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IVANOV ALLA CORTE - recensione

Post n°134 pubblicato il 30 Ottobre 2015 da francescacamponero

Una commedia “scomoda” Ivanov, la prima pièce di Cechov che inventa un personaggio fuori dagli schemi canonici, ma fortemente reale. Del resto Cechov, fino al 1887 apprezzato autore di novelle, è proprio la realtà che ora vuole raccontare in teatro ai suoi spettatori. Ed ecco che questa sua realtà viene rappresentata da un uomo senza qualità (da lui stesso ammesso) contornato da gente infingarda, corrotta, fallita, che vive alla giornata senza riuscire a dare un senso alla propria vita, divenuta tanto cinica quanto inutile. Coprodotto dal Teatro Due di Parma e dal Teatro Stabile di Genova, Filippo Dini ha scelto di dirigere il lavoro di Cechov riservando anche per sé, il ruolo principale del protagonista con un discreto risultato. Lo spettacolo inizia con le luci accese in sala che si prolungano un po’ troppo generando qualche fastidio all’attenzione degli spettatori . In scena è già presente lui, Ivanov, che seduto ad un tavolo tenta di leggere un libro. A breve si alternano i vari personaggi che dimostrano tutti, nessuno escluso, una grande predisposizione a disturbare quell’uomo che ha voglia solo di rimanere solo coi suoi problemi e le proprie angosce generate da una vita che non lo soddisfa più. La regia di Dini, lineare e pulita, offre uno spettacolo con qualche lentezza e, per fortuna, salvata da molte intuizioni azzeccate, che in fondo diverte il pubblico (più nel primo tempo che nel secondo) grazie anche alla buona recitazione della compagnia. I personaggi che roteano intorno alla patetica figura di Ivanov sono tutti ben studiati, per quanto burloni e grotteschi non scadono mai nelle macchiette, per questo risultano piacevoli e riusciti come Pavel Kirillyč Lebedev alias Gianluca Gobbi, l’amico di Ivanov e padre di Saša, il migliore di tutti in un ruolo che indubbiamente gli è congeniale. L’attore milanese apprezzato in altri spettacoli prodotti dallo Stabile di Genova anche questa volta domina il palco rubando spesso la scena al protagonista col suo recitare tanto naturale quanto accattivante, rendendo simpatico un personaggio che in realtà non lo sarebbe per nulla, Pavel Kirillyč Lebedev infatti, ubriacone e succube della moglie avida se ne sta di questa condizione, riscattandosi solo col profondo amore nutrito per la figlia. Buone anche le prestazioni di Nicola Pannelli, il conte Matvej Semenovič Sabelskij e di Orietta Notari in Zinaida Savisna l’avida moglie di Pavel Kirillyč Lebedev . Per quanto riguarda Sara Bertelà sicuramente l’abbiamo apprezzata maggiormente in altri spettacoli. In scena fino al primo novembre al Teatro della Corte.

FRANCESCA CAMPONERO

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