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Stalking

Post n°323 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da shardana0

 

Può un uomo perseguitare la sua ex fino a rovinarle la vita? Sì, può se l'uomo é un demente, un violento, un essere spregevole. Questo é quanto emerge dal racconto di una donna di Genova perseguitata e minacciata da anni che invano ha presentato 20 denunce. L'uomo minaccio i suoi amici, i suoi genitori, ha tentato di investirla e ancora oggi non può vedere suo figlio. L'uomo si era licenziato per poterla controllare dal mattino alla sera, diceva che quella era la sua guerra e prima o dopo lei avrebbe perso.

Nonostante questo è ancora libero di avvicinarla, di farle paura. In Italia le donne in balia degli ex compagni sono condannate per tutta la vita, quando non vengono uccise prima.

La donna si chiede perché non esiste una legge che le tutela. Perché, anche nelle vicende come la sua, quando si ha la forza e il coraggio di denunciare, non cambia assolutamente nulla? Quasi mai le ragazze prigioniere di questa spirale hanno la forza di esporsi con nome e cognome, lei ha querelato quell'uomo almeno venti volte, ma i poliziotti le dicevano che non c'era niente da fare e nessuno è riuscito ad allontanarlo. Lei ha deciso di suicidarsi nel momento in cui ha pensato che tanto l' avrebbe uccisa lui.

Si lasciarono nel 2001 dopo otto anni di relazione e lui le disse subito che non era possibile. Lei cambiò alloggio e iniziò l'inferno. Le faceva anche duecentocinquanta telefonate in ventiquattr'ore. Poi l'appostamento davanti al portone, ogni mattina. Lei cominciò a capire che stavano precipitando in un abisso, pregava si trattasse d' una situazione estemporanea, la delusione d'un momento. Ma lui si faceva trovare pure alla sera. Lei ricorda la frase che ripeteva come un robot insieme ai soliti insulti: "Sarò la tua ombra, amami di nuovo tanto non ti libererai di me. Ho iniziato una battaglia e andrò fino in fondo"».

Lei per evitarlo si trasferiva tre-quattro volte all'anno, cercando di non farlo sapere a nessuno. E arrivò al punto di organizzare un trasloco durante il G8 del luglio 2001, sperando che in quel periodo non sarebbe riuscito a tenerla d'occhio. Da un condominio all'altro, se lo trovava sempre appresso. Si nascondeva vicino ai negozi dove faceva la spesa, appostandosi dall'alba pur di terrorizzarla. Maria Caterina Calzetta ha provato a frequentare uomini diversi ma finivano perseguitati, tutti, come e più di lei. Poteva procurarsi persino il cellulare dei loro genitori, per intimidirli. Oppure individuava il posto di lavoro dei miei partner, si presentava urlando e annunciava che avrebbe fatto una strage. Ovvio che nessuno abbia resistito. Lei ha ha trovato occupazioni in due diverse agenzie immobiliari e in altrettanti call center. Impiegava al massimo un paio di giorni per trovare il nuovo ufficio e il piano era sempre lo stesso: la linea telefonica intasata da decine di chiamate, la casella e-mail da messaggi farneticanti, il licenziamento. Era capace di entrare in casa e posizionare la biancheria sul letto per lanciare strani messaggi, ancora oggi si sveglia al minimo rumore.

Per strada camminava guardandosi continuamente intorno e un giorno ha provato a falciarla con lo scooter. L' ha puntata, e lei l'ha schivato d'un soffio, é caduta. E lui si è fermato, voltato, ha mosso la mano ruotando un dito: "la prossima volta”.

Una volta era barricata in un portone, ha composto il 113 e mi hanno risposto "signora Calzetta, ancora lei...”. Si é sentita morire, decise che si sarebbe autoreclusa. Dal tentato suicidio la tormenta un po' meno. Però adesso frequenta i suoi posti, aspetta che lo incroci, le sorride e la sfida. Dice "hai visto? Sono sempre qui". Poi se ne va e racconta al bar che per il momento l' ha risparmiato».

Maria Caterina Calzetta oggi ha 44 anni, si sente una miracolata. E tra pochi giorni, davanti al giudice di pace, si celebrerà il processo a carico dell'ex che l'aveva portata all'esasperazione. Ha subito lo stalking. Maria Caterina, definizione inglese con cui si fotografa la persecuzione d'uno spasimante deluso. Un' ossessione spesso mortale come ha dimostrato la tragedie di Maria Antonia Multali, trucidata il 12 agosto a Sanremo dall'ex Luca Delfino che la tormentava da tempo.

Il problema è che reati di minacce, ingiurie e molestie sono stati depenalizzati e poi c'è stato l'indulto, lo sconto che permetterà al suo ex di non fare mezzo giorno dì prigione anche in caso di condanna.

 
 
 
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