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Sono finite le gelide notti di luce purpurea
di grandi ombre a doler tutte le pene.
La stagione è mutata
si respira aria di sole e di mare
il regno dell’irato dio
è tornato splendido, divino.
Nel mezzogiorno caldo
passo gran parte a mirare il cielo
a scrutare il mare.
Il superbo sole troneggia
in un cielo bianco, azzurro trasparente
sembra uscito dal primo canto
del purgatorio dantesco
l’ ampia distesa davanti
si presenta affascinante;
candidi gabbiani volano leggeri
sono piccoli cuori sul mare,
nell’acqua salmastra,
carezzevoli amori
si stringono in tiepido abbraccio
le soavi melodie delle onde
sono unguento e terapia,
vele gonfie di vento scivolano
lentamente sembrano
raggiungere il sole all’orizzonte,
su un pino marittimo ruvido
piegato dal vento come bambini
giocano ora gli aghi sui rami.
…ma il ricordo dei giorni crudi
dell’oscuro gelido inverno
quando sotto la pioggia battente
si riversa selvaggio il folle vento
L’urlo dell’irato risuona a sera
mi coglie nella quiete,
stanca.
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Stasera avevo voglia di scrivere una poesia e dedicarla a voi visitatori in particolare a chi mi conosce...e che mi sta accanto...ma siete tutti davvero molto speciali grazie di cuore per leggermi...un abbraccio a tutti gli amici vicini e lontani...
Chiara