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A PROPOSITO DI CRISI FINANZIARIA (fine)

Post n°11 pubblicato il 09 Maggio 2014 da anna_maria_bruno

 

Ma a questo mondo si sa che le cose funzionano fino a quando qualcosa non si inceppa e, nello specifico, fino a quando i debitori hanno pagato  puntualmente i loro impegni alle scadenze pattuite. Tutto è cominciato quindi con una folta schiera di famiglie  statunitensi che non  è stata più in grado di pagare le rate del mutuo, a causa del più alto costo del danaro -  passato dall'1.25 della fine del  2002 al 5.25 della fine del 2006  - e a causa del rapido crollo del mercato immobiliare intervenuto  nel frattempo e dopo  anni di crescita impetuosa, che ha provocato una vera e propria ondata di pignoramenti riguardante l'intero territorio nazionale, da Nord a Sud, da Est a Ovest. Nel corso del 2007, circa 1,7 milioni di case di proprietà  sono state coinvolte in procedure di pignoramento immobiliare  (il 79% in più rispetto all'anno prima), diventando  subito chiaro che qualcosa nel meccanismo si era  inceppato diventato  più conveniente farsi pignorare la casa piuttosto che continuare a pagare le rate, visto  il calo del valore degli immobili che  in tanti casi valevano meno del prestito ricevuto e alla base.

I turbamenti  del mercato immobiliare non erano certo  passati inosservati: a  parte le previsioni non proprio ottimistiche di Nouriel Roubini, considerato il guru della crisi finanziaria, a Marzo del  2008 il segretario del Tesoro USA Paulson, diventato poi  famoso per il successivo piano di salvataggio, propose di dare  più ampi poteri di vigilanza e controllo alla FED (Banca Centrale) e di sottoporre i derivati al controllo della SEC (la Consob americana), così come anche  nel  meeting del FSF (Financial Stability Forum, gruppo mondiale delle autorità di vigilanza finanziario) tenutosi nell' Aprile dello stesso anno e in cui  sono state formulate   una serie di  proposte,  tra le quali un Fondo di garanzia mondiale per i derivati.

Ma come un castello di carte che se parte, trascina con sè tutte le altre, nel mese di settembre le cose precipitarono: il fallimento di grandi banche di affari (Lehman Brothers,  Bear Stearns),  i salvataggi di agenzie per il credito ipotecario  (Fannie Mae e Freddie Mac) e  di grandi compagnie assicuratrici  statunitensi (Aig) direttamente collegate alle insolvenze relative ai mutui subprime, mettono in crisi Wall Street e le borse di tutto il mondo, visto che pesanti perdite coinvolgono intanto  anche grandi banche e compagnie assicurative europee,  che falliscono (Northern Rock) o vengono nazionalizzati o costretti a ricapitalizzarsi (Ubs, Fortis, Dexia, Hypo Re , Unicredit, ..)

Mentre a livello europeo si discute di un  piano pubblico che dovrà garantire e salvare le banche in crisi,  negli  USA,  dopo  molte incertezze, viene varato il cosiddetto Piano Paulson che prevede tra le altre cose l'acquisto degli asset tossici posseduti dalle banche e delle altre società quotate a  Wall Street. Il piano diventa legge il 3 ottobre,   ma a causa delle profonde incertezze che suscita,  la prima giornata dopo la ratifica del Piano (il successivo 6 ottobre), le borse mondiali registrano una delle peggiori sedute di tutti i tempi.

Nonostante l'intervento coordinato e straordinario delle principali banche centrali mondiali (concordato il successivo 8 ottobre)  in cui  venne decisa una  massiccia immissione di liquidità nel sistema finanziario globale e un taglio del costo del denaro di mezzo punto percentuale,  allo scopo di  contrastare il repentino aumento dei tassi EURIBOR conseguente alla rigidità intervenuta nel mercato interbancario internazionale -  nessuno più prestava a nessuno avendo paura di ricevere titoli tossici -  durante la settimana dal 6 al 10 ottobre  una  vera  e propria ondata di panic selling (vendite da panico) ha riguardato  le borse mondiali, i cui  principali indici internazionali hanno registrato  flessioni addirittura  superiori a quelli registrati dagli stessi indici  statunitensi.

 

 

L'EURIBOR (European Interbank Offered Rate)

tasso di riferimento calcolato giornalmente, che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee. E' stabilito per specifiche scadenze (1,3,6 mesi, ..) e  viene utilizzato come parametro base per il costo dei prestiti interbancari, dei  mutui ipotecari a tasso variabile e di altre categorie di prestiti.

 

 

 

 

 

 

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