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Creato da: la.luna.piena1 il 15/03/2014
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CAPITOLO 13

Post n°318 pubblicato il 06 Aprile 2025 da la.luna.piena1

Maddalena si svegliò e si rese conto di essere tornata a casa. Si alzò e andò a vedere che cosa stava facendo suo padre. Lo trovò seduto in cucina con i famosi fogli che cercava, leggendo, di capirli, ma dalla sue espressione sconsolata sembrava di non aver cavato un ragno dal buco. Appena se ne accorse della sua presenza, li raccolse e sorridendo le chiese se avesse fame e iniziò a prepare la colazione. Mentre beveva il suo caffè latte seppe che suo padre sarebbe uscito per un paio di ore. Lei non doveva uscire, non doveva farsi vedere e di non avere paura che lui sarebbe tornato presto. Usciva perchè voleva incontrare una persona per avere un aiuto per risolvere questa situazione al più presto possibile. Dopo 10 minuti che era da sola e annoiandosi perchè non riusciva ad essere concentrata nello leggere, si alzò e si diresse verso il posto segreto dove suo padre aveva messo questi fogli. Infatti suo padre non si era reso conto di aver lasciato socchiusa la porta della stanza e Maddalena , spiandolo, sapeva tutto. Si diresse al nascondiglio, prese la cartelletta contenente i fogli che parevano fragili talmente erano vecchi e ritornò in cucina. Sapeva benissimo che non sarebbe stata brava a capirci qualcosa, ma era curiosa di vedere che cosa ci fosse di così importante da causare dolore con la scomparsa della madre se questi due avvenimenti erano collegati tra loro. Iniziò a guardarli e come temeva per lei erano dei fogli stranissimi e mai visti. Ogni foglio era pieno di parole formate da lettere sconosciute e soprattutto vi erano immagini molto belle di animali e di piante. Questi animali lei non li aveva mai visti ne allo zoo quando i suoi genitori l'avevano portata in una domenica di maggio e tanto  meno sui libri di scienza della scuola. Si soffermò a guardare attentamente alcune di queste immagini perchè guardandole aveva subito pensato a delle favole. Bastava vedere quello che sembrava un cavallo con un corno sulla fronte per pensare ad un unicorno, oppure quell'animale grande come una casa con le ali per pensare ad un drago pronto a sputare fuoco e fiamme con il suo alito. Non potevano esistere realmente, non erano reali e non potevano essere loro la causa della sparizione di sua mamma. Sembrava tutto assurdo, così irreale così strano. Maddalena era intenta nei suoi pensieri che quasi non si accorse dell'arrivo del padre. Prese la cartelletta e in fretta e furia mise nel suo interno tutti i fogli sperando che suo padre non se ne accorgesse che potevano essere elencati in maniera diversa. Fece appena in tempo a ritornare in cucina e a farsi trovare mentre leggeva il suo libro quando suo padre entrò. Con sorpresa di lei, suo padre non era da solo, ma era accompagnato da una signora di una certa età che sprizzava serietà da ogni poro e dai suoi gesti. Persino il suo abbigliamento era da seria e Maddalena si sentì intimorita quasi subito. La donna si avvicinò a lei, le diede una carezza e un bacio sulla guancia e le disse che era molto cresciuta dall'ultima volta che l'aveva vista. Prima eri una bambina sempre pronta a camminare anche se sapeva da poco farlo e adesso stava diventando una bellissima signorina. Maddalena  arrossì a tutti questi complimenti , la ringraziò e si meravigliò quando la signora le disse che era Suor Camilla. Una suora, pensò Maddalena. Come una suora può restare senza velo e senza tonaca, ma vestita come tante altre donne tipo la sua professoressa?  Suor Camilla si voltò verso il padre e gli disse che si poteva incominciare. Subito suo padre andò a prendere la cartelletta e la porse alla suora. Questa si sedette, inforcò un paio di occhialini e si mise a guardarli con attenzione. Ad un certo punto alzò gli occhi, chiese una matita e un foglio e da una sua tasca prese un foglio piegato in 4 e lo mise accostato agli altri. Nella stanza calò un silenzio irreale, un silenzio dove non si sentiva nemmeno una mosca volare e forse si sarebbe pure sentito cadere un ago per terra. Tutto questo durò per un bel po' di tempo e dalle espressioni facciali di Suor Camilla ciò che stava leggendo doveva essere una cosa talmente importante o forse da non crederci nemmeno. Suor Camilla, mise i suoi occhialini sul tavolo, si prese il viso fra le mani e si fece il segno della croce. Il padre non resistette dalla curiosità e le chiese che cosa aveva scoperto leggendo quel po' sui fogli. La suora si alzò e iniziando a camminare per la stanza disse che da un lato ci si doveva credere, ma dall'altro era meglio cercare di arrivare ad avere una completa traduzione per non creare falsi allarmismi o peggio ancora. Cogito, ergo sum. La frase di Cartesio per dire che pensando  sono, ma chi sono veramente? Sono un risultato di un'evoluzione iniziata piano piano dall'esplosione del Big Bang, oppure sono una creatura creata da un'entità' di nome Dio? Il Big bang c'è stato veramente oppure l'ordine dopo il caos è opera divina? Se per caso  Dio avesse a disposizione altro materiale, altri posti potrebbe aver fatto altri mondi e magari migliori rispetto al nostro? Queste sono le domande che Suor Camilla si porgeva e a cui non sapeva dare risposta perchè anche lei era solamente una fra le tante persone che vivevano su questo pianeta. Il padre di Maddalena la guardò e gli chiese che cosa significava tutto ciò e a cosa poteva servire per fa ritornare a casa sua moglie e madre di Maddalena. Suor Camilla si risedette, si mise le mani come se pregasse e iniziò a raccontare. Tu sai benissimo che tua moglie è una donna caparbia e molto brava nel suo lavoro. Ultimamente stava lavorando, insieme a me, ad un manoscritto trovato per caso e arrivato a certi uffici governativi. La cosa che fin dall'inizio, incuriosì furono le immagini e la quasi impossibilità di tradurre le pagine. Dopo alcuni mesi di vari tentativi, tua moglie quasi per miracolo trovò la chiave per decifrare alcune righe e stava per capire come tradurre tutte le pagine. Già da ciò che aveva tradotto poteva creare una quasi rivoluzione culturale e minare le convinzioni morali e religiose delle persone, ma più che altro si voleva vedere se vi poteva essere una convenienza militare nell'andare in quella località descritta nella pagina. Maddalena e suo padre la stavano ascoltando attentamente ed a un certo punto suo padre chiese a Suor Camilla: che luogo è questo che sembra tanto importante per alcune persone?
Suor Camilla  lo guardò negli occhi e con un sospiro disse: è un luogo che ne hai sentito parlare pure tu. Un luogo dove  ci hanno abitato solamente due persone che si chiamavano Adamo ed Eva. Questo luogo è ...il paradiso terrestre detto anche Eden...

 
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CAPITOLO 12 il cuculo

Post n°317 pubblicato il 22 Marzo 2025 da paolaassisi

Maddalena ricorda gli occhi del libraio che la guardava mentre saliva sulla vecchia auto. Erano occhi dolci, ed umidi. Che strano, ha gli occhi umidi come di un bimbo. Si, di un bimbo o di un papà.... Allora Maddalena comprese. Comprese che quel bibliotecario che l'aveva accolta nella sua casa, che le aveva dato la camera con profumi di fiori, si era affezionato e lei pure comprese che forse quel salire sull'auto non era solo un partire, era un addio al quale segue il ricordo. Maddalena sentì  anch'essa il contrarsi della fronte, il volere stringere le palpebre e il non mostrare la lacrima che irruenta irrigava la guancia ed allora di nuovo discese dall'auto, si accostò e fu abbracciata e forte stretta poi  fu presa quasi in braccio, entrò; ricorda lo scatto dello sportello e lentamente, quasi cigolando come non volesse partire, l'auto rombò e si avviò fra le strade di quel villaggio del quale neppure il nome conosce ma dove avrebbe voluto restare.

Il padre guidava in silenzio per una strada polverosa non asfaltata. E dopo molto tempo le disse: Maddalena, forse questa non è una partenza; forse è un ritorno ma devi avere pazienza. Talora vedo dietro noi un auto che mi sembra riconoscere e spesso cerco evitare ci segua. Fu lungo quel viaggio. Talvolta imboccava larghe strade veloci ma spesso improvvisamente deviava e svoltava per campi. Maddalena era stanca del viaggio ma infine iniziò pure lei a guardare all'indietro e dopo avere percorso molti chilometri infine fu certa. Nessuno seguiva la macchina del suo papà e dal sonno fu presa. E si addormentò. Era notte quando si svegliò. Fu svegliata non dal rombo dell'auto. Fu svegliata dal silenzio. Il suo papà le si accostò, le tolse la copertina con la quale l'aveva protetta e infine le disse. Ecco. Maddalena. Siamo arrivati. Ma non parlare. Maddalena scese dall'auto e si guardò intorno. Erano in un campo pieno di alberi e su di essi brillava la luna circondata da corona di stelle. Si guardò intorno. Ma lei conosceva quegli alberi! Conosceva la casa laggiù. Era la sua casa quella, la sua! Ma quello era il retro della casa, non vi era la porta della cucina lì. Il papà le prese la mano e ponendole un dito sulle labbra lentamente, guardando nel buio la condusse verso la casa. Maddalena non riusciva a capire. Ma era quella la sua casa?  Nella notte non la distingueva bene anche se quelli erano certi gli alberi fra i quali correva da piccola! Ma dopo sentì il canto. Sentì il canto che tutte le notti accompagnava da sempre il suo sonno, coperta dal lenzuolo che mamma le rimboccava dopo il bacio della buona  notte. Si, era quella la sua casa perchè avvicinandosì sentì il canto dell'amico, dell'amico che da sempre, accompagnava il suo sonno. Il canto del cuculo, il suo cucù. Dopo, dopo Maddalena non ricorda cosa accadde. Ma il suo papà non andò verso la porta di casa. No. Tenendola per mano si accostò all'angolo buio, dietro la colonna sulla quale si appoggia il fienile ed apri la porta. La porta della vecchia, polverosa cantina. Fu a quel punto che davvero Maddalena si svegliò. Il papà, entrato, subito aveva chiuso la porta ed acceso un fiammifero Si guardò attorno meravigliata di trovarsi nella vecchia cantina della sua casa. Aveva sempre amato quella polverosa cantina, così piena di vecchie botti, l'aratro, la scala. L'aveva così amata perchè era lì che nascevano, nascosti, celati al mondo ed a tutti, i suoi sogni e timori. Si guardava attorno stordita e infine vide il papà accendere un vecchio lume a petrolio abbandonato su una vecchia sedia, poi accostarsi all'angolo buio vicino alla porta che conduce all'interno della sua casa. Il papà si chinò e raccolse una vecchia piccola botte consunta dal tempo gettata in un angolo buio, coperta dalla polvere del tempo e ragnatele. Poi dalla tasca estrasse un temperino, lo aprì e con esso tolse il vecchio fondo della piccola botte. Poi, lentamente, infilata la mano raccolse non un libro ma piccoli fogli solitari e smarriti, ingialliti dal tempo. Li mise in una tasca. Mi abbracciò: Maddalena, forse ora so. 

 
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CAPITOLO 11

Post n°316 pubblicato il 16 Febbraio 2025 da la.luna.piena1

Maddalena di quella notte aveva vaghi ricordi. Si ricordava dei toni alti, delle discussioni che stavano nascendo e si ricordava la porte sbattuta in maniera violenta quando suo padre li aveva messi alla porta e scacciati da casa. Si ricordava che al suo ritorno da scuola il padre le disse che dovevano partire, l'ennesimo viaggio di lavoro e che sua madre era dovuta partire per accudire una sua parente e poi li avrebbe raggiunti. Maddalena si stupì molto di questo fatto perchè pensava di non avere ne zii e tantomeno zie e invece almeno una zia c'era. Come tutte le bambine della sua età era molto curiosa e iniziò a fare domande su questa sconosciuta parente. All'inizio suo padre rispose a quasi tutte le sue domande, ma poi le disse che era meglio lasciarlo guidare tranquillamente. Guardò l'uomo e alzando la voce chiese che cosa sapeva lui di sua madre, il perchè era sparita e il motivo per cui  lei e suo padre non si fermavano in un posto per tanto tempo. L'uomo si preoccupò di questo alzare la voce e prendendola per una mano la fece risedere sulla panchina. Si guardò intorno per essere sicuro che le persone non li stessero guardando e provò a spiegarle alcune cose. Iniziò a parlare di un libro cercato da troppe persone, di pagine strane e mai tradotte, ma si fermò dicendole di alzarsi senza tanta fretta e di iniziare a camminare perchè alcuni visi non lo convincevano. Le disse di non correre per non farsi notare, ma contemporaneamente le disse pure di non fermarsi o di guardare indietro. Arrivarono a casa con il fiatone e andò subito a cercare suo padre nel "laboratorio" per raccontargli ciò che era appena successo. Lo trovò intento a finire un libro e vedendola ancora ansante la fece sedere. Gli raccontò tutto e ad ogni frase il viso di suo padre era un'espressione sempre più preoccupata. Quando finì il racconto vide suo padre che si era messo a camminare per la stanza, cosa che faceva sempre quando aveva bisogno di pensare e si trovò a dover andare in cucina a bere qualcosa. Sia per la corsa, sia per la tensione nervosa che piano piano la stava abbandonando, Maddalena  ebbe bisogno di sedersi e prendere fiato. Non si accorse che piano piano i suoi occhi si stavano chiudendo e si trovò a dormire con la testa appoggiata sul tavolo. Quando si svegliò non si rese conto subito dov'era; se era in biblioteca a casa sua o se questa era la cucina della sua casa oppure se era la cucina di questa zia fantomatica. Passarono alcuni minuti e alla fine si rese conto dov'era e cosa aveva detto prima. Si diresse quasi di corsa dove sperava di trovare suo padre e aprendo piano piano la porta vide che era al lavoro. Non lo disturbò e andò invece in biblioteca a dare una mano a vendere dei libri. Alla sera suo padre disse che il giorno dopo sarebbero partiti se il lavoro che aveva appena finito lo soddisfaceva. La mattina dopo fu svegliata dal profumo della colazione preparata dal padre e appena l'ebbero finita si indirizzarono verso il laboratorio. Il libro era appoggiato sul tavolo, le pagine si erano ben incollate al dorso e il titolo sembrava scritto con parole d'oro talmente queste luccicavano. Il padre , soddisfatto del suo lavoro, le disse che oramai il periodo di lavoro era finito, anche se per il bibliotecario era durato ben poco e se gli davano retta minimo sarebbero passati 2 anni prima che avesse finito. Tempo che non avevano a disposizione. Salutarono con commozione il bibliotecario, mentre il padre finiva di caricare la macchina Maddalena ebbe in regalo un libro e promise che sarebbero passati e fermati al loro ritorno. Partirono e dopo alcuni km in assoluto silenzio il padre le chiese se aveva nostalgia della madre e le disse che aveva preso una decisione. Maddalena non sapeva che cosa rispondere: ovvio che aveva nostalgia di sua madre. Quale figlia o figlio non avrebbe nostalgia dopo tanto tempo, ma aveva anche paura di alcune cose. Aveva paura di non essere riconosciuta, di non essere amata tipo quando si sbucciava un ginocchio e sua madre accorreva immediatamente per non farle versare calde lacrime e che le diceva che tutto serviva per diventare grande nella vita. Il padre, senza guardarla, iniziò a raccontare alcune cose. Sua madre non era presente a causa di un libro che rimpiangeva di averlo avuto fra le mani e alla sua maestria di scrivere in tante lingue diverse. Questo libro era cercato da molte persone per motivi diversi. I principali antagonisti erano il clero e alcune potenze militari. Che cosa aveva di speciale quel libro? Tutto e niente. Infatti era un libro di poche pagine, circa 200, ancora molte da decifrare e piene di disegni e caratteri  di scrittura sconosciuti. C'erano numeri, c'erano parole e c'erano tanti disegni di piante e altro sconosciute. Chi l'aveva scritto questo libro? Non si sa, si sa solo che si supponeva che chi riusciva a decifrare il contenuto poteva raggiungere il famoso paradiso terrestre o Eden. Oppure  oltre all'Eden si supponeva che ci fossero informazioni per soggiogare intere popolazioni al volere di chi sarebbe riuscito a decifrare. Sua madre vi era riuscita per alcune pagine e adesso era stata presa da coloro che volevano  la traduzione completa, ma senza libro....

 
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capitolo 10

Post n°315 pubblicato il 02 Febbraio 2025 da la.luna.piena1

La mattina dopo aver fatto colazione Maddalena e suo padre si divisero. Lui andò nel "suo" laboratorio per finire la rilegatura di alcuni libri vecchi e importanti, mentre lei decise di fare un giro fuori anche per conoscere un po' di più quel paese che da circa due settimane era la nuova casa.  Prima di partire, mise nel suo zainetto una bottiglietta d'acqua e salutando il padrone di casa si incamminò. Maddalena era sempre meno intimorita di perdersi grazie anche alle passeggiate guidate fatte con il suo amico, ma stavolta essendo da sola voleva stare un po' attenta perchè in un attimo ti puoi trovare nei guai. La giornata era tipicamente primaverile, il sole ti scaldava senza farti sudare e poi vi era una leggera brezza che ti aiutava  durante il cammino. Maddalena si trovò in una zona  che ra molto bella. Le vie erano molto simili tra loro, le case tutte tenute bene, giardini con molti fiori e una zona molto linda nell'aspetto. Dopo un po' iniziò ad avere stanchezza nelle gambe e vedendo alcune panchine all'ombra, senza indugi entrò nel parco e si sedette. Vedeva le persone muoversi come tante formichine. Tutte in movimento tutte apparentemente senza una vera destinazione, ma che non era vero. Mentre sorseggiava un po' d'acqua vide vicino a se, un piccolo scoiattolo indaffarato a cercare di rompere il guscio di una nocciola. Purtroppo per lei  in questo modo non si avvide della persona che si stava avvicinando e quando se ne accorse era troppo tardi. Maddalena non sapeva se gridare con la speranza di essere sentita e quindi soccorsa, oppure cercare di scappare anche perchè l'uomo era intento a mangiare un biscotto. Stranamente non fece nessuna delle cose pensate, anzi accettò il biscotto che le veniva offerto. Guardandolo negli occhi e con un coraggio che nemmeno lei sapeva di possedere gli chiese che cosa voleva da loro e perchè non li lasciava in pace. L'uomo sospirò e iniziò a risponderle. Maddalena venne a sapere che c'era una persona che voleva una cosa da suo padre e questo oggetto era un libro. Le disse che anche lei l'aveva visto, ma forse non si ricordava niente perchè la prima volta che arrivò a casa sua, lei era ancora piccola. Per farle capire che persona era costui le fece un esempio. Ci sono due categorie di persone nel mondo, mia cara. Quelli che vedendo un essere umano o un animale in difficoltà cercano in tutti i modi di aiutarlo e senza chiedere niente indietro come tornaconto; c'è l'altra categoria invece che egoisticamente si disinteressa degli altri e che cerca di avere un proprio tornaconto. Nella seconda categoria apparteneva quello che voleva avere questo benedetto libro. Con un sorriso amaro e triste disse inoltre che costui si era circondato di persone malefiche quasi quanto lui e facilmente riconoscibili dal loro modo di vestire. Maddalena, stizzita gli rispose che non era più una bambina e sapeva benissimo che vi erano i buoni e i cattivi. L'uomo alzando le mani come in segno di resa e sorridendole le disse che era meglio per lei se ne aveva soltanto dire leggendo sui libri e come padre si sarebbe comportato identicamente a suo padre. Maddalena lo stava ascoltando attentamente e ad un certo punto le venne di chiedere che cosa conteneva di tanto importante quel libro che era una fonte di guai. L'uomo non sapeva che cosa rispondere e alla fine rispose con un'altra domanda: Che cosa si ricordava Maddalena di tutto questo e soprattutto se si ricordava di sua madre. Maddalena al nome della madre  quasi si mise ad urlare nel chiedere che cosa c'entrava sua madre e perchè era sparita: si era stancata di lei per caso?  L'uomo rispose che non doveva nemmeno pensare a queste cose, di credergli quando diceva che sua madre le voleva tanto bene perchè lui era amico di sua madre e aveva dato la sua parola di aiutare sia lei che Maddalena in modo tale da farle congiungere il più presto possibile. Maddalena mentre l'uomo parlava ebbe una piccola visione: lei nel soggiorno con i suoi quando aveva 3 anni e con sua mamma che le leggeva una fiaba prima di portarla a letto. Erano intenti  chi a leggere e chi ad ascoltare quando qualcuno suonò alla porta e Maddalena si ricordava che prima suo padre e poi sua madre,dopo averla portata a letto, si erano trasferiti nel soggiorno a parlare con queste persone. In uno primo momento le voci erano quasi come sussurrate per non svegliarla, ma poi il tono di voce si alzò, si sentirono voci su voci ed a un certo punto suo padre sbatteva fuori queste persone dicendo a loro di non farsi più vedere. Purtroppo non si fecero vedere, ma anche la madre di Maddalena non c'era più ed erano passati già dei mesi dalla sua scomparsa

 
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CAPITOLO 9

Post n°314 pubblicato il 19 Gennaio 2025 da paolaassisi

 

E’ bella la sera. E’ bello avere un nuovo amico. E’ bello.

Maddalena rientrando alla casa di Viy ed attraversando il giardino guardò il cielo ancora  splendente di luce che tendeva al viola. E vide le rondini. Le rondini zigzagavano  nel cielo cambiando veloci il loro volo per trovare l’insetto che era cibo per il nido. Il nido attendeva il ritorno della mamma, che era cibo ed amore.

Anche  Maddalena guardando le rondini si sentì invasa dalla melanconia. Anche lei  attendeva la mamma ma certo sarebbe tornata, come la rondine che volteggiava  nel cielo, piena d’amore. Accostandosi alla finestra della casa di Viy vide una  luce. Il suo papà era chino su di un libro, non lo sfogliava ma attento  leggeva; poi lo carezzava con sottile pennello, poi lo riguardava attento  leggendo. Il pennello carezzava la pagina consunta dal tempo poi fu suono.

All’improvviso   Maddalena  fu investita da suono. Il pennello sembrò come animarsi. Smise di    carezzare ma veloce scorreva sul  foglio consunto dal    tempo poi si fermava. E fu musica. All’improvviso  Maddalena si accorse che   dentro la casa dove il padre lavorava sul libro era musica. E vide. Kiy era al pianoforte e suonava un brano vibrante di colori e con i suoni  del pianoforte vedeva il pennello del padre come   agitarsi, come danzando e restaurare parole di un tempo perduto.

Maddalena  era contenta. Contenta di vedere che il suo papà riusciva a percepire le parole   nascoste dal tempo, come guidato dal nuovo amico che suonava accompagnando   sapiente al pianoforte i sentimenti, i sogni nascosti nel libro consunto.  Maddalena non osò entrare nella casa di Viy, temendo rompere l’incanto. Guardava il pennello ascoltando il suono, guardava le ultime rondini che  volteggiavano prima di tornare al nido. E pensò alla mamma. Forse anche lei la  sera ascoltava i suoni e ricordò come da piccola le avesse raccontato che la  musica ed il libro, se veri, sono la stessa cosa. Entrambi non sono fatti per  essere venduti perché entrambi sono musica per chi li scrive. Sono la   musica segreta del sentimento che nell’istante nel quale il libro, il partito, vengono scritti risuona nell’anima di chi scrive. E musica e libro sono  sentimento che pochi possono comprendere, leggendo, ascoltando.

Maddalena  non riusciva a comprendere di cosa parlasse la lingua del libro che il padre  delicatamente sfiorava con il pennello né riusciva a comprendere di cosa  parlasse il pianoforte di Kiy, ma comprese che il libro ed il piano parlavano la stessa melodia ed era impossibile entrare nella casa rompendo l’incanto del  libro e del piano. Ed abbassò lo sguardo piangendo di gioia e melanconia. E  vide il barboncino. Il barboncino di Peter non era tornato alla sua casa ma  l’aveva accompagnata scodinzolando felice. E’ bello pensava avere trovato una  nuova amica e curioso di essa l’aveva accompagnata fin sulla soglia di casa. Maddalena lo guardò,  delicatamente lo  carezzò, con gioia lo abbracciò sentendo il calore del corpo, il calore di chi  pure è felice perché ha trovato chi lo cercava.

Poi  veloce scattò, e correndo tornò alla casa di Peter.

Infine  entrò e sentì il calore della stufa, il borbottio della pentola sulla stufa a  legna. E sentì il profumo ben noto. All’improvviso ricordò la sua casa. Il profumo della sua casa, d’inverno, era lo stesso profumo della casa di Kiy. La  cucina calda della stufa a legna, il bollore lento della pentola, il profumo  fumoso della legna e con esso l’abbraccio della sicurezza. Fu presa   dall’incanto del dolce ricordo e non ebbe il coraggio di rompere l’istante  chiedendo al papà chi fosse quell’ombra. E dopo fu notte, e fu sogno.

Poi fu mattina.

Ma è  presto! Ho sonno! Un raggio di sole filtrava sotto lo scure di legno e  Maddalena tirò il lenzuolo sugli occhi. Però, però, a ben pensare vi era si il  raggio di sole, ma vi era anche suono e profumo. Allora attenta ascoltò. Si, certo, doveva essere da poco sorte l’alba ma il suono? Che era quel suono? Ed  il profumo? Ma quello erano il raggio, il suono il profumo che da sempre prima  di alzarsi avvolgeva la sua casa. Era il profumo della casa di mamma quello. Il  tintinnare del cucchiaio sulla tazza, il sussurrare ridente del suo papà e  della sua mamma, il borbottio del primo caffè del giorno ed il profumo che  dalla cucina saliva al piano di sopra, fin nella stanza di Maddalena. Scostò il  lenzuolo strofinando e spalancando  gli occhi. Maddalena prima di aprire gli occhi vide la sua camera poi li spalancò: no, non era la sua camera quella. Era la camera della casa di Kiy quella. No, non era il suono del cucchiaio sulla tazza di caffelatte della mamma quello. Non  era il suono che ti sveglia prima della scuola quello. Era il suono  di un nuovo giorno in attesa di altro giorno. Maddalena si girò sul letto. Doveva dire al suo papà che credeva avere visto, in una strada del paese, quel volto. Quell’uomo. E Maddalena aspirando il lieve  profumo di legna che dalla stufa di sotto saliva, decise. Oggi avrebbe detto al papà di avere visto quell’uomo. Era lui? Perché li aveva seguiti? Maddalena  sapeva che il suo papà l’aveva quasi costretta a fuggire dalla sua casa. Ma perché doveva fuggire? Da chi? E come avrebbe potuto la mamma trovarla  fuggendo?

Poi sentì aprirsi la porta. Il papà entrò e lei correndo lo abbracciò.  All’improvviso la gioia del risveglio nella sua casa vera casa, era scomparso. Non sentì più il profumo del caffelatte ed il suono del cucchiaio sulla tazza  che accompagnava la corsa verso la scuola. Sentì la paura della fuga. Ma non  comprendeva il perché. E disse di avere visto quell’ombra.

Il  papà sembrava confuso. Non mostrò paura né meraviglia. Poi, le disse: lo so.  Lo sapevo. Non avere timore. Il viaggio è una tappa verso il ritorno. Non vi sono  più pericoli sai. Il viaggio è la strada. La strada che porterà al ritorno. Presto saprai. Scendi, il libro ti attende. Non deve un libro sentirsi  trascurato. Se lo trascuri perde i colori e se perde i colori non puoi sentirei suoni che chi lo scrisse sentiva. Scendi, è mattina, corri!

 
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