza: il problema sono i furbi che non ne avrebbero diritto e lo percepiscono lo stesso. Non è un problema politico, ma di controlli. Anche se poi, chi viene beccato a fare il furbo (e sono stati tantissimi), rischia fino a 6 anni di carcere per truffa allo Stato. Consolati!
Pure le imprese che evadono le tasse per milioni di euro e che si fregano i soldi degli appalti pubblici non sanno cosa sia il lavoro. Basta vedere ciò che è successo con il ponte Morandi.
Per quando mi risulta una impressa seria ed onesta difficilmente parteciperà nei appalti pubblico !!! Sapendo che sarebbe la sua morte ;-(
Condivido tutto: anzi, sono dell’idea che sanità ed economia vadano di pari passo. Senza salute, in isolamento, ospedalizzati o in terapia intensiva non si può pensare alla ripresa economica. Per contro, però, esiste una fetta rilevantissima e cospicua di italiani senza ristori o , come si dice oggi, sostegno, da ormai un anno. E di mangiare c’è bisogno. Fino ad oggi lo Stato è stato latitante. Quindi, a maggior ragione, tutto il mio disprezzo verso chi nega la pericolosità e vuole il tutto aperto in nome di uno spritz o di una festa o di tutte quella miriade di attività non prioritarie.