ANTILAZIO

A.A.A. PORTIERE FIDATO CERCASI

Mai come ieri abbiamo assaporato la differenza tra l'avere e il non avere un portiere: quando la mattina dopo, la squadra che vince, annovera Storari come migliore in campo, qualcosa vorrà dire; le sue parate sul tiro al volo di Totti e sul tiro dalla distanza di De Rossi valgono tanto quanto le due reti segnate poi a culo da Krasic-Matri con Doni ridicolo come al solito, nuova cappellata di Juan che non sale, e Mexes che si fa male una volta sì e l'altra pure.

Un effimero destino che ci lega anche ai maggiori esponenti calcistici della provincia: anche l'immobilismo di Muslera ieri è da indagine federale, se solo i formellesi avessero un minimo di capacità critica lascerebbero stare il gol fantasma di Brocchi e le solite ridicole teorie falliche di gomblotti vari, visto che Aronica gli ha poi restituito il favore correggendo in rete la mozzarella squagliata di Zarate parata da De Sanctis.

Il vero problema della Roma ieri è stato il non avere Storari: portiere che da sempre dico che mi piacerebbe vedere alla Roma ma da ieri mi piacerebbe vedere ingessato al Gemelli, calcisticamente parlando ovviamente, è un'iperbole.

Almeno prova a chiudere le gambe quando ti tirano addosso, caro Doni.

Il vero problema della Lazio ieri è stato Don Chuck castoro: il 2-2 arriva col doppio colpo di testa Maggio-Cavani e Muslera fermo sul suo primo palo a guardarsi la scena, il 4-3 arriva con pallonetto di Cavani che trova addirittura l'estremo difensore bianco-celeste fuori dall'area piccola all'altezza del dischetto di rigore, e lì so' buoni anche i muli a fare pallonetto.

Gli altri gol sempre su calcio piazzato.

Insomma, tanto alla squadra della Capitale che alla squadra della regione, mancano i portieri, finché Bruno Conti chiederà 15.000€ ai genitori per poter tenere i figli nella primavera, le cose non cambieranno.

E non sto millantando chissà quale notizia: mio fratello, primo portiere dell'Ottavia Calcio, fu scelto da un osservatore che lavorava nell'ottica della Roma; chiamato a fare una partita di prova, fummo messi davanti all'ardua scelta di firmare un assegno di 15.000€ o di tornarcene a casa... in quel particolare momento storico, non avevamo 15.000€ cash, e dunque ce ne tornammo a casa.

Bruno Conti, per mezzo dei suoi parolieri, ci fece capire che tenere un ragazzo nella primavera della Roma significava usufruire di una "vetrina"... salvo poi ritrovarsi pipponi alla Doni in prima squadra!

c'est la vie