Ancora una volta…
Ale aveva avuto di nuovo quell’incubo, si era svegliato di soprassalto col cuore che scoppiava…una sensazione bruttissima, troppo reale, troppo scandalosamente vera.
Bruciava ancora e non se ne voleva andare. Imperterrita, come se nulla fosse cambiato, lei stava ferma immobile nel buio di quella stanza, nel suo cuore. Ale aveva paura di tornare indietro, di rivivere quelle orribili sensazioni e non sapeva come governarle. Durante il giorno riusciva bene o male a gestirle, ma tra le braccia di Morfeo no. Non poteva e non sapeva come fare…aveva paura di dormire…aveva paura dei suoi pensieri..paura che riaffiorassero nel sonno e che gli portassero via la tranquillità.
Ale, allora, faceva un respiro profondo e si concentrava sul non fare sogni…cercando di eliminare dalla mente il sogno precedente, cercando di non pensare a nulla…ma come si fa a non pensare a nulla?Impossibile, il cervello funziona anche se non vuoi…purtroppo, e purtroppo il cuore reagisce in base a quei pensieri e ti senti impotente.
Erano le 5.15 di mattina, e Ale se ne stava li, seduto sul divano a scrivere, a buttar fuori l’incubo e cercare tranquillità…guardava il fumo della sigaretta formare i cerchi…fumo…che con un soffio d’aria svanisce, ma rimane sempre l’odore…come i pensieri cattivi di Ale…che ne sentiva ancora l’odore.
“Lasciali fuori Ale”, continuava a ripetersi, “ Lasciali fuori dalla tua mente, pensa alla colomba bianca, alla sua forza e alla sua dolcezza..falla entrare dentro di te, pensa ai sorrisi che ti hanno regalato, alla spasmodica voglia di essere sereno…pensa alle parole delle tue canzoni, alla voglia che deve continuare a vivere dentro di te, a quella dolce malinconia che ogni tanto ti fa sorridere, pensa a qualsiasi cosa ti possa far dimenticare quei momenti, che come un collage di fotografie appese ad un muro, non riesci a staccare perché sono li da troppo tempo…pensa Ale, pensa…”…ed Ale chiudeva gli occhi e si abbandonava ai suoi pensieri…
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Domande senza risposte…
Ale se stava seduto sul suo tappeto leopardato, con un pezzo di pizza in mano, e si domandava : “perché”? Cercava risposte che non trovava…a tante cose non c’è spiegazione purtroppo, o forse Ale, faceva finta di non trovarle .E forse era meglio così. Eppure non capiva la brutalità di certe parole e di certi gesti, e non capiva perché la superficialità della gente.. di persone che sembravano tanto vicine a lui, lo facesse così incazzare, quando forse doveva restare indifferente, ma era più forte di lui…e ci rimaneva male…anche se avrebbe dovuto solamente farsene una ragione.
Ma le domande senza risposta fanno parte di quel gioco che è la vita, ed Ale intendeva giocare, non pretendeva di vincere, l’importante era giocare con la vita, a volte vinceva, a volte perdeva, ma era ancora in gioco e nessuno sapeva come sarebbe andata a finire. Era essenziale, per Ale, questo “giocare”, senza lasciarsi soffocare dalle cose che gli erano accadute e che stavano accadendo tutt’ora, era essenziale avere la voglia di giocare, perché solo prendendo la vita come un gioco, sarebbe riuscito ad alleviare le sofferenze e a vivere profondamente le cose belle.
Le cose belle…non aveva grosse pretese, le cose belle erano quelle più semplici, la gentilezza, il sorriso, l’amore, il sole, il mare, le montagne, la nebbia d’autunno, le stelle, una canzone, un libro…tutto ciò che gli regalava un emozione positiva… anche un semplice pensiero arrivato da lontano, come una colomba bianca.
E anche per questo ringraziava la vita, ogni notte, prima di chiudere gli occhi, per tutte le emozioni che gli aveva fatto provare durante la giornata. “Grazie”.
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…e c’è sempre un velo di felicità…
“Un velo leggero che mi accarezza ogni istante, lo sento, un velo sincero, soffice e delicato, un pensiero costante che mi fa camminare…”.
Ale lo sentiva, era li che lo accompagnava nella giornata, una strana dolcezza gli accarezzava l’anima. Stava risalendo. In un mondo nuovo. Tutto suo.
… E nel mondo c’era fortunatamente ancora chi poteva dare la serenità, quella di cui parlava sempre Ale, quel senso di sottile felicità che arriva a farti compagnia nei momenti in cui la vita sta cambiando. Ale riusciva a non pensare ai suoi problemi, viveva ogni singolo istante senza pretese, ma con scioltezza e voglia…tanta voglia di dare. Ed anche per questo ne era valsa la pena. Ed anche per questo, Ale, voleva continuare a conoscere, ad imparare dalla vita, perché nel suo mondo le persone erano persone vere, trasparenti. Come lo era lui.
“che strana sensazione…un continuo pensiero felice, un irrefrenabile voglia di ridere, di leggerezza e di profondità. Come le cime delle montagne bianche all’orizzonte, così lontane ma così vicine da poterne scorgere il verde dei pini…come le foglie gialle che volteggiano nel cielo e si posano in terra formando un tappeto pieno di colore e di calore…che sensazione strana.”
Ora la curiosità del domani spingeva Ale ad assaporare ogni istante, ogni parola, ogni sguardo, ogni semplice gesto. Per capirne il significato e farne tesoro per se stesso.
…e quei cattivi pensieri? Dove li aveva lasciati?..Erano sempre la, nella stanza socchiusa del suo cuore, ogni tanto uscivano ma Ale li rispingeva dentro e richiudeva la stanza.
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Un sorriso
“…La forza estasiante di un sorriso ricevuto…mi ha scaldato il cuore e alleggerito l’anima… che strano però…basta così poco per star meglio…la profondità di quel semplice gesto. Quante cose, forse, per molti banali, possono renderti sereno, almeno per un po’, ma quel “po’” molte volte è gia abbastanza. Ed io lo accetto e sono contento.”
Ale aveva il cuore caldo in quel momento, si sentiva tranquillo, la rabbia, le malinconie, la solitudine…era come se fossero in un’altra stanza del cuore…una stanza chiusa che col vento dei ricordi rischiava di aprirsi, ma Ale, ora non ci pensava. Ora Ale aveva un obbiettivo: continuare a sorridere.
Ora ascoltava Rino in modo diverso, malinconico, si, ma col sorriso in viso…nostalgicamente tenero, con lo sguardo rivolto alla finestra, guardando quella nebbia che solo chi sa apprezzare le cose semplici, può trovare affascinante.
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…Perché tutto sembra così folle…
“e mi ritrovo qui all’ una e mezza di notte a pensare. A spargere pensieri su un foglio di carta pensando al mio domani. Cosa succederà? Ora sono solo, ora non ho più l’appoggio di nessuno, ed il tutto è davvero grande! Ironizzare, devo solamente ironizzare…l’unico modo per restare in piedi. Il domani mi spaventa? Si, ma chi se ne frega, basta far finta di non pensarci! Devo immaginarmi in un mio mondo parallelo, io sono in un mondo parallelo. Dovrei forse fingere di essere felice? Dovrei dire a tutti che va tutto bene? E’ questo quello che bisogna fare per affrontare la giornata? E allora fingi Ale! Tanto non cambia nulla, e un giorno ti autoconvincerai che la tua non sarà più una finzione, sarà quello che sei. Un giorno…
Tutti credono che tu sia forte, invulnerabile, tutti si aspettano qualcosa da te, il problema è che tu, Ale, non sai cosa cazzo vogliono! Ale, l’uomo di ferro…wow, non sapevo di essere così! Sopportare tutto, io devo sopportare tutto. Che periodo di merda…”.
Ad Ale stavano succedendo delle cose strane, non era solo nell’ambito sentimentale, ora ci si era messo pure qualcosa che ne lui e ne nessun’altro avrebbe potuto rimediare a breve...doveva per l’ennesima volta aspettare e dar coraggio agli altri, doveva essere forte, era lui che in questo momento doveva tener su il morale di tutti. Ma a lui chi pensava? A lui pensava il suo coraggio, come sempre, di affrontare le situazioni. La speranza di un giorno migliore, la voglia di uscirne a testa alta, l’ambizione di essere il migliore…tutto questo per non allarmarsi, per non dare troppo spazio ai cattivi pensieri. Erano tutte balle, lo sapeva benissimo, ma queste stronzate del non arrendersi mai, di guardare avanti, di sperare, di essere forte, di non pensare..ecco, tutte queste bellissime stronzate che pensava in questo periodo di merda, lo alleggerivano di un grammo da tutto lo schifo che stava cadendo addosso a lui. Forza Ale. Questa era l’ironia di cui parlava. Ridere di tutto, senza limiti, ridere per restare a galla, ridere anche senza voglia. Un modo semplice per mandare tutto a fanculo.
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