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Post n°309 pubblicato il 10 Novembre 2024 da la.luna.piena1
Maddalena, per un po', guardò il paesaggio che scorreva dal finestrino della loro automobile. Un paesaggio che non offriva niente di interessante e quindi dopo un po', per non disturbare il padre alla guida, decise di leggere un po' uno dei suoi libri. Allungò la mano verso il sedile posteriore e prese un libro qualsiasi perchè sapeva già che erano tutti libri interessanti e mai letti fino ad ora. Si mise comoda sul sedile, abbassò leggermente l'audio dell'autoradio e aprì il libro. Fin dalle prime pagine, Maddalena fu letteralmente presa dalla trama del libro e oramai , per la sua mente, non era più seduta su un'auto che correva su un rettilineo monotono e noioso, ma era in un mondo tutto a se pronta a vivere le più meravigliose avventure che le potessero capitare. Il tempo passò con dolcezza e Maddalena appoggiò la testa al finestrino per riposarsi la vista. Era una cosa che le diceva sempre suo padre: Mai continuare a leggere per ore e ore, ogni tanto fermati e fai riposare la vista perchè questa è una solamente che hai. Maddalena aveva chiuso per un attimo gli occhi, quando si rese conto che l'auto aveva diminuito la velocità e stava cambiando direzione. Si mise diritta e volse il capo verso il padre che le disse che era ora di saziare non solo la mente, ma anche il corpo perchè era arrivata l'ora di pranzo e sinceramente iniziava ad avere fame. Maddalena si guardò intorno e si rese conto che ciò che vedeva per lei era tutto completamente nuovo. A guardare bene in fondo non solo non sembrava più di essere nel proprio paese, ma anche di essere in un'altra epoca. Infatti il paese presentava pochissime strade dove potesse passare un'auto senza rovinare la carrozzeria e la piazza dove si erano fermati era avvolta in un irreale silenzio. Va bene, pensò Maddalena, che è ora di pranzo e quindi la maggior parte della gente può essere indaffarata in cucina, ma un po' di sano caos non ci starebbe male. Suo padre la prese per mano e le disse che bisognava trovare un posto dove mettere sotto i denti qualcosa. Girarono per un po', quasi intorno, senza incrociare anima viva o un ristorante e quando stavano decidendo di ripartire ebbero un colpo di fortuna. Incontrarono un ragazzo, quasi coetaneo di Maddalena, che gentilmente li accompagnò verso una locanda. Maddalena sentendo chiamare il ristorante , locanda, lo corresse subito e il ragazzo ridisse, convinto, locanda e non ristorante. Il padre per interrompere eventuale diatriba disse che fosse ristorante o locanda non vi era problema basta solamente sedersi, mettere i piedi sotto un tavolo e mangiare qualcosa di commestibile a buon prezzo. Entrarono nel locale e immediatamente entrambi rimasero senza parole nel vedere l'aspetto. Doveva essere un locale restaurato come un qualsiasi locale medievale. A differenza di molti locali, questo presentava panche al posto delle sedie. Il soffitto era basso con le travature scoperte e la cucina era si separata dal resto del locale, ma gli avventori potevano vedere all'opera chi cucinava. Con soddisfazione videro che l'igiene regnava completamente nel locale. Le pentole, appese a portata di mano per essere usate, erano lucidissime. Lucidissimi e senza un filo di polvere i tavoli e i pavimenti luccicavano perfino. Il locale era ancora vuoto e Maddalena andò a sedersi in un tavolo molto vicino alla porta in modo tale da scappare se le cose iniziavano a mettersi male. Il ragazzo che li aveva accompagnati, si diresse verso una porta e dopo un po' ricomparve accompagnato da colui che doveva essere senza ombra di dubbio il proprietario o uno dei camerieri. L'aspetto indicava che non vi era nulla da temere, ogni parte del suo corpo e ogni gesto che faceva indicava una bonarietà vera e non occasionale per la clientela. Si scusò del ritardo e iniziò a elencare le varie pietanze che stavano finendo di cuocere. Tutti i cibi erano buonissimi e gli aromi che si sentivano nell'aria aumentavano l'acquolina in bocca e i brontolii dello stomaco. Mentre parlavano Maddalena, senza farsi accorgere dal diretto interessato, lo "esaminava". Secondo il suo istinto, che raramente sbagliava costui doveva essere un buon datore di lavoro che si preoccupava sia della salute dei suoi dipendenti, sia di farli lavorare nel migliore dei modi sia per vantaggio loro che anche per suo vantaggio. Infatti chi era stato a mangiare da lui poi trascorrevano ore a descrivere minuziosamente tutto ciò che questo locale e il proprietario potevano offrire come cibo. Il passa parola infatti funzionava tanto bene che il suo locale raramente alla sera era vuoto o semi deserto. Il cibo arrivò e alla fine sia Maddalena che suo padre non rimasero delusi e decisero che era arrivata l'ora di riprendere il viaggio. William si volle togliere una curiosità: come mai in quel locale non vi erano i menù e lo chiese al proprietario. Costui rispose che secondo lui non ne aveva bisogno perchè si fermavano pochi forestieri che venissero da tanto lontano come loro e il resto della clientela era formata da persone che ritornando parecchie volte sapevano già che cosa volevano da mangiare. William disse che per ringraziarlo dell'ottimo pranzo e del basso prezzo, se glielo permetteva in un'oretta gli avrebbe lasciato come modello un menù che poteva poi usarlo a suo piacimento.
Post n°308 pubblicato il 25 Ottobre 2024 da paolaassisi
E' trascorso tanto tempo da quel giorno ma oggi Lei vuole ricordare. Si siede al suo tavolo ed apre il diario segreto che mamma le aveva donato quanto era alle elementari. Poi ne cerca la chiave. Mamma le aveva raccomandato di tenere nascosta la chiave, perchè il diario è segreto. In esso vi sono riposti sogni e pensieri che lei sola deve conoscere il segreto riposto nel tempo, dove il sogno è confuso con il reale, ma sogni e reale talora si confondono in un viaggio che è vita. Maddalena girò la chiave, aprì il diario segreto e scrisse. A lungo scrisse perchè non facile scrivere ciò che una bimba pensa ma dopo, dopo, chi scrive bimba non è. Ancor oggi Maddalena non ricorda quel giorno. Lo ricorda come un sogno. Ricorda che il suo papà le sorrideva promettendole giorni di luci e colori. Non ricorda come si vestì ma ricorda che dalla cucina saliva il profumo di pane abbrustolito. Poi scese. Ricorda che a quel tempo il latte doveva bollire lentamente, schiumoso, ripieno di panna. Ma il papà sapeva che odiava la panna. Discesa vide il papà intento a colare il latte bollente nella scodella, aggiungervi il caffè d’orzo che profumava la cucina, invadendo l’atrio, le scale, fino alla camera che aveva lasciato con il letto arruffato,non rifatto come sempre – aveva fretta quel giorno, e sonno– poi ricorda di essersi accostata ai vetri, chiuse le imposte, le tende tirate. Profumo. Profumo di caffè d’orzo. Il papà la guardava quasi di nascosto mentre con il cucchiaio toglieva dalla scodella isolotti di panna galleggianti. Non le piaceva la panna. Le piaceva guardare il papà che le rimuoveva la panna. Seduta, si sentiva confusa. Insonnolita, lieta ma silenziosa. Spezzò il pane, la crosta, lo intinse dopo avere aggiunto miele; poi mescolò. A lungo. A lungo mescolò la scodella. Quella era la sua scodella.La scodella bianca con una riga rossa che sovrastava un fiore. La scodella di mamma. Miele che da anni giaceva nella credenza ove sempre lo riponeva lamamma. Perché quel giorno non voleva il caffè latte con lo zucchero, voleva il caffè latte con il miele, il miele della mamma. Poi, senza pensare, si alzò.Andò al lavandino e lavò la tazza, il cucchiaio, il piatto. Guardò il barattolo del miele. Il miele della mamma. Chiuse il barattolo, leccò le dita bagnate di miele, asciugò quell’occhio che non si sa per quale motivo luccicava, ripose il miele nella credenza, la chiuse. Fu luce. E’ da quell’istante che Maddalena ricorda. Ricorda di avere corso verso la porta. Di avere aperto la porta e la luce dell’alba invase la porta e le disse: Maddalena, guarda! Guarda Maddalena questo è il mondo, questo il tuo mondo! La chioccia nell’aia sfilava con una dozzina di pulcini quasi fuggendo o forse, cercando, e la luce del primo sole del giorno si frangeva sul bianco delle nuvole ed in cielo erano voli, erano canti. Le rondini volteggiavano sull’aia e così il piccione. Maddalena guardò il piccione. Era vecchio il piccione. L’aveva accolta da piccola, ed oggi ancora la guardava mentre titubante si avviava alla macchina dove il papà ormai le diceva: su, Maddalena, vieni. E’ ora di andare. Sarà un viaggio di bellezza, sogni e ricordi. Sarà breve Maddalena, solo qualche giorno, eppure sarà lungo, intenso. Ricorda il rombo dell’auto, la sciarpa di lana attorno al collo. Il cancello della grande casa era aperto e l’auto lo sorpassò; poi si fermò. Il padre discese, tornò indietro, richiuse il cancello.No, non lo richiuse. Lo incatenò. Torno in macchina, prese una catenella. Assicurò la catenella con un lucchetto. Non aveva mai visto quel lucchetto,quella catenella attorno al cancello. Poi, veloce, l’auto partì. Maddalena allora capì che quel cancello era una tappa. Si voltò. Il grande cancello chiuso, l’aia, la grande casa confusa fra i pini, i pioppi di fronte alla casa, il vecchio piccione che si alzava sempre più in alto, certo guardando l’auto, guardando Maddalena. Guardava il piccione. E Maddalena comprese che da quell’alto il piccione guardava la terra, guardava il passato ed il divenire. E sapeva il vecchio piccione che il volo nell’alto sopra il cortile era una tappa, un divenire. Oggi guardava e vedeva l’aia ripiena della luce dell’alba ma ad essa sarebbe seguita una intera giornata. La luce, il vento, la pioggia. E dopo la consapevolezza che volare è volare nella bellezza, nella gioia, e nulla deve essere temuto perché il volo del piccione dall’alba al tramonto è un viaggio nel divenire, un viaggio nella bellezza, per chi sa guardare il bello ed in esso addormentarsi.
Ricorda la strada. Non era asfaltata la strada. Polvere bianca si alzava dietro l’auto veloce. Si alzava e avvolgeva i due filari di pioppi accanto alla strada, bianca, percorsa dalle prime biciclette che frettolose andavano lungo la strada. Correvano veloci le bicilette lungo la strada. Frettolose biciclette nell’alba. Esse portavano ove chi le conduceva sapeva che andava non a caricare pane e cibarsene, ma al luogo che l’attendeva affinchè, poi, avesse il pane da porre la sera sulla tavola imbandita per volti sorridenti, felici, inconsapevoli della bianca strada percorsa per assaporare quel pane. Maddalena ricorda avere visto la strada, e si accorse di desiderare vedere il nuovo mondo dove l’auto ed il suo papà stavano conducendola, ma sapeva anche che da quel viaggio presto sarebbe tornata. Ma non sapeva che non bimba avrebbe percorso di nuovo la strada, nell’alba: donna.
Post n°307 pubblicato il 08 Ottobre 2024 da la.luna.piena1
Maddalena non si rese conto in tempo che la porta veniva riaperta e non fece in tempo a nascondersi. Suo padre la guardò diritta negli occhi, in modo serio le che chiese che cosa faceva lì e soprattutto perchè non era sotto le coperte come le era stato chiesto. Maddalena si accorse che suo padre era presente fisicamente, ma mentalmente era tutta da un'altra parte. Gli disse, avvicinandosi in modo tale da non essere sentita, che quell'uomo non le piaceva per niente e gli chiedeva ,anzi implorandolo, di mandarlo via perchè oltre a non piacerle ne aveva paura. Suo padre, la prese per mano e piegandosi sulle ginocchia le promise che stava solamente una notte e che al suo risveglio non l'avrebbe più trovato presente in casa con loro. Le fece un caldo sorriso, le diede una carezza sulla testa e le disse che adesso doveva veramente andare a letto e mettersi a dormire subito. Detto questo le diede la schiena e ritornò nella stanza dove l'aspettava questa oscura persona. Maddalena provò ad avvicinarsi alla porta senza fare rumore, ma non riusciva più a sentire nulla e a malincuore rifece le scale e se ne andò in camera sua. Si mise sotto le coperte e rinunciò a leggere perchè sapeva che non sarebbe stata attenta alla storia che il libro le voleva raccontare. Si mise su un fianco, lasciò che i suoi pensieri prendessero forma e spazio e piano piano sprofondò nel mondo dei sogni. Intanto nella sala di sotto, Ted e William stavano parlando del motivo per cui Ted era con loro in quel momento. Ted chiese ancora a William che cosa pensava di fare con il suo problema maggiore. Gli ricordò che come l'aveva trovato lui anche altre persone lo avrebbero trovato e forse non sarebbero stati amichevoli come era stato lui. Gli chiese che vita stava facendo fare a sua figlia. Non si rendeva conto che stava crescendo e piano piano si sarebbe stancata di trasferirsi da un luogo all'altro senza sapere il perchè. Prima o poi gli avrebbe chiesto il perchè e da chi scappavano da anni e anni e allora in quel frangente che cosa le avrebbe risposto? William abbassando un po' la testa e bevendo l'ultimo sorso rispose che doveva prendere una decisione e che quindi l'avrebbe presa la notte stessa. Ted si alzò e rimettendosi il cappello e il cappotto si avvicinò alla porta per uscire e gli disse che era interessato a sapere la sua decisione . William, niente in contrario se vengo a fare un giro domani mattina? chiese mentre stava aprendo la porta per uscire. William rispose che per lui non vi era nessuna difficoltà, ma di non andarci presto perchè fino alle due aveva una riunione a scuola da Maddalena. Si salutarono e William, dopo aver controllato che Maddalena stesse dormendo, se ne andò a dormire, ma sapeva già che non sarebbe stato capace di dormire un po'. Venne la mattina, Maddalena si svegliò e guardò la sveglia. La sveglia stava indicando le 5.20 era appena l'alba e poteva ancora dormire un paio di orette. Si girò su un fianco, chiuse gli occhi, ma fu svegliata completamente dall'entrata frettolosa di suo padre. Le sorrise, le diede un bacio sulla fronte come faceva di solito e le disse che si scusava di averla svegliata, ma le doveva parlare. Si sedette sul bordo del letto e le disse che per alcuni motivi dovevano partire urgentemente. William prese la solita valigia che veniva usata spesso per questi viaggi improvvisi e incominciò a riempirla con gli indumenti che indossava di solito Maddalena. Si sedette, guardò suo padre che frettolosamente sembrava che buttasse i vestiti nella valigia e gli chiese se questa partenza era causata dall'arrivo di quella persona la sera prima.William, la guardò, le rispose che non vi era collegamento tra le due cose e anzi sarebbero ritornati nel giro di 3-4 giorni. Continuando a riempire la valigia le fece fretta dicendole di alzarsi , di vestirsi e se per colazione andava bene il caffè latte con biscotti. La lasciò sola e andò a preparare la colazione. Maddalena uscendo dal bagno e indirizzandosi verso la cucina vide gli altri bagagli e tutta l'attrezzatura che suo padre adoperava per il suo lavoro. Andò in cucina, si sedette di fronte a lui e gli chiese dove si andava questa volta. Maddalena oramai era abituata ai trasferimenti per motivi di lavoro di suo padre ed era curiosa di sapere quale biblioteca o quale antiquario aveva dei libri da rilegare o da riparare dai danni dovuti dal tempo. Infatti suo padre come professione rilegava e riparava libri antichi e con seri problemi di conservazione e da lui, come da sua madre, aveva assimilato, facendolo diventare suo, l'amore per la lettura e per i libri. Dopo un'ora furono pronti per partire e iniziarono a caricare la macchina dei bagagli. La mattina era fresca, si sentiva l'arrivo imminente dell'autunno e prima di uscire dal vialetto, Maddalena diede un'occhiata alla sua casa. C'era cresciuta in quella casa, in essa aveva passato dei bei momenti e il suo desiderio inconfessabile era quello di avere almeno un po' di compagnia, un compagno di giochi, tipo un cane. Sapeva che essendo spesso in giro e lontana da casa era quasi impossibile realizzare questo desiderio, ma nel suo cuore sperava che questa vita da semi zingara un giorno finisse e anche lei come tutti i suoi coetanei/e poteva crescere ed avere una vita normale. Partirono e Maddalena guardò ancora una volta il giardino, la sua casa senza immaginare che avrebbe vissuto le più meravigliose avventure che la sorte le poteva recare. Avventure che l'aiutarono a crescere, a conoscere nuove persone, a volte buone, a volte cattive ma in tutti i casi utili per la sua crescita. La prima avventura era a poca distanza da dove si trovava Maddalena in quel momento....
Post n°306 pubblicato il 22 Settembre 2024 da la.luna.piena1
Vi era una bellissima luna piena quella notte. Aveva piovuto per tutta la giornata, una pioggerellina fine , fine e verso sera il cielo era sgombro da nuvole e illuminato da una splendida luna per gli innamorati. Maddalena, una bambina dodicenne ,mise sotto il cuscino l'ennesimo libro che stava leggendo il suo sguardo andò fuori dalla finestra e i suoi pensieri che presero mille direzioni. Provò a sistemarsi per far si di scivolare nel mondo dei sogni il più presto possibile, ma continuava a pensare, pensare, pensare. Il suo pensiero fisso nelle notti di luna piena ritornava a 2 anni prima quando successe un qualcosa che le cambiò la vita , non solo a lei, ma a tutta la sua famiglia. Si ricordava bene cosa era successo e a volte le veniva ancora un groppo alla gola per la malinconia che la colpiva: Quella sera era in salotto con i suoi genitori che stavano leggendo un libro. Il turno di lettura toccava a suo padre e lei si era coricata sul divano per ascoltarlo in attesa che le si chiudessero gli occhi. La trama del libro era molto avvincente e Maddalena cercava in tutti i modi di restare sveglia. Ad un certo punto cadde un fulmine e la corrente andò via. Il padre le disse di non avere paura e che adesso andava a vedere il. contatore. Quando ritornò in salotto con la luce, si accorsero che la madre non era seduta sulla poltrona e la chiamarono. Non ci fu nessuna risposta, un silenzio totale e con orrore si resero conto che non era in casa e nemmeno fuori. In poche parole era letteralmente sparita. La cercarono per mesi e mesi, denunciarono la sua scomparsa alla polizia, ma fino ad ora nessun risultato. Tutte le volte che vi era la luna piena, Maddalena sperava di rivedere la madre e che spiegasse dove era stata. Quella sera, si rese conto, che era impossibile addormentarsi, tanto valeva riprendere a leggere il suo libro. Lo prese fuori da sotto il cuscino, si mise a sedere e aprì il libro. Amava sentire il frusciare delle pagine, il contatto della carta con le sue dita e soprattutto amava il profumo della carta stampata. Vedendo che la luna non illuminava adeguatamente la stanza per leggere, si alzò, si diresse verso la scrivania e accese una candela. Se ne stava ritornando beatamente sotto le coperte e dal suo libro quando, buttando l'occhio alla finestra; vide un'ombra che si muoveva. In un primo momento pensò che fosse la sua fantasia a farle vedere cose inesistenti, ma poi si rese conto che nel giardino vi era una persona che nascondendosi nell'oscurità non dimostrava di avere buone intenzioni. Senza fare troppo rumore ,andò in camera da letto di suo padre e gli disse che vi era una persona nel giardino. Il padre in un primo momento non le credette, anzi le chiese se non stava facendo un brutto sogno, ma poi la seguì in camera sua. Tenendosi nascosti con le tende, il padre e Maddalena guardarono ancora fuori e ad un tratto Maddalena vide impallidire suo padre. Si allontanò dalla finestra e le disse di non muoversi e si diresse verso il basso. Fu una cosa talmente veloce che a Maddalena non fu concesso nemmeno di fare una domanda, ma siccome era curiosa lo seguì a dispetto delle raccomandazioni avute. Il padre, aprì la porta e chiamò quell'ombra: Ted, sei tu? Maddalena vide avvicinarsi al padre un uomo che indossava un lungo cappotto nero e un cappello che gli copriva un po' la faccia. Istintivamente indietreggiò e facendo così fece cadere il porta ombrelli. IL padre la guardò, le disse di andarsene immediatamente a letto e di dimenticarsi di tutta la faccenda. Ted, si asciugò la fronte, tese la mano verso il padre salutandolo e dicendo: Come te la passi, William? Quanto tempo è passato e quello scricciolo che hai appena mandato a letto quanti anni ha? Maddalena era corsa su in camera, ma era talmente tanta la curiosità che senza fare rumore uscì dalla camera e si mise ad ascoltare. Maddalena notò che a suo padre era comparsa quella ruga sopra il naso che era indice di preoccupazione e senza farsi sentire iniziò a dire sottovoce: Non farlo restare, mandalo via, non mi piace per niente. Vide suo padre chiedere a quella persona se voleva qualcosa da bere e cosa era venuto a fare da quelle parti. Si indirizzarono verso lo studio del padre di Maddalena e si sentì la macchina del caffè a borbottare il caffè che si stava facendo. Non riuscendo più a sentire niente, Maddalena, osò con molta cautela, di scendere e di mettersi ad origliare. Sentì l'uomo dire a suo padre di non sottovalutare il pericolo a cui stava andando incontro, di nuovo e gli chiese se non era stanco di scappare e di far condurre a sua figlia una vita altamente solitaria.
Post n°305 pubblicato il 01 Settembre 2024 da paolaassisi
Che cosa strana! Provare a scrivere un racconto giallo a tre mani! Tre mani? Behe, è vero, abbastanza frequente in fondo. Ma la cosa strana è che le tre amiche, La Luna Piena, Paola, e la terza che mai come nome compare ed è la più giovane fra noi, Crucchetta, scrivono senza conoscere la trama del racconto. La trama è un fluire spontaneo di pensieri, situazioni che appaiono affidate al caso, scrivendo a turno un post. Ma caso non è. Ho una amica di chat alla quale tengo molto anche se, pur seguendolo, si rifiuta di partecipare al nostro Blog “aanima aperta”: Betta. Behe, diciamo la verità. L’amicizia di chat è una cosa, l’avere le stesse opinioni è cosa molto diversa. Io e Betta in verità su molti punti essenziali abbiamo opinioni opposte. E così è con La Luna Piena che sembra una sosia di Betta, il mio opposto su punti importanti: politica, religione…. eh già… opposti. Crucchetta no. Sembra conformarsi nel manifestarsi nel Blog…e invece come si manifesta! Lei è l’unica che, in effetti, si manifesta. Non interviene, non propone una traccia ma… ma… Dirige! Il Blog è in realtà suo perché quando scrive lei legge i post delle altre amiche ma, senza sembrare, lo dirige proprio come si fa con una barca a vela. Poggia, orza, stramba e la barca va fino al punto dove vuole giunga. E Betta, che non partecipa, dice: L’unica che sa dove è l’arrivo è Crucchetta. Si il racconto è terminato. In realtà più che un racconto giallo è un raccontino. Eppure mostra chi è la Crucchetta che scrive un post su trema senza mai comparire. Crucchetta è quella che manifesta il suo pensiero. Il pensiero su come per secoli, millenni direi, si sia rifiutata l’integrazione sociale di Ebrei e Cattolici per soli motivi tradizionali e religiosi. Nel fluire inconscio del racconto, nel quale nessuno sa dove si andrà a parare, è Crucchetta che tiene la barra dritta. Approva il pensiero delle amiche, non contesta, segue la loro traccia ma al momento opportuno prende la via, stramba orza e va! Va verso il suo essere vero che perfettamente conosce e chiaramente mostra: Il rispetto. Rispetto verso qualunque religione che rifiuti la sopraffazione. Solo chi accetta di non sopraffare e accetta di vivere in comunione di intenti, che è comunione di popolo, ha il diritto di sedere parte della comunità, che non è pensiero religioso ma filosofia di Popolo. E’ il rispetto profondo che forma il Popolo e tutti coloro che si riconoscono nel Rispetto formano il Popolo, che quindi non conosce né confini né Nazioni, se riunisce Popoli basati sul Rispetto, e deve tendere ad essere Sovranazionale. Crucchetta chiaramente manifesta la sua Fede, ma non una fede basata sulle tradizioni e sulle interpretazioni e sovrapposizioni di tanti. Una Fede semplice, profonda, vissuta, vera e che rispetta coloro che tendono al bene comune e rispettano tutti coloro che hanno come fine il rispetto del proprio Essere che mai cercherà di sopraffare altri Esseri. E il racconto termina distinguendo i personaggi non per la Fede professata, qualunque essa sia, ma per gli intenti. E chi tradisce il Rispetto verso gli altri, alla fine della strada CADE.
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Inviato da: cerco_guai
il 15/09/2023 alle 09:15
Inviato da: cassetta2
il 22/08/2023 alle 15:28
Inviato da: dolce.elisabetta73
il 30/05/2023 alle 19:55
Inviato da: erika_ton
il 12/02/2023 alle 20:34
Inviato da: Adele.45
il 12/02/2023 alle 13:43