Creato da refacquasaronnese il 06/12/2010

COMITATO ACQUA

Si scrive Acqua si legge Democrazia

 

 

« UN MILIONE DI FIRME PER ...I GESTORI DELL'ACQUA CO... »

acqua bene comune non merce

Post n°393 pubblicato il 07 Maggio 2013 da refacquasaronnese
 
Tag: a

Amici dell'acqua bene comune e non merce. Amici dei beni comuni



Mi inserisco sulla rassegna stampa mandato Alberto De Monaco. Sono anni che gli amici di Aprilia denunciano pacchiane irregolarità amministrative di Acqualatina Spa e rispettivi Comuni dell'Ambito. 

Ho sempre pensato che i Partiti e gli stessi Sindacati dei lavoratori che operano per servizi di interesse generale o per i beni comuni dovessero avere l'articolo 97 della Costituzione e i suoi principi: legalità, imparzialità e buon andamento, come faro.

Al loro posto sono entrati, con le partecipate spa e srl di Comuni Province Regioni e Stato, la "competitività" e la "concorrenza".

Con le participate spa e srl è come essere entrati, a me e non solo pare, in una Repubblica senza più "Res-publica".

Ricordo e ricorderò sempre padre Alex Zanotelli concludere i suoi interventi in difesa dell'acqua pubblica da gestire pubblicamente, con le parole: "mai con una Spa!".

Poiché vedevo tra chi lo ascoltava anche esponenti di forze politiche che sapevo amministrare Comuni, Province e Regioni con servizi affidati a partecipate Spa e Srl, ascoltavo ma pensavo che non sarebbe stato seguito.

A 'giocare' sulle partecipate spa e srl, enti di diritto privato, che dovrebbero restare, secondo i loro sostenitori, rispettose del predetto articolo 97 della Costituzione visto che gestiscono servizi di interesse generale in Comuni Province Regioni e Stato non ci sono solo, mi pare, le forze politiche dalla sinistra alla destra. 

Ma vedo anche le Corti di giustizia, fino alla Corte Costituzionale. 

Si prenda la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 50 del 35/03/2013 e si vada ai punti da 6.2., 6.3 e 6.4. 

Si noterà il richiamo della sentenza della Corte di giustizia Ue 18/11/1999 causa C-107/98, la famosa Teckal e i principi in essa contenuti perché Comuni Province Regioni - e Stato - possano avere, la Corte non lo dice ma visto quello che sta succedendo in Italia resta sottinteso, anche partecipate spa e srl in house; cioè con servizi di interesse generale loro affidati senza gara pubblica di appalto.

Nessuno, neppure la Corte Costituzionale, pur attenta ai principi richiamati dalla predetta sentenza Teckal che queste partecipate spa e srl - per la Corte sembrerebbero sottintese - dovrebbero rispettare per ricevere legittimamente servizi di interesse generale senza gara pubblica di appalto, sembra avere il coraggio di scrivere, apertamente, che la Corte di giustizia Ue riconobbe la regolarità dell'affidamento fatto dal Comune di Viano (RE) del ciclo del calore senza gara pubblica di appalto alla AGAC (Azienda Gas Acqua Consortile con sede a Reggio Emilia) escludendo la Teckal, perché l'AGAC non era affatto una Società di capitali, cioè Spa e Srl, ma un Ente strumentale di più Comuni dell'Emilia; cioè una Azienda Consortile.

Chiunque andasse a leggere gli articoli 31 e 114 del decreto legislativo n. 267/2000, anche conosciuto come Testo Unico delle leggi degli Enti Locali, relativi a "Consorzio" e "Azienda speciale", scoprirà sia il loro essere, per legge, "ente strumentale dell'ente locale", sia, con il richiamo all'"obbligo del pareggio di bilancio", soggetti con "personalità giuridica" che non fa, sia pure con "autonomia imprenditoriale", commercio.

Si sfida a trovare un solo articolo del codice civile relativo alle Società di capitali: Spa e Srl, in cui si parli del loro poter essere "ente strumentale dell'ente locale" e con "obbligo del pareggio di bilancio".

In contrario, si vedano anche i ricordati punti della predetta sentenza della Corte Costituzionale n. 50/2013 - o si torni alla oramai antica e mai smentita sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione n. 49 89 del 6 maggio 1995 per la quale le Società di capitali "operano come persone giuridiche private, ..., senza alcun collegamento con l’ente pubblico" -, solo sconvolgendo codice civile e i predetti principi dell'articolo 97 della Costituzione si possono immaginare Enti Locali parte di una Repubblica che gestiscano servizi pubblici locali con i principi di competitività e di concorrenza o con Società di capitali: Spa e Srl. 

Immaginazione che si direbbe essersi appropriata anche del nostro Parlamento da oltre 10 anni.

Con Comuni - leggi i manager delle loro partecipate - che sono arrivati a competere, leggi a fare utili e profitti speculando non solo sui propri cittadini che da "sovrani" sono diventati "clienti", ma, rompendo il principio costituzionale di "uguaglianza dei cittadini" (art. 3 Cost.) e della "Repubblica, una e indivisibile" (art. 5 Cost.), a speculare anche sui redditi dei cittadini dei Comuni vicini.

In ultimo, si legga l'editoriale di ieri su Il Sole 24 Ore, pag. 8, del prof. Stefano Pozzoli: "Anticorruzione. Sui rinnovi cortocircuito fra Dlgs 39/2013 e la spending review - Cda, no alle nomine obbligatorie".

In poche parole, quando si lesse che nel d.l. del luglio 2012, la spending review, al fine di giustificare le partecipate spa e srl in house, o l'affidamento di servizi pubblici locali senza gara d'appalto, il seguente comma: 

4. I consigli di amministrazione delle società di cui al comma 1 devono essere composti da non più di tre membri, di cui due dipendenti dell'amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e vigilanza, scelti d'intesa tra le amministrazioni medesime, per le società a partecipazione diretta, ovvero due scelti tra dipendenti dell'amministrazione titolare della partecipazione della società controllante o di poteri di indirizzo e vigilanza, scelti d'intesa tra le amministrazioni medesime, e dipendenti della stessa società controllante per le società a partecipazione indiretta. Il terzo membro svolge le funzioni di amministratore delegato. I dipendenti dell'amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e vigilanza, ferme le disposizioni vigenti in materia di onnicomprensività del trattamento economico, ovvero i dipendenti della società controllante hanno obbligo di riversare i relativi compensi assembleari all'amministrazione, ove riassegnabili, in base alle vigenti disposizioni, al fondo per il finanziamento del trattamento economico accessorio, e alla società di appartenenza. E' comunque consentita la nomina di un amministratore unico. La disposizione del presente comma si applica con decorrenza dal primo rinnovo dei consigli di amministrazione successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto.

si pensò di essere entrati in una nuova Repubblica. Con diritto civile e pubblico totalmente diversi.

Il Dlgs 39/2013, scrive il Prof. Pezzoli, "cambia radicalmente le regole di nomina dei consiglieri". In altre parole, codice civile e diritto pubblico sembrano di nuovo salvi. Il professore conclude mettendola sull'ironico - se non fosse che si sta parlando di servizi di servizi pubblici locali di interesse generale - e scrive:

"Per ridare ordine al sistema, il legislatore deve decidere chi deve entrare in un Cda e chi no, ma una volta fatta questa difficile scelta, si deve sforzare di non cambiare idea, e di tenere fermi i criteri per almeno qualche mese". (sic!)  

Basterebbe, prof. Pezzoli, il buon senso di un padre Comboniano, Alex Zanotelli, o il buon senso dei 27 milioni di cittadini italiani che nel 2011 hanno votato essere i servizi pubblici locali beni comuni e non merce, da gestire con veri enti strumentali degli Enti Locali: Aziende Speciali e Aziende Speciali Consorziali, che si ritroverà la pace non solo tra codice civile e diritto pubblico, ma anche tra cittadini e Repubblica. O tra cittadini e democrazia.

Su Il Sole 24 Ore di ieri c'è anche un inserto sul Dlgs 33/2013 relativo alla "Trasparenza nella Pa".

Con le partecipate Spa e Srl di Comuni Province Regioni e Stato buona parte dei buoi a me e non solo, si legga il libro di Ivan Cicconi sulle partecipate spa e srl, sono usciti dalla stalla e finiti, non si esagera se si pensa alla finanziarizzazione della economia, anche in territori sconosciuti. 

Le nuove norme sulla Trasparenza nella Pa sono ampiamente condivisibili, ma accidenti a quanto lavoro, prima, per ricondurre i buoi nella stalla.

A Napoli padre Zanotelli lesse il documento a chiusura di un recente seminario su "Ripubblicizzare si può, ripubblicizzare si deve" con questo incipit: "Dalla Federutility alla Federcomunity". Tradotto: "Dalla Federazione delle partecipate spa e srl alla Federazione dei beni comuni non spa e non srl".

Un lavoro non piccolo. 

A me pare che quanto ci aspetta nei giorni 16-17-18 prossimi sia buona cosa in difesa dei beni comuni. Un po' l'avvio della ricostruzione della staccionata … e forse anche della "Res-publica".  


16-17-18 maggio 2013

RIFIUTA IL DEBITO, SOCIALIZZA IL CREDITO!


Giornate di mobilitazione in tutti i territori con iniziative davanti agli uffici postali e agli enti locali

Un saluto

Altidona 7 maggio 2013 - Luigi Meconi


SI SCRIVE ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA - RESTIAMO UMANI

SI SCRIVE VAL SUSA NO TAV SI LEGGE DEMOCRAZIA - RESTIAMO UMANI


 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

TAG

 

AREA PERSONALE

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963