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Post n°317 pubblicato il 22 Marzo 2025 da paolaassisi
Maddalena ricorda gli occhi del libraio che la guardava mentre saliva sulla vecchia auto. Erano occhi dolci, ed umidi. Che strano, ha gli occhi umidi come di un bimbo. Si, di un bimbo o di un papà.... Allora Maddalena comprese. Comprese che quel bibliotecario che l'aveva accolta nella sua casa, che le aveva dato la camera con profumi di fiori, si era affezionato e lei pure comprese che forse quel salire sull'auto non era solo un partire, era un addio al quale segue il ricordo. Maddalena sentì anch'essa il contrarsi della fronte, il volere stringere le palpebre e il non mostrare la lacrima che irruenta irrigava la guancia ed allora di nuovo discese dall'auto, si accostò e fu abbracciata e forte stretta poi fu presa quasi in braccio, entrò; ricorda lo scatto dello sportello e lentamente, quasi cigolando come non volesse partire, l'auto rombò e si avviò fra le strade di quel villaggio del quale neppure il nome conosce ma dove avrebbe voluto restare. Il padre guidava in silenzio per una strada polverosa non asfaltata. E dopo molto tempo le disse: Maddalena, forse questa non è una partenza; forse è un ritorno ma devi avere pazienza. Talora vedo dietro noi un auto che mi sembra riconoscere e spesso cerco evitare ci segua. Fu lungo quel viaggio. Talvolta imboccava larghe strade veloci ma spesso improvvisamente deviava e svoltava per campi. Maddalena era stanca del viaggio ma infine iniziò pure lei a guardare all'indietro e dopo avere percorso molti chilometri infine fu certa. Nessuno seguiva la macchina del suo papà e dal sonno fu presa. E si addormentò. Era notte quando si svegliò. Fu svegliata non dal rombo dell'auto. Fu svegliata dal silenzio. Il suo papà le si accostò, le tolse la copertina con la quale l'aveva protetta e infine le disse. Ecco. Maddalena. Siamo arrivati. Ma non parlare. Maddalena scese dall'auto e si guardò intorno. Erano in un campo pieno di alberi e su di essi brillava la luna circondata da corona di stelle. Si guardò intorno. Ma lei conosceva quegli alberi! Conosceva la casa laggiù. Era la sua casa quella, la sua! Ma quello era il retro della casa, non vi era la porta della cucina lì. Il papà le prese la mano e ponendole un dito sulle labbra lentamente, guardando nel buio la condusse verso la casa. Maddalena non riusciva a capire. Ma era quella la sua casa? Nella notte non la distingueva bene anche se quelli erano certi gli alberi fra i quali correva da piccola! Ma dopo sentì il canto. Sentì il canto che tutte le notti accompagnava da sempre il suo sonno, coperta dal lenzuolo che mamma le rimboccava dopo il bacio della buona notte. Si, era quella la sua casa perchè avvicinandosì sentì il canto dell'amico, dell'amico che da sempre, accompagnava il suo sonno. Il canto del cuculo, il suo cucù. Dopo, dopo Maddalena non ricorda cosa accadde. Ma il suo papà non andò verso la porta di casa. No. Tenendola per mano si accostò all'angolo buio, dietro la colonna sulla quale si appoggia il fienile ed apri la porta. La porta della vecchia, polverosa cantina. Fu a quel punto che davvero Maddalena si svegliò. Il papà, entrato, subito aveva chiuso la porta ed acceso un fiammifero Si guardò attorno meravigliata di trovarsi nella vecchia cantina della sua casa. Aveva sempre amato quella polverosa cantina, così piena di vecchie botti, l'aratro, la scala. L'aveva così amata perchè era lì che nascevano, nascosti, celati al mondo ed a tutti, i suoi sogni e timori. Si guardava attorno stordita e infine vide il papà accendere un vecchio lume a petrolio abbandonato su una vecchia sedia, poi accostarsi all'angolo buio vicino alla porta che conduce all'interno della sua casa. Il papà si chinò e raccolse una vecchia piccola botte consunta dal tempo gettata in un angolo buio, coperta dalla polvere del tempo e ragnatele. Poi dalla tasca estrasse un temperino, lo aprì e con esso tolse il vecchio fondo della piccola botte. Poi, lentamente, infilata la mano raccolse non un libro ma piccoli fogli solitari e smarriti, ingialliti dal tempo. Li mise in una tasca. Mi abbracciò: Maddalena, forse ora so.
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