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Vogliono abolire l'articolo 18
Post n°539 pubblicato il 29 Dicembre 2011 da asu1000
L’ARTICOLO 18 UNO SPETTRO CHE SI AGGIRA di Francesco Casula “Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una santa caccia spietata a questo spettro”. Parafrasando l’espressione del vecchio Marx e…si licet parare magna cum parvis, direi che uno spettro si aggira nei palazzi del potere economico e politico: lo spettro dell’articolo 18. Tale fantasma appare ciclicamente: dieci anni fa fu evocato dal presidente della Confindustria D’Amato ma fu interrato da tre milioni di lavoratori in piazza. Oggi viene agitato da una santa alleanza fra padronato, governo e la gran parte dei Partiti, ben sostenuti dalla Grande stampa: per liquidarlo. In prima fila la ministra Fornero: dalla lingua bi/triforcuta. Alterna infatti il linguaggio lacrimoso alla durezza contro i diritti dei lavoratori e alla ritrattazione. D’accordo con il premier Monti taglieggia infatti i salari e le pensioni con il blocco dei contratti e delle indicizzazioni, con Imu, Iva, accise, addizionali e balzelli di ogni genere, ma poi dichiara al Senato che bisognerebbe riuscire ad aumentare i salari perché sono bassi. Insomma: dopo il danno, la Ministra piangente, ci risparmi almeno la beffa. E soprattutto lasci perdere l’articolo 18. A meno che non si dimostri che le aziende non crescono per colpa sua. Sarà un compito arduo. La struttura industriale italiana è infatti composta prevalentemente da imprese sotto i 15 dipendenti (l’83,9% non arriva a 10 addetti) cui non si applica l’art.18. E duncas? Perché non crescono, pur in assenza della supposta rigidità del detto articolo? E perché non ricordare che sui 532 mila licenziati nel triennio 2008-2010 solo 1500 sono tornati in azienda grazie alla norma ora a rischio? Secondo il senatore Pietro Ichino, proprio perché dell’articolo 18 usufruiscono meno della metà dei lavoratori dipendenti, occorrerebbe abolirlo in quanto sarebbe discriminatorio. Si tratta di una posizione per lo meno bizzarra: da un parlamentare del Pd era legittimo aspettarsi una proposta opposta: estendere un diritto di garanzie a chi ancora non ce l’ha, non toglierlo a chi ne gode. Anche perché l’articolo 18 è semplicemente un deterrente, un freno a chi vorrebbe licenziare per motivi politici non per giusta causa: sarebbero infatti licenziati, senza di esso, non mandrones e assenteisti, ma i lavoratori scomodi e combattivi. Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 29-12-2011 |
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Questo blog, bilingue ( in Sardo e in Italiano) a disposizione, in modo particolare, di tutti i Sardi - residenti o comunque nati in Sardegna - pubblicherà soprattutto articoli, interventi, saggi sui problemi dell'Identità, ad iniziare da quelli riguardanti la Lingua, la Storia, la Cultura sarda.
Ecco il primo saggio sull'Identità, pubblicato recentemente (in Sardegna, university press, antropologia, Editore CUEC/ISRE, Cagliari 2007) e su Lingua e cultura sarda nella storia e oggi (pubblicato nel volume Pro un'iscola prus sarda, Ed. CUEC, Cagliari 2004). Seguirà la versione in Italiano della Monografia su Gramsci (di prossima pubblicazione) mentre quella in lingua sarda è stata pubblicata dall'Alfa editrice di Quartu nel 2006 (a firma mia e di Matteo Porru).
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