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Ascari: I Leoni d' Eritrea. Coraggio, Fedeltà, Onore. Tributo al Valore degli Ascari Eritrei.

 

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L'Ascaro del cimitero d'Asmara.

Sessant’anni fa gli avevano dato una divisa kaki, il moschetto ‘91, un tarbush rosso fiammante calcato in testa, tanto poco marziale da sembrare uscito dal magazzino di un trovarobe.
Ha giurato in nome di un’Italia che non esiste più, per un re che è ormai da un pezzo sui libri di storia. Ma non importa: perché la fedeltà è un nodo strano, contorto, indecifrabile. Adesso il vecchio Ghelssechidam è curvato dalla mano del tempo......

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Storia. Anni 1913-1914.

Post n°99 pubblicato il 02 Settembre 2008 da wrnzla

Fonte Testi: Cronologia.Leonardo.it

Storia. Anni 1913-1914.

LA GUERRIGLIA IN LIBIA
OCCUPAZIONE DEL GHARIAN, DI TARHUNA E DI BENI ULID
COMBATTIMENTO DI ASSABA - OCCUPAZIONE DI GHADAMES, BUNGEIM, MISDA E SOKNA - LA COLONNA MIAMI E L'OCCUPAZIONE DEL FEZZAN - COMBATTIMENTO DI SCEB, ESCHIDA E MAHARUGA - MURZUK

Mentre si combatteva la guerra balcanica, durava ancora, nonostante la pace di Losanna, quella libica.
Da parte della Turchia una vera e propria cessione formale della Libia all'Italia non era mai stata fatta, solo la rinuncia ad amministrarla e ad occuparla militarmente, anche se continuerà a mantenere alcuni presidi in Cirenaiaca e Tripolitania; e per rivalsa l'Italia non restituirà le isole del Dodecanneso e Rodi, e continuerà ad occuparle.

Dobbiamo inoltre aggiungere che la popolazione araba sia in Tripolitania sia in Cirenaica, non diedero per nulla il benvenuto alle truppe italiane che le avevano liberate dai turchi. Creando non poche difficoltà al governo italiano, costretto a mantenere un contingente di 50.000 uomini nella regione, che in pratica era poi solo Tripoli e alcune città costiere, quasi nulla all'interno.
Le spese militari che annualmente erano dal 1900 in poi costanti, annualmente di circa 250-300 milioni di lire, questi dodici mesi di guerra in Libia costarono 1 miliardo e 300 milioni, oltre diverse migliaia di vite umane

Ufficiali turchi, come abbiamo detto, erano rimasti in Tripolitania e in Cirenaica, altri vi tornarono, altri ancora vi furono inviati per organizzare e guidare la resistenza degli indigeni, i quali trovarono anche capi in avventurieri della propria razza e del proprio paese, tra cui acquistò grido e grandissima autorità SULEIMAN EL BARHUNI.

Continuarono pertanto gli attacchi alle difese italiane nelle zone costiere, continuò il contrabbando delle frontiere della Tunisia e dell'Egitto, continuarono le molestie da parte dei ribelli alle popolazioni che si erano all'Italia sottomesse e fu necessario organizzare colonne volanti di soldati metropolitani e di colore, e mandarle ad attaccare gli accampamenti dei nemici, a sorprendere i loro concentramenti, a catturare o a disperdere le loro carovane.
Non essendo sufficienti queste operazioni per debellare il nemico, si pensò di occupare stabilmente alcuni punti dell'interno. I primi balzi in avanti portarono all'occupazione del Gharian, di Tarhuna e Beni Ulid; il 23 marzo del 1913 il generale LEQUIO sconfisse ad Assaba, in un memorabile combattimento, i berberi condotti da Suleiman El Barhuni; quindi sottomise tutto il Gebel, spingendosi a Jefren, a Giado e a Nalut; sul finire dell'aprile il capitano PAVONI, alla testa di 500 ascari libici, occupò la lontana oasi di Ghadames.
Dopo queste fortunate operazioni, sembrò giunto il tempo di occupare il Fezzan. Mentre si preparava la spedizione, che doveva esser comandata dal colonnello MIANI, si precedette ad alcune operazioni preliminari: il 19 giugno del 1913 il capitano NEGRI, proveniente da Beni Ulid, occupò Bungeim; il 5 luglio una colonna partita dal Gharian occupò Mioda; il 22 luglio il capitano HERCOLANI GADDI proveniente da Sirte occupò Sokna, stabilita come punto di concentramento e di costituzione della colonna operante.

Il 10 agosto, la colonna Miani - 1 compagnia di ascari eritrei, 1 sezione mitragliatrici, 3 compagnie di ascari libici, 1 batteria da montagna cammellata su 4 pezzi, 1 reparto del genio, 1 sezione di sanità, 1 convoglio di viveri, acqua e materiali del servizio genio e sanitario e 1700 cammelli da soma e da sella- partì da Sirte e dopo 16 giorni, il 26 agosto, giunse a Sokna.

Compiuta la preparazione logistica e politica, il colonnello Miani con 1 battaglione eritreo, tre compagnie libiche, dieci pezzi da montagna, 1 sezione mitragliatrici, tutti i servizi accessori e un convoglio di 2000 cammelli lasciò Sokna il 4 dicembre. I1 10 sconfisse a Sceb un piccolo corpo nemico; il 13, dopo vivacissimo combattimento, mise in fuga una grossa colonna nemica che a Eschida gli sbarrava il passo; alcune ore più tardi occupò Brak e il 15 ricevette la sottomissione dei capi dei Mugarha e degli Hassaùna.

Il 23 dicembre, lasciato a presidio di Brak il capitano ROSSI con una compagnia libica e una sezione mitragliatrici, il colonnello MIANI, alla testa di 775 armati con 12 pezzi e mitragliatrici, mosse su Agar, dove passò la notte e il giorno dopo marciò su Maharuga. Prima di giungere in questa località la colonna incontrò il nemico, forte di circa 3000 uomini, che comandati da MOHAMMED ben ABDALLAH, assalì gli italiani durante la marcia, cercando di trarre tutto il profitto che poteva dal terreno a lui favorevole.
Un aspro combattimento fu ingaggiato, che, iniziato alle 9.30, durò fino alle 13. La colonna Miani, fornendo prova di valore, di spirito aggressivo e di mobilità, mandò a vuoto due pericolosi tentativi di avvolgimento del nemico, resistette superbamente con alcune compagnie al soverchiante numero dei beduini, quindi con un vigorosissimo contrattacco sgominò e mise in fuga i nemici, che persero una bandiera verde, abbandonarono i carichi dei loro cammelli ed ebbero 300 uomini uccisi, tra cui numerosi capi e lo stesso Mohammed ben Abdallah, e moltissimi feriti.

Le perdite italiane furono: il capitano degli ascari eritrei DE DOMINICIS morto; il capitano SEVERINI e i tenenti TERUZZI, FRACCHIA, CARRARA e MINELLA feriti; un sottufficiale italiano ferito; 18 ascari eritrei e 3 libici morti; 63 ascari eritrei e 12 libici feriti. In totale 103 tra morti e feriti.

Si distinsero nella battaglia il maggiore SUAREZ che con un vigoroso contrattacco impedì che il nemico avvolgesse il battaglione eritreo; le batterie Locurcio e Mondini; le compagnie libiche e sopra tutti gli ascari eritrei.
Alle ore 17 la colonna Miani giungeva a Maharuga e la notte stessa cominciavano a giungere offerte di sottomissione da parte dei capi dello Sciati occidentale, offerte che continuarono nei giorni seguenti. Il 21 dicembre i capi sottomessi furono riuniti a Maharuga e il 1° gennaio del 1914 avvenne con grande solennità la cerimonia della sottomissione.

Nel corso del gennaio MIANI ricevette la sottomissione dei capi di Murzuk, degli "uidian" Scerghi e Garbi e dell'Hofra e il 16 febbraio, con una colonna di mezzo migliaio di armati, mosse da Brak su Sebha, dove giunse il giorno dopo e fu raggiunto dalla compagnia benadiriana del capitano CORTICELLI, distaccata fino allora a Bir Mogalte. Il 26 febbraio, lasciati a Sebha cento uomini, il colonnello Miani partì per Murzuk e vi giunse il 4 marzo fra l'accoglienza entusiastica della popolazione.

"Con quest'ultima pacifica operazione - scrive Corrado Zoli - l'occupazione del Fezzan era un fatto compiuto. Il colonnello commissario ne aveva curato da allora l'ordinamento e l'organizzazione nel nobile intento di consolidare quel dominio, che la sua energia e la meritata fortuna delle sue armi avevano conquistato al Governo d'Italia".

 
 
 
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   Agli Ascari d'Eritrea 

- Perchè viva il ricordo degli Ascari d'Eritrea caduti per l'Italia in terra d'Africa.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare alla bandiera al corpo Truppe Indigene d'Eritrea.
- Due Medaglie d'Oro al Valor Militare al gagliardetto dei IV Battaglione Eritreo Toselli.

 

 

Mohammed Ibrahim Farag

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

Unatù Endisciau 

Medaglia d'oro al Valor Militare alla Memoria.

 

QUESTA È LA MIA STORIA

.... Racconterà di un tempo.... forse per pochi anni, forse per pochi mesi o pochi giorni, fosse stato anche per pochi istanti in cui noi, italiani ed eritrei, fummo fratelli. .....perchè CORAGGIO, FEDELTA' e ONORE più dei legami di sangue affratellano.....
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A DETTA DEGLI ASCARI....

...Dunque tu vuoi essere ascari, o figlio, ed io ti dico che tutto, per l'ascari, è lo Zabet, l'ufficiale.
Lo zabet inglese sa il coraggio e la giustizia, non disturba le donne e ti tratta come un cavallo.
Lo zabet turco sa il coraggio, non sa la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un somaro.
Lo zabet egiziano non sa il coraggio e neppure la giustizia, disturba le donne e ti tratta come un capretto da macello.
Lo zabet italiano sa il coraggio e la giustizia, qualche volta disturba le donne e ti tratta come un uomo...."

(da Ascari K7 - Paolo Caccia Dominioni)

 
 
 
 

 
 
 
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