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Ridi di meno Gianfry

Post n°209 pubblicato il 16 Febbraio 2017 da platef

15 Aprile 2013.

Mancava un mese al 41° compleanno della compagna poi moglie di Fini, tale Elisabetta Tulliani, ex di Luciano Gaucci, il noto ex presidente del Perugia Calcio, successivamente indagato per il fallimento dell'A.C. Perugia, inquisito assieme ai figli Riccardo e Alessandro per associazione a delinquere e dal 2005 rifugiatosi da latitante nella Repubblica Dominicana, rientrato poi a seguito di indulto.

Ex del figlio di Gaucci;

ex presidente della Sambenedettese Calcio,

ex inviata della trasmissione Uno Mattina;

avvocato;

vincitrice di circa due miliardi all'Enalotto.

Mancava un mese al suo 41° compleanno dicevamo, di questa ora 44 enne, nel frattempo moglie dell'ex presidente della Camera ( non da letto ), la Camera quella parlamentare, la legislatura era finita da un pò, si erano tenute le elezioni che avrebbero portato al governo Letta.

Fini aveva provato a restare a galla con Monti, poi aveva provato a buttare giù Berlusconi, caduto per mano dei mercati e potenti del mondo.

Apparentemente era convinto di essere tra i vincitori.

Non andò così.

Dovette cominciare una vita da pensionato, non al minimo, non con 516 euro, con una pensione d'oro, perchè da ex presidente della Camera  oltre al vitalizio che cominciava a percepire, una maxi liquidazione da 260 mila euro per la lunga carriera politica, conservava ancora qualche privilegio.

Ma veniamo ai fatti così come vengono riportati dai quotidiani oggi.

Dal suo conto ( presso il Banco di Napoli - agenzia interna alla Camera ), partì un bonifico di 800.000 euro verso il conto Unicredit di Elisabetta Tulliani.

La stessa, dopo poco, trasferì dal conto Unicredit 700.000 euro su un altro conto sempre suo presso Mps.

E con parte di quei soldi comprò una casetta per il week end a Rocca di Mezzo ( l'Aquila ).

Successivamente l'Elisabetta comprò pure un negozietto a Roma.

Tutto questo compare nell'ordinanza di sequestro preventivo alla famiglia Tulliani firmata dal gip di Roma,, portando all'iscrizione di Elisabetta nel registro degli indagati per il reato di riciclaggio e Fini per concorso in quel reato.

In questi anni, a casa fini, i milioni circolavano come noccioline. 2,5 milioni  di bonifici la cui beneficiaria risulta essere l'Elisabetta.

Di questi 1,7 milioni le sono arrivati indirettamente grazie a Francesco Corallo, il re delle slot machine al centro dell'inchiesta.

Nell'inchiesta salta fuori definitivamente la verità sulla casa di Montecarlo: l'operazione è stata fatta non solo dal cognato, ma da Elisabetta che alla fine si godrà anche il 50% della clamorosa plusvalenza per la vendita avvenuta nel 2015.

Alla verità ci si arriva grazie all'indagine chela Procura di Milano stava conducendo su Corallo.

I documenti sulla casa di Montecarlo vengono trovati su file contenuti in un hard disk sequestrato a Corallo a fine 2014 e in altro sequestro compiuto a casa di Giancarlo Tulliani nel dicembre 2016, che inchioda i protagonisti e rende impossibile il fatto che Fini non conoscesse l'operazione dal primo giorno: è a casa sua che arrivanmo i soldi alla fine.

Perchè Corallo pagò e addirittura versò a Elisabetta e Giancarlo 2 milioni per far diventare i due suoi soci nella holding del goco d'azzardo?

I magistrati individuano un favore che vale quella cifra: il pressing fatto da uomini di Fini sull'allora direttore dei Monopoli di Stato, Giorgio Tino, per ritirare una contestazione che avrebbe messo ko le società di Corallo.

Corallo aveva rapporti amicali con Fini, non con i Tulliani e fu Fini a presentargli la famiglia.

I finiani fecero quel favore e l'imprenditore lo ripagò con la generosità verso i Tulliani.

Ora ridi di meno però Gianfri!!!

 

 
 
 
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