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Post n°532 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da nightdreams0
Foto di nightdreams0

ELUANA: OGGI DECISIONI SU AUTOPSIA, CALMA DAVANTI A CLINICA

 

 

 UDINE  - E' previsto per stamani, alla Procura della Repubblica di Udine, un incontro del pm Antonio Biancardi con l'anatomopatologo Carlo Moreschi per decidere sull'autopsia sul corpo di Eluana Englaro, la donna morta ieri sera nella casa di riposo La Quiete di Udine dopo 17 anni trascorsi in stato vegetativo. All'incontro dovrebbero partecipare anche gli investigatori di Polizia e Carabinieri, ai quali il pm Biancardi ha delegato gli accertamenti eseguiti nei giorni scorsi sulla vicenda Englaro. Davanti alla casa di riposo La Quiete i canti e le preghiere pr Eluana sono proseguite fino a tarda notte, accompagnate dalla luce di decine di candele e piccole fiaccole. Da alcune ore nella strada è tornata una situazione di calma quasi totale.


di Alfonso Di Leva e degli inviati dell'ANSA a Udine Manuela Correra e Pierpaolo Gratton

UDINE - E' morta da sola, lontana dai suoi cari, nella stanza che avevano preparato per il suo ultimo viaggio, nella terra degli avi, come ha sempre voluto papà Beppino. Eluana Englaro è andata via all'improvviso, in silenzio, mentre intorno a lei, a Udine e a Roma, infuriavano le polemiche sul suo destino e sulla sua vita. Erano da poco passate le 20. La donna, che da venerdì mattina non era più alimentata e idratata, si è sentita male all'improvviso. Con lei non c'era neanche l'anestesista Amato De Monte, il medico che nella notte fra lunedì e martedì scorso era andato a prenderla a Lecco, nella clinica Beato Luigi Talamone, dove le suore Misericordine l'hanno assistita per 15 anni.

De Monte, in quel momento, era a casa. I volontari dell'associazione "per Eluana", che nell'ultima settimana, nella casa di riposo La Quiete di Udine, hanno seguito Eluana minuto per minuto, lo hanno chiamato immediatamente. Una staffetta della Questura di Udine è andata a prenderlo senza perdere un istante. La corsa per le vie della città l'ha portato al capezzale di quella donna che, durante il viaggio da Lecco a Udine, l'aveva "profondamente devastato come uomo, come padre, come cittadino". Eluana è morta così. E a De Monte è rimasto il compito più duro: telefonare a papà Beppino.

Poche parole e poi la tristezza infinita di un padre che ha lottato per 17 anni: "Voglio soltanto stare solo". Nella stanza al piano terra della Quiete, in fondo a un corridoio guardato a vista 24 ore su 24 da una guardia giurata, non più tardi di stamattina chi l' ha vista ha detto che le sue condizioni erano "stazionarie", che era "abbastanza idratata". Nessun paragone con la ragazza che l'immaginario collettivo ha costruito in questi anni guardando le foto mostrate da papà Beppino, ammirando la sua giovane età, il suo sorriso sui campi di neve.

Le sue ultime ore Eluana le ha passate nel letto di una casa di riposo per anziani, una residenza assistita nella quale il papà e i volontari dell'associazione costituita due settimane fa per lei hanno preparato tutto per il suo ultimo viaggio. La burocrazia l'ha chiamato protocollo (é stato definito nei più minuti particolari per attuare il decreto della Corte di Appello di Milano che ha autorizzato l'interruzione dell'alimentazione e idratazione), ma è il racconto delle sue ultime ore di vita. Venerdì mattina, alle 5:45, tre giorni esatti dopo il suo arrivo a Udine, le sono state tolte, in maniera netta, acqua e nutrizione. Medici, infermieri e anestesisti l'hanno seguita minuto dopo minuto.

Due consulenti della Procura della Repubblica di Udine l'hanno controllata tutti i giorni, accompagnati dai Carabinieri; i militari dei Nas sono entrati nella stanza di questa donna in stato vegetativo per verificare la corrispondenza di quello che stava avvenendo con quanto prescritto dai giudici milanesi; polemiche, voci, giudizi e ipotesi, anche le più strane, si sono inseguite intorno al suo letto, che qualcuno voleva porre sotto sequestro perché lei continuasse a vivere. Nel silenzio della stanza della Quiete, a Eluana di tutto questo non è mai giunto nulla, né l'eco delle battaglie che infuriavano in nome suo, né quello delle preghiere, né quello delle carte bollate. L'agonia cominciata 17 anni fa, dopo quel tragico incidente, il 18 gennaio del '92, e' finita come era cominciata: all'improvviso. A dispetto di tutti.

PROCURA ACQUISISCE CARTELLE CLINICHE
Il procuratore di Udine, Antonio Biancardi, ha acquisito in serata le cartelle cliniche e il certificato di morte di Eluana Englaro. "Domani mattina - ha detto Biancardi - con il medico legale, dottor Carlo Moreschi, e un consulente che ho nominato, deciderò se è il caso o meno di procedere all'autopsia". Due consulenti della Procura di Udine hanno seguito ogni giorno il protocollo unitamente all'equipe medica guidata dal dottor Amato De Monte.

NEUROLOGO GIGLI, AUTOPSIA SUBITO
 "Effettuare subito accertamenti analisi tossicologiche e l'autopsia giudiziaria per accertare le vere cause della morte improvvisa di Eluana Englaro". E' quanto  chiede il neurologo Gianluigi Gigli dell'università di Udine sottolineando che è necessario il sequestro delle cartelle
cliniche.   Gigli, accorso dinnanzi alla clinica La Quiete alla notizia della morte di Eluana Englaro, ha affermato che questa "fine
improvvisa, quando solo stamani gli esperti hanno definito le condizioni della donna stazionarie, desta perplessità. E' necessario fare subito - ha detto - degli accertamenti".

GIA' DA BAMBINA INSOFFERENTE A IMPOSIZIONI
di Marisa Alagia

MILANO - E' sempre stata una ragazza dal caratterino poco malleabile, Eluana, la donna che, nel silenzio del suo stato vegetativo, ha quasi lacerato il sistema istituzionale, messo in crisi i rapporti tra i vertici dello stato, incrinato quelli con il Vaticano, lacerato tutte le coscienze. Ne sanno qualcosa i suoi genitori ai quali, a soli 11 anni, come racconta il padre, aveva detto una volta mentre tentavano di dissuaderla da una sua impresa: "Che cosa c'entrate voi con la mia vita?". Se aveva risposto così al padre e alla madre che l'adoravano chissà come si sarebbe ribellata quando la sua vita è stata invasa in ogni dettaglio ed erano in tanti a voler decidere sulla sua morte. Eluana nasce a Lecco il 25 novembre del 1970. I genitori, papà Beppino e mamma Saturna (chiamata da tutti Sati) vorrebbero chiamarla Etrusca, ma l'ufficiale del comune si oppone. Così optano per Eluana.

E' un nome che non esiste, ma accontenta il desiderio di mamma e papà di rendere unica la loro bambina, doppiando le iniziali E.E. Eluana frequenta l'asilo, le scuole elementari e le medie negli istituti vicini a casa, una palazzina con vista sul lago, dove vivono ancora i genitori. Al momento dell'iscrizione alle superori sorgono i primi problemi. Vuole frequentare una scuola che le garantisca una buona preparazione delle lingue straniere, ma l'unica in città è gestita dalle suore, il liceo linguistico Maria Ausiliatrice di Lecco. Accetta malvolentieri, come racconterà il padre nel suo libro, perché è molto insofferente alle eccessive regole. Comunque frequenta regolarmente i cinque anni e si diploma nel 1989. Alta, bella, magra, mora, i lunghi capelli sulle spalle, è una ragazza piena di voglia di vivere. Veste alla moda, ha molti amici, che la considerano un po' l'animatrice del loro gruppo. Ha un carattere molto forte e deciso, ma la sua esuberanza, nasconde anche una grande riservatezza. Non vuole venga invasa la sua intimità, ha un naturale pudore per tutto ciò che la riguarda. Difficile esca di casa se non si sente perfettamente a posto e a suo agio. Come tutte le donne del resto. Proprio conoscendo questo aspetto del suo carattere il padre si è opposto con tutte le sue forze a mostrare la figlia come era diventata. Terminate le superiori si iscrive alla facoltà di giurisprudenza alla Statale di Milano, ma il percorso di studi non le piace e nel 1991 passa alla Cattolica, facoltà di Lingua e Letteratura Straniere. Tra i corsi di studi Inglese e Tedesco.

Non ha molto tempo per frequentare. Tre mesi dopo l'iscrizione, l'incidente, il 18 gennaio del 1992, quando la sua auto, una Bmw, sbanda sull'asfalto ghiacciato e sfonda un muro. Riporta una trauma cranio-encefalico con lesione dei tessuti cerebrali corticali e subcorticali. Entra in stato di coma profondo, quindi in quello di stato vegetativo permanente con tetraparesi spastica e perdita di ogni facoltà psichica superiore, e di ogni funzione percettiva e cognitiva.

Eluana passa da un ospedale all'altro. Per qualche tempo rimane ricoverata a Sondrio, in un reparto speciale dove vengono praticate terapie per risvegliare i pazienti in coma. Le amiche più care la vanno a trovare e le fanno ascoltare le canzoni di Claudio Baglioni, il suo cantante preferito. Nel 1995 viene trasferita a Lecco, nella clinica beato Luigi Talamoni, gestita dalle suore Misercordine. In un letto al secondo piano della casa di cura resta fino a lunedì notte della scorsa settimana, il 2 febbraio, quando viene portata a Udine. Aveva 21 anni quando i suoi sogni si sono spezzati nell'incidente. Ne aveva 38 quando è morta. Diciassette li ha passati addormentata in un letto di ospedale
 
 
 
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