AMARE DAVVERO

sono una donna che ama troppo

 

immagine

 
immagine
 

VOGLIA DI STUPIRE...D'AMARE...UN FANTASMA...

CREDO IN TE....................COME IL SOLE CREDE ALL'ALBA CHE VERRA'......

COME UNA RONDINE SE NE ANDRA'..............

 

immagine

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
 

 

Post N° 116

Post n°116 pubblicato il 12 Novembre 2006 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 115

Post n°115 pubblicato il 10 Novembre 2006 da Amaredavvero

immagine

 
 
 

Post N° 114

Post n°114 pubblicato il 31 Ottobre 2006 da Amaredavvero

immagine

AMORE VIRTUALE

 

Non conosco il tuo mondo,
il tuo viso, la tua voce.
Sei per me cio che decidi di essere,
senza certezze, solo emozioni
che forse svaniranno col sapere.
Complice del nostro segreto è il monitor,
che raccoglie i miei pianti quando non ci sei
le tue angoscie quando non mi senti
donando magia a chi spesso non osa.
Sposa virtuale o compagna reale?
Cosa cambia?
Nulla ... tutto
entrambi hanno
amore emozioni e sofferenza.

******

Anna Luna

 
 
 

Post N° 113

Post n°113 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da Amaredavvero

Prima di dare aiuto bisogna compredere i propri bisogni
Se non si comprende il bisogno l'aiuto è un falso d'autore
donare amore implica l'amarsi.. se non ti ami che amore puoi dare se non il tuo amandoti... questo è il tuo vero amore il resto è un riflesso cha va e che viene  e spesso non aiuta illude solamente...che stai donando amore...invece è solo bisogno...

immagine

 
 
 

Post N° 112

Post n°112 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da Amaredavvero

 immagine Sono desolata di far perdere del tempo a tutti, ma ho l'impressione d'essere alla fine della corda e di non avere più alcuna opzione.l'ultimo anno è stato il più sventurato della mia vita Ho l'impressione di non arrivare a niente. Ho l'impressione, nonostante  tutte le mie buone intenzioni, di non creare che sofferenza, lotte e un profondo dolore. Non c'è nè amore, nè gioia nella mia vita, veramente pochi amici, niente sogni o speranze. I pensieri del suicidio attraversano la mia mente, perché mi sembra di stare sprecando la mia vita. Non ho più fiducia in me e spesso in niente. Mi sento completamente sola ed in un grande buco nero, senza alcuna forma di speranza. E, malgrado tutto, mi sono data un ultima possibilità. Cos'è che stona in quello che faccio? Cosa devo cambiare?    
.......   .

Si, è stato molto duro. . L' attraversare dei  cambiamenti è stato difficile. Era una grossa sfida. Ma in effetti il peggio è passato. 
a volte, quando sono   sull'orlo di un grande cambiamento attingo al livello più basso, il livello della disperazione più profonda. Perché questo? Perché allora, sono   obbligata a lasciare tutto quello che credo di essere. Questo mi forza a rinunciare alle Vecchie storie. Questo mi  forza a liberare tutto quello che non mi serve più. E in effetti, è atroce da vivere. .

Ora, che sono sul punto di lasciare tutto,mi rendo conto che il Vecchio non funziona più ed è la causa principale di depressione e di frustrazione. Il vecchio non va. Semplicemente, non risponde più. Ma continuo a tornare verso di lui ed a provare ad utilizzarlo ancora, ancora ed ancora. E, sono e sempre più disperata e depressa fino a che lascio la presa, fino a che capitolo!

E in questa resa, si trovano le risposte.  non vi arrendo che a me stessa.. lascio le mie  Vecchie storie. Capitolo alla mia natura più elevata e le permetteto di entrare e di essere con me.  : " Sono alla fine... Sono nell'oscurità più profonda. Non so più neanche chi sono. Ma voglio comunque tentare ancora"

. Non ho più bisogno di battermi . Posso lasciare completamente la presa e dare fiducia al mio  Se', il mio  Se' Divino, il mio  Se' Umano. Tutti noi  .possiamo lasciare la presa. Posso  comprendere che questo da l'impressione di una caduta da una scogliera dentro un gorgo. Ma è in questo momento che si produce il vero miracolo. E' quando stiamo  arrivando a questo punto che permettete alla vostra divinità di manifestarsi. Lascio le limitazioni e le restrizioni delle Vecchie vie umane. Non devo  morire per fare questo. E' semplicemente sufficiente smettere di provare a ritrovarmi sui Vecchi sentieri e di permettere di esprimersi a tutto quello di Nuovo di cui c'è nella vita..  Sono  realmente pronta a liberarmi.

Ma, non sono  sicuri di esserne degna. E' questa la ragione del MIO  problema. Non sono  sicura di meritare tutto questo. Non sono sicura di non dover continuare-come dire- ad andare a scuola, ad apprendere, a frequentare dei corsi. Oh, per tutto quello che ho da fare, lascio andare le lezioni. Non ho più bisogno di lezioni nella mia vita. 

Mi  guardo in uno specchio nel vero e proprio senso della parola,  ad uno specchio. Sentendomi indignata, mi domando  se voglio continuare a vivere nella vecchia maniera. O decidermi  di accordarmi della dignità? Inizio a darmi  il diritto a questo biglietto, per venire in questo incredibile, magico e misterioso Viaggio della Vita e Dell'Amore..

 
 
 

Post N° 111

Post n°111 pubblicato il 29 Agosto 2006 da Amaredavvero


A volte non bastava il tempo..
piccola lanterna di sole in un silenzio d’anima.

A volte mancavi..

e labbra d’argento fuori
quando c’era la neve
e festa dentro il cuore d’acciaio.

..Ma tutte queste mattine
adornano i miei occhi come un faro di luce
tutta questa paura mi avvolge e mi sconvolge…

Di perderti ora detesto il suono
legare memorie a parole
e lacrime di incenso sotto la pioggia..

che se io dovrò un giorno distruggermi il cuore
preferirò morire sopra un letto di foglie

graffiare il tuo nome in un tramonto lontano..
sbriciolare il tuo volto in quel che adesso..

non siamo..



 
 
 

Post N° 110

Post n°110 pubblicato il 07 Agosto 2006 da Amaredavvero

Ricordami

Se il cielo si è oscurato
allora non me ne sono accorta
perchè il mio lo è da tempo
Non è per fare la vittima sofferta
è un ruolo che ho dovuto scegliere
l'eroe che non sempre vince
Pensavo fosse più facile far finta di niente
ma è dietro ogni angolo di casa
è sotto ogni mia impronta in questo buco chiamato casa
Solo sfortunata mancanza di riguardo
e mi sgonfio in ogni forma di poca cortesia
Solo un'involuta mancanza di riguardo
e divento invisibile oltre la mia pelle
Ricordati che c'è sempre qualcuno che stà peggio
quando starai male
Ricordati di me

 
 
 

Post N° 109

Post n°109 pubblicato il 07 Agosto 2006 da Amaredavvero

Solo giustificazioni

Corri a nasconderti nella tua fantasia
non sei mai stata un genio
Corri a nasconderti nel tuo buco
non sei mai stata importante
Corri a nasconderti nelle tue mani
non sei mai stata utile
Corri a nasconderti nel tuo letto
non sei mai stata visibile

Sono solo scuse
non hai niente di concreto
qualcuno dovrebbe prenderti veramente a calci
per fartelo capire che
sono solo giustificazioni

Striscia a nasconderti dietro l'albero
non sei mai stata un'attrice
Striscia a nasconderti sotto il tappeto
non sei mai stata una compositrice
Striscia a nasconderti lontano dalla folla
non sei mai stata un'animatrice
Striscia a nasconderti oltre lo spazio
non sei mai stata viva
Stricia a nasconderti al riparo dalla luce


non sei mai stata una mattina pura

 
 
 

Post N° 108

Post n°108 pubblicato il 23 Luglio 2006 da Amaredavvero

 

 
 
 

Post N° 107

Post n°107 pubblicato il 21 Luglio 2006 da Amaredavvero

Vi segnalo un blog davvero utile ed interessante scritto con competenza da una persona che stimo ed apprezzo molto.

visitatelo spesso!!!

BLOG DI AIUTO, SUPPORTO PER RIUSCIRE A LIBERARSI DA: SOLITUDINE, DISTURBI DEL COMPORTAMENTO, OSSESSIONI, ATTACCHI COMPULSIVI,DIPENDENZE RELAZIONALI E NON SOLO.....

http://blog.libero.it/AIRONEAZZURRO/view.php?reset=1

 
 
 

Post N° 106

Post n°106 pubblicato il 20 Luglio 2006 da Amaredavvero

 
 
 

Post N° 105

Post n°105 pubblicato il 18 Luglio 2006 da Amaredavvero

A.I.L.D.A.R. (Associazione Italiana Lotta alle Dipendenze Affettive e Relazionali) 

E' nata l'associazione senza fini di lucro A.I.L.D.A.R. (Associazione Italiana Lotta alle Dipendenze Affettive e Relazionali).
Associarsi non costa niente è da diritto a una serie di servizi gratuiti quali:
newsletter mensile;
recensione di un libro mensile consigliato;
partecipazione gratuita mensile ad un gruppo di sostegno;
altri servizi di sostegno in fase di attivazione.
Chi è interessato mandi un'e-mail a: aildar@maldamore.it
Il presidente dell'A.I.L.D.A.R.
Dott. Roberto Cavaliere

 
 
 

Post N° 104

Post n°104 pubblicato il 18 Luglio 2006 da Amaredavvero

Titolo
Autore
I cosidetti sani
Erich Fromm
Recensione

Ho scelto questo libro perchè il titolo mi sembrava particolarmente interessante, e infatti non mi ha deluso. Chi è normale e chi no, pensate sia così semplice stabilirlo? Erich Fromm è un docente universitario, e in questo libro sono riportate le sue lezioni, che sembrano
un misto fra psicologia e sociologia. Fromm ci descrive la società americana degli anni '50, ma, se dovessimo escludere alcuni riferimenti storici a fatti accaduti in quel periodo, potrebbe tranquillamente passare come la descrizione della nostra società, quella attuale del 2001. Quante volte avrò sentito dire che "la società siamo noi": dunque, secondo Fromm, ogni società in quanto tale è normale, e chi non risponde alle caratteristiche che essa richiede sarà automaticamente considerato psichicamente inadatto.
Il vero controsenso, a pensarci bene, è che la cosidetta società non potrebbe esistere se non ci fossero gli anticonformisti, cioè quelli che solitamente tendiamo ad allontanare o emarginare in qualche modo. Esiste anche un altro evidente controsenso, l'individualismo: l'uomo che da una parte esce dal gruppo e fa dipendere il suo valore da quello che sa fare, dalla sua capacità di vendersi, mentre dall'altra teme la sua libertà, continua a conformarsi alle convenzioni, ricercando in ogni modo l'approvazione del prossimo.
Poi c'è il problema del lavoro, che un tempo serviva per sopravvivere alla fame, oggi invece l'unica ossessione è il produrre oggetti e macchine sempre più potenti, dalle quali prima o poi (o forse è già così) ci faremo dominare, il tutto con un "sottofondo" di noia e di
insicurezza per il futuro: con il lavoro si fa passare il tempo e si evita la temuta noia.
Lo sviluppo psichico è di fatto la capacità di sopportare l'insicurezza, vivendo in modo ragionevole ma senza capire totalmente come; se raggiungessimo davvero la sicurezza agognata, vorrebbe dire che stiamo vivendo nella totale apatia e nel conformismo. Anche la routine è
vista come una soluzione per non pensare ai problemi della vita: negli anni '50 era presente la chiesa di Scientology che rispondeva all'esigenza di voler credere in qualcosa, seppur completamente assurda, almeno per il modo di vedere della maggior parte delle persone, e dalla quale si potevano far nascere speranze irrazionali. Da qui il fanatismo (e ancora oggi il libro Dianetics è molto letto).
In "I cosidetti sani" si descrivono quelle che vengono considerate le malattie dell'uomo moderno, dalla depressione all'alienazione, al saper provare felicità e dolore: in definitiva, si parla del "coraggio di essere".

 Consigliato a:

Consiglio questo libro a chi ama la psicologia in generale, e vuole saperne di più sui meccanismi della società, in continua evoluzione, di cui facciamo parte. Per dare uno sguardo sulle malattie dell'uomo moderno, si può riferirsi anche al libro di Melody Beattie "E liberati dagli altri". Per approfondire invece la conoscenza di Fromm, consiglio di leggere due delle sue più famose opere: "Avere o Essere?" e "L'arte di amare".

 
 
 

Post N° 103

Post n°103 pubblicato il 16 Luglio 2006 da Amaredavvero

Tre donne sotto all'asfalto

Tre donne stasera sono sotto all'asfalto.

Mio padre è sempre lui. Mio padre è sempre qui. Mio padre è ovunque.

Guardi giù. Vuol dire che sei più su.
Guardi giù e vedi un angolo. Vuol dire che sei all'opposto dell'anello viola.
Guardi dietro all'angolo. Ci sono due donne.
Ricordi un sogno. E la paura.
Paura ritorna. Sogghigna dietro alle spalle. La vedi riflessa nello specchio. In prima fila si è messa.

Sostienimi. Adesso.

Ci sono due donne che svoltano a destra. C'è il cartello di divieto. L'hai messo tu pochi giorni fa.
Le due donne svoltano a destra. Disinteressati passi d'alchimia sparversa. Si lodano reciprocamente.
Le due donne camminano in obliquo. Mantengono una direzione a gambe aperte. Indossano un'alga trasparente. Si intravede la sottoveste che si tiene per mano da sola. E' deliziosa.
Loro guardano in su. Tu guardi in giù.
Sembrano pipistrelli. Invece, sono solo due donne.
Una buona.
Una cattiva.
Non riesci a riconoscerle.
E' un guaio.
Devi aprire la porta alla cattiva. E deporre il saltello per la buona.

Non portarmi via.
Ce la sto per fare.
Non salvarmi più.
Voglio stare su.

Sono solo due donne.
La santa.
La puttana.

Chi ami, papà?
Chi odi, papà?
Chi scegli, papà?

Le donne si stringono. Insegnano. Conservano.

Ricordo:
Due donne ti inseguono. Senti che ti respirano nella borsa. Nel voltarti ti sorridono, docili.
Ti derubano la ricchezza, e te ne accorgi. Le blocchi chiedendo l'intenzione. Le donne sorridono, e continuano a respirarti intorno.
CORRI.
In ascensore ti sdrai e con la saliva scrivi nella fessura sotto ai pulsanti dei piani: SALVA.

Stasera sono salva insieme a loro. Non ho bisogno di correre. Non ho voglia di sbavare. Non credo nella corsa.

Sarei più al sicuro dietro all'angolo che qua sopra.
Però le vedo.
Ci sono.
E sono due.
E sono intercambiabili. E non lo sono più.
Il due per tre non vale più. Non si fanno sconti. E questo è potenza e connessione.

Potresti piangere. O urlare. O credere.
Rimarrebbe tutto come è ora, in questo sguardo dall'alto in basso.

Ecco che il punto di vista conta. Conta in coppie di 7.

Tu sei su. Guardi giù.
Loro sono giù. Loro sono immerse nell'asfalto. Sommerse dalla stesura magmatica. Guardano su. Da giù.

Sembra la scala mobile che sale e va giù in profondità. La coppia di scale mobili parallele che arrivano ad un incontro e si arrestano, maliziose.
Sembra ancora di sentirmi chiamare per nome.
ELENA.
Sei tu Elena?
SI.

Sembra la precisione di Elena e di quell'uomo che sale sulla scala mobile numero 3, che va ancora più su.

Sembra quella fila.
Due donne davanti a te. Una madre. Una figlia. Si tengono sotto braccio. Dritte.
Quell'uomo dietro di te.
Andiamo tutti su. Da giù.

Sembra quella scalinata di pietra,  buia. E quella donna, vecchia. E quel mantello, nero, che la ricopre, che la protegge, che la incoraggia. E quel bastone, nella mano sinistra.
Si va giù.

Ma non è nulla di tutto ciò.
Sembra, ma non è.

Tre donne stasera sono sotto all'asfalto.
Due guardano in su.
Una guarda in giù.

Ne trovi un'altra se guardi bene.
E' sua madre.
ELIDE.
Sei tu Elide?
NO.

Stanotte è tutto diverso.
Stanotte non ci sono i bambini morti.
Elide ha le mani vuote. E bianche.
Non mi manca il rosso.
Non mi manca la saliva.
Non mi manca il bisogno di scappare.

Stiamo tutti bene. Tranne mio padre. Ma starà bene anche lui. Domani, forse. O dopo. O mai.
Stiamo quasi tutti bene, allora.

Mi sento al sicuro.
Quelle due donne le conosco. Riconosco loro mancanze dentro allo scheletro, alla struttura ricoperta di carne, abbondante sottomissione, malcelato e intimidatorio senso di colpa, risorse flaccide...
Quelle due donne sono sillabe che non rinascono, che non si scuotono, che non si scrivono perchè si urlano.

Quelle due donne sono quella via di mezzo che nessuno di noi conosce. Sono la zingara che suona le campane alle 7 meno un quarto ogni mattina... per mia madre.
Quelle due donne sono sotto. E non raccontano i segreti. Seppelliscono chi piange. E chi si copre.

Il giorno in cui quelle due donne riusciranno a fare la pace con le mani rosse di Elide...
mio padre nascerà senza forcipe nella testa, e cullerà tutte le donne del mondo.

Io voglio essere l'ultima. Per lui. Quella che si ricorda per prima. Quella che si sacrifica. Al posto dei bambini. Al posto delle madri. Delle nonne. Delle figlie.

Nonne.
Madri.
Figlie.

In fila indiana.
Si va su, guardando giù.

Perchè?
Perchè in fondo al mare hai lasciato la tua mano. L'hai lasciata all'uomo che non sa parlare, ma solo toccare. Gliel'hai lasciata per avere la scusa di tornare là.
E affogare.
In pace.

 
 
 

Post N° 102

Post n°102 pubblicato il 16 Luglio 2006 da Amaredavvero

Qualcosa di marcio

Se tuo padre è talmente depresso da vivere ancora in questo buco che chiama casa
allora è colpa tua
Se tua madre non capisce che hai bisogno di aiuto
allora è colpa tua
Se le tue sorelle ti ridicolizzano davanti ai tuoi gusti
allora è colpa tua
Se i tuoi amici si fidano di te e si aggrappano a te ma tu sei troppo debole per sorreggerli
allora è colpa tua
Se lui ti ha lasciata perchè speravi che sarebbe tornato
allora è colpa tua
Se tuo padre urla perchè nessuno lo aiuta creandosi finti problemi
allora è colpa tua
Se tua madre non riesce ad accettare il fatto che tu sia malata da anni
allora è colpa tua
Se la tua migliore amica ti sorride abbracciando la tua peggiore amica
allora è colpa tua
Se tua sorella ti stressa fino a farti crollare piangendo per lo sfinimento
allora è colpa tua
Se tu gli avevi donato tutta te stessa ma lui dopo se ne è lavato le mani
allora è colpa tua
Se il ramo dove ti eri appoggiata si è spezzato
allora è colpa tua
Se hai solo sedici anni per decidere o per assumerti le tue dannate responsabilità
allora è colpa tua
Se la tua famiglia ti fa sentire una merda
allora vuol dire che è veramente così
Se tutti i tuoi amici ti tradiscono
allora hai qualcosa di sbagliato
Se tutti prima o poi ti abbandonano
allora hai qualcosa di marcio dentro
Se piangi per l'ennesima volta stringendoti al muro nel buio
Se preghi sperando che questa volta ti ascolti e ti venga a prendere
Se questa volta hai deciso ancora di fare il passo perchè lo sapevi
allora è solo colpa tua

 
 
 

Post N° 101

Post n°101 pubblicato il 09 Luglio 2006 da Amaredavvero

 
 
 

Post N° 100

Post n°100 pubblicato il 09 Luglio 2006 da Amaredavvero

 
 
 

Post N° 99

Post n°99 pubblicato il 09 Luglio 2006 da Amaredavvero

Dipendenza Affettiva

Nell’ambito di un setting di consultazione di coppia, partendo da alcune osservazioni su coppie co-dipendenti in cui almeno uno dei componenti era un alcolista (Troncon et al., 1992), abbiamo iniziato a seguire pazienti che richiedevano un trattamento psicoterapeutico individuale perché afflitti da problemi relazionali, a prescindere che fossero o meno diagnosticabili come co-dipendenti. Tali problemi si configuravano comunque come degli stati di dipendenza che, in varia misura nei differenti soggetti, comportavano fenomeni di perdita del controllo, craving, astinenza, confusione e smarrimento di identità, distorsioni nelle distanze interpersonali, tendenza ad altre forme di addiction e di impulsività/compulsività.
I risultati relativi a 13 casi raccolti e seguiti in psicoterapia (10 femmine e 3 maschi di età compresa tra 21 e 51 anni) sono così riassumibili:
1) in 9 era presente un legame affettivo con un partner con caratteristiche psicopatologiche riconoscibili o con un disturbo di personalità accertato; tra questi 2 erano psicoterapeuti che avevano messo in atto comportamenti di abuso sessuale o relazionale e 4 avevano un Disturbo Narcisistico di Personalità in base al DSM-IV;
2) in 12 casi era rilevabile la presenza di disturbi e comportamenti riferibili allo spettro impulsivo-compulsivo: disturbi del comportamento alimentare (8), uso di sostanze e poliabuso (4), alcolismo (3), shopping compulsivo (3), comportamenti autolesivi (3), sindrome borderline (3), seduzione compulsiva (2), Disturbo Esplosivo Intermittente (2), addiction sessuale (1);
3) in 3 casi vi era evidenza di traumi sessuali subiti nell’infanzia;
4) in 10 casi si registrava una comorbilità per disturbi dell’umore: depressione reattiva (4), Depressione Maggiore (2), disforia (reattiva) (2), Ciclotimia (1), Disturbo Bipolare tipo II (1), Distimia (1);
5) in 9 casi era rilevabile la presenza di complicanze o di diagnosi comorbili differenti dalle categorie sopra menzionate: gelosia paranoide o tratti (3), tentato suicidio (2), attacchi di panico (2), episodi di depersonalizzazione (1), Disturbo Dipendente di Personalità (1), tratti di personalità istrionica (1).

Sulla base di questi dati e della raccolta minuziosa degli aspetti relazionali disfunzionali è stato possibile ricostruire un quadro organico di quell’insieme di sintomi, comportamenti e vissuti cui era stato dato provvisoriamente l’appellativo di dipendenza affettiva:
- Reazioni di disorganizzazione, dissociazione, panico a:
separazione, abbandono, solitudine, aspetti della relazione (distanziamento, controllo, instabilità);
- Caratteristiche (bio?) - psico - sociali della sindrome di dipendenza inclusi:
craving,
astinenza,
perdita del controllo;
- Necessità di controllo o nei confronti del partner o da parte del partner e
- Possibilità di viraggio verso la gelosia paranoide;
- Non esclusiva del sesso femminile
- Possibili abusi, maltrattamenti, incurie, traumi infantili;
- Frequenti disturbi e comportamenti riferibili allo spettro impulsivo-compulsivo;
- Frequente comorbilità per disturbi dell’umore.

E’ a questo punto possibile parlare di un disturbo autonomo analogo o identico a quello che gli autori anglosassoni chiamano relationship addiction (Black, 1990)? E se è possibile, è esso un disturbo di personalità o un disturbo di asse I secondo DSM-IV? Nel primo caso bisogna considerare i confini nosografici e verificare che la dipendenza affettiva non si venga a sovrapporre con altri disordini della personalità, proposti o già contemplati dal sistema di classificazione: ad esempio che essa non sia una replica o una variante o una forma vista da altra angolazione della co-dipendenza o del Disturbo Dipendente di Personalità. La questione può essere risolta entrando nel merito delle definizioni e del core del problema psicopatologico: mentre la co-dipendenza necessita di un partner disfunzionale, la dipendenza affettiva si può sviluppare, come dimostra il nostro studio, anche all’interno di un rapporto con un soggetto apparentemente non problematico; inoltre la personalità dipendente permette passivamente che altri s’impossessino di aree della sua vita e le gestiscano al suo posto, laddove ciò nella relationship addiction avviene di rado, come ancora il nostro studio documenta. Ancora, in essa sembra che le caratteristiche sopra menzionate della dipendenza strutturale si rendano manifeste soltanto in occasione di particolari relazioni (e quindi neanche in tutte), in cui per motivi reali o simbolici il paziente perde il controllo nei confronti del partner.
Del resto la frequenza di comorbilità tra dipendenza affettiva e alterazioni dell’umore o altri disturbi dello spettro impulsivo-compulsivo lascia pensare per essa a una configurazione psicopatologica di tipo asse I, anche in considerazione del fatto che non sembra essere una modalità di funzionamento continuativa o comunque necessariamente a lungo termine. In realtà gli unici riferimenti sicuri dal punto di vista della prossimità nosografica sono quelli della sindrome di dipendenza, i cui elementi costitutivi la relationship addiction condivide, sia sotto il profilo comportamentale che emotivo che dell’eventuale deterioramento psico-sociale (Janiri, 2000).
Mentre si potrebbero pure proporre criteri diagnostici per la relationship addiction sul modello DSM, analogamente a quanto proposto da Cermak (1986) per la co-dipendenza, l’introduzione di tale costrutto in ambiente psicodinamico pone alcune controversie. Innanzitutto i pro: 1) la nozione di “addiction” appare appropriata in riferimento sia alla bramosia di natura e di origine infantile nei confronti dell’oggetto, sia alla scissione del medesimo oggetto, che comporta una posizione di ambivalenza verso di esso, 2) l’inerenza del concetto di identificazione proiettiva, il ricorso al quale sembra giustificato dalla rappresentazione del partner come oggetto cattivo esternalizzato. D’altra parte alcune considerazioni si pongono contro l’autonomia del costrutto di dipendenza affettiva: 1) l’inadeguatezza dell’oggetto reale, che non è mai pienamente controllabile e che richiede capacità di sublimazione e un buon funzionamento dell’Io, a costituirsi quale oggetto di dipendenza rispetto al sostituto d’oggetto, 2) il fallimento dell’uso di tale costrutto nel differenziare patologie gravi da condizioni nevrotiche. Del resto proprio queste critiche possono rivelarsi delle risorse nel tentativo di identificare una realtà clinica: infatti l’inadeguatezza, che è anche del soggetto che cerca di gestire un oggetto non degradato, è indice di uno squilibrio tra l’integrità di una meta e l’alterazione delle capacità atte a perseguirla, e ciò rinvia all’area psicopatologica borderline, per l’appunto al confine tra nevrosi e psicosi. A sostegno di tale interpretazione stanno fenomeni fondamentali della relationship addiction quali la perdita dei confini del Sé nella relazione con l’altro e la paura dello smarrimento dell’identità.

BIBLIOGRAFIA

Black C.: Double Duty. New York, Ballantine, 1990

Cermak T.L.: Diagnosing and Treating Co-dependence: A Guide for Professionals. Minneapolis, MN, Johnson Institute Books, 1986

Friel J.C., Friel L.D.: Adult Children: the Secrets of Dysfunctional Families. Deerfield Beach, FL, Health Communications, 1988

Janiri L.: Il concetto di dipendenza alcolica: origini nosografiche e struttura del costrutto sindromico. In: L Janiri, S De Risio, F Calvosa, E Caroppo (eds), Alcolismo come modello di dipendenza e come struttura psicopatologica. Roma, S.E.U., 2000, pp. 81-105

Johnson V.E.: I’ll quit tomorrow. San Francisco, Harper & Row, 1973

Skodol A.E., Oldham J.M.: Phenomenology, differential diagnosis, and comorbidity of the impulsive-compulsive spectrum of disorders. In: JM Oldham, E Hollander, AE Skodol (eds), Impulsivity and Compulsivity. Washington, DC, American Psychiatric Press, 1996, pp. 1-36

Subby R.: Lost in the Shuffle: the Co-dependent Reality. Deerfield Beach, FL, Health Communications, 1987

Troncon R., Pulito M.L., Falcone M., Janiri L.: Caratteristiche di personalità e co-dipendenza nella coppia alcolista--partner: un’indagine psicometria. Arch Psichiatria Gen 2: 85-89, 1992

Vaillant G.E.: Adaptation to Life. Boston, Little Brown, 1977

Whitfield C.L.: Co-dependence, addictions, and related disorders. In: JH Lowinson, P Ruiz, RB Millman, JG Langrod (eds), Substance Abuse - A Comprehensive Textbook, 3rd ed. Baltimore, Williams & Wilkins, 1997, pp. 672-683

Wright P.H., Wright K.D.: Measuring codependents’ close relationships: a preliminary study. J Subst Abuse 2: 335-344, 1990

 
 
 

Post N° 98

Post n°98 pubblicato il 09 Luglio 2006 da Amaredavvero

Dipendenza affettiva e spettro impulsivo-compulsivodi Luigi Janiri e Sergio de Risio


Istituto di Psichiatria e Psicologia, Università Cattolica del S. Cuore, Roma

Il tema della dipendenza affettiva o relazionale è quanto mai attuale per motivi sia psicopatologici che culturali, prima di tutto perché la dipendenza è una condizione mentale tipica del nostro tempo, in cui rappresenta una importante fonte di sicurezza sostitutiva rispetto alle certezze dei valori in crisi, e poi perché l’instabilità o la precarietà delle istituzioni relazionali tradizionali (coppia, famiglia) tende a selezionare stili di attaccamento ambivalenti o conflittuali, e a favorire la formazione di legami affettivi incostanti o deboli. Ne deriva, a livello intrapsichico profondo nei partner di coppie cosiddette “disfunzionali”, una labilità dell’oggetto d’amore che entra in risonanza con fattori della personalità e con elementi di vulnerabilità spesso dovuti a traumi pregressi. Inoltre, dato che la dipendenza è un tratto strutturale, le diverse forme che essa può assumere in uno stesso soggetto sono a stento contemplate dai sistemi nosografici, come il DSM-IV, e variamente rubricate in esso, e possono pertanto condurre a registrare più disturbi mentali forse solo apparentemente comorbili, quando invece una dimensione di spettro psicopatologico sarebbe più appropriata per inquadrare e descrivere la continuità e la contiguità di dette forme di dipendenza. Lo spettro impulsivo-compulsivo (Skodol e Oldham, 1996) si conferma come il più adeguato per accogliere la problematica dei disturbi correlati alla dipendenza in generale, e a quella affettiva in particolare. Sintomatica della considerevole estensione di quest’area di disagio è la costituzione di sempre più numerosi gruppi di auto-aiuto che, partendo dalla consolidata esperienza di Alcolisti Anonimi (AA), hanno in seguito allargato il repertorio dei target di loro competenza: Narcotici, Overeaters, Gamblers e, buoni ultimi in Italia, i gruppi Sex and Love.

Co-Dipendenza

Proprio in ambiente AA (Johnson, 1973) prende origine e si sviluppa un concetto che si situa preliminarmente a quello di dipendenza affettiva: la co-dipendenza, definita essenzialmente come una condizione multidimensionale manifestata da ogni disfunzione o sofferenza, associata con o dovuta a una focalizzazione su bisogni o comportamenti altrui. L’osservazione che nelle coppie formate da un alcolista e dal suo partner, quest’ultimo spesso presenta inconsciamente aspetti di morboso accentramento intorno alle problematiche dell’altro, risultando ciò nell’alimentazione di dinamiche interpersonali anomale e quindi nel mantenimento dello stato patologico del paziente “designato”, ha stimolato i ricercatori a generalizzare il costrutto di co-dipendenza e a tentare di reperirne i fondamenti psicodinamici (Vaillant, 1977).
Passando in rassegna i concetti nucleari che sono alla base di alcune definizioni e teorie della co-dipendenza, troviamo linee interpretative diverse ma non per questo necessariamente divergenti. Nei soggetti co-dipendenti che si sono sottoposti a un trattamento psicoterapeutico si mette in evidenza, in età infantile, un’esposizione nell’ambiente familiare a regole oppressive che sono state in grado di coartarne un’aperta espressione dei sentimenti (Subby, 1987). Tale osservazione è del tutto congruente con la teoria del Falso-Sè di Winnicott, intorno alla quale ruota la maggior parte delle concettualizzazioni in questa particolare area della dipendenza. Nella medesima direzione si muovono altre osservazioni: i co-dipendenti tendono a trascurare i propri bisogni e desideri e, nella negazione di essi, a mettere da parte, più in generale, se stessi, situazione che è stata anche denominata “malattia del Sé perduto” (Whitfield, 1997). Analoga a questa è la cosiddetta “sindrome del bambino adulto” (adult child sindrome), in cui si verificano i seguenti accadimenti psicopatologici: 1) blocco nello sviluppo dell’identità personale, 2) iperreattività al mondo esterno, alle cui esigenze ci si conforma ansiosamente e indiscriminatamente per mantenere un adeguato livello di autostima e, 3) iporeattività al mondo interno, per l’appunto trascurato e disatteso, per certi versi negato e quindi coartato (Friel e Friel, 1988).
Secondo un’altra linea interpretativa la forma di dipendenza che si instaura nei soggetti co-dipendenti è del tutto simile alle caratteristiche del disturbo borderline di personalità e nella fattispecie ne condivide gli aspetti di: 1) dispersione o diffusione dell’identità, 2) sensazioni e vissuti di vuoto cronico e 3) impulsi e compulsioni, sullo scenario di un Io debole strutturalmente (Cermak, 1986). Dal punto di vista dei rapporti interpersonali significativi, viene sottolineata in questi soggetti la necessità di esercitare un controllo sul partner problematico e l’assunzione su di sè, graduale ma inesorabile, delle funzioni dell’Io dell’altro (Wright e Wright, 1990). Tale operazione di spoliazione ed appropriazione di funzioni egoiche è da considerare come un vero e proprio fenomeno di parassitismo psichico-relazionale, in cui la debolezza dell’Io del co-dipendente è il prerequisito, e quindi il dato di vulnerabilità, per comprendere la motivazione inconscia ab origine nei confronti del coinvolgimento in un rapporto con un partner disfunzionale e nel mantenimento di esso come elemento di sopravvivenza per sè.
Nel tentativo di delimitare le caratteristiche psicopatologiche della co-dipendenza e di tracciarne pertanto un profilo diagnostico clinicamente percorribile, Cermak (1986) ha proposto alcuni criteri diagnostici in stile DSM per il Disturbo Co-dipendente di Personalita’:

A. Continuo investimento dell’autostima nella capacità di controllare sé e gli altri nonostante l’evenienza di serie conseguenze negative;
B. Assunzione di responsabilità per venire incontro ai bisogni degli altri fino ad escludere il riconoscimento dei propri;
C. Ansia e distorsioni del confine di sé in situazioni di intimità e di separazione;
D. Coinvolgimento in relazioni con soggetti affetti da disturbi di personalità, dipendenza da sostanze, altra co-dipendenza o disturbi del controllo degli impulsi.

Definiti questi come criteri maggiori, l’autore ne aggiunge altri in funzione di criteri minori, che come tali implicano una loro presenza “a scelta”, cioè secondo il principio della loro equivalenza in ordine al raggiungimento di una soglia diagnostica:

E. Tre o più dei seguenti:
1. Eccessivo ricorso alla negazione;
2. Costrizione delle emozioni;
3. Depressione;
4. Ipervigilanza;
5. Compulsioni;
6. Ansia;
7. Abuso di sostanze;
8. Condizione attuale o pregressa di ricorrenti abusi fisici o sessuali subiti;
9. Malattie da stress;
10. Permanenza in una relazione primaria con un soggetto abusatore di sostanze per almeno 2 anni senza richiedere un aiuto esterno.

Questo set di criteri fa evidentemente riferimento all’origine della co-dipendenza dall’alcolismo e alla sua iniziale limitata generalizzazione ai disturbi da uso di sostanze, ma essa verrà applicata successivamente anche ad altre tipologie di partner problematici (caratteriali, multi-impulsivi, borderline, schizofrenici, depressi, etc.)
Coerenti con la dimensione di continuità di spettro della co-dipendenza e dell’ansia come sua caratteristica elettiva sono i dati sulla comorbilità psichiatrica che segnalano, come più frequentemente associati ad essa: i disturbi di personalità di cluster C secondo il DSM-IV, la distimia, i disturbi d’ansia, il disturbo post-traumatico da stress, altre forme di addiction (Whitfield, 1997). Come meno frequenti nella comorbilità con co-dipendenza sono segnalati: alcuni disturbi di personalità (borderline, istrionico, paranoide), la depressione maggiore, il disturbo bipolare. E’ pertanto abbastanza coerente con quanto sopra riportato la coesistenza della co-dipendenza essenzialmente con disturbi d’ansia, dell’umore, della personalità, e con altre forme di dipendenza, sempre ammesso che, considerate le incertezze di definizione e di classificazione del disturbo-indice, non si tratti di una comorbilità spuria.
Tra le caratteristiche cardinali della co-dipendenza le seguenti sembrano dotate di maggiore valore euristico e di una certa validità predittiva: 1) essa è appresa inconsciamente e acquisita, attraverso un processo che è stato chiamato di “ferimento” psichico, nel corso dell’infanzia a seguito di abusi o di maltrattamenti ambientali, 2) è evolutiva, nel senso che i traumi subiti dal bambino, la cui elaborazione è ostacolata dal conflitto tra Vero- (nascosto) e Falso-Sé, ne bloccano e danneggiano il normale sviluppo, 3) è cronica, progressiva e maligna, in quanto può sfociare in comportamenti autolesivi, violenti verso gli altri, in abuso/dipendenza da sostanze, in malattie da stress, 4) è trattabile psicoterapeuticamente, 5) può essere primaria, quando si verifica fin dall’infanzia, o secondaria, se si sviluppa a seguito del coinvolgimento con un partner fortemente disturbato o nel contesto di un’altra primaria alterazione psichica (distimia, ansia, disadattamento psico-sociale) (Whitfield, 1997).

 
 
 

In riferimento ad un post letto

Post n°97 pubblicato il 01 Luglio 2006 da Aletheia63

... La bellezza della natura, la semplicità, il Silenzio si avvertono più facilmente perché sono pure, ma non restano che un istante in noi se nella nostra anima non c'è la capacità di "trasmutare" l'IO, un processo interiore solo volitivo. Buona domenica.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Amaredavvero
Data di creazione: 27/07/2005
 
L'AMORE PUÒ UCCIDERE...

immagine

Contro le dipendenze affettive...

http://www.maldamore.it

responsabile

dott. Roberto Cavaliere

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

ULTIMI COMMENTI

ULTIME VISITE AL BLOG

la.cozzakrilla87princess.d1a127elosancarlo51mastro3050rodderickhoneyhoney85pantaleoefrancacolucirmgiarmoleofarfalla694johnny.rockervega330splendentedolcelunalubopo
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963