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PSEUDO FEDE.

Post n°2 pubblicato il 04 Settembre 2007 da illuminailcuore
 
Tag: CHIESA
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PSEUDO FEDE : EPPURE GESù AVEVA BEN CHIARO CHI AMAVA DIO ED IL PROSSIMO E CHI INVECE USAVA LA RELIGIONE SOLTANTO PER OTTENERE SUCCESSO E VANAGLORIA.

Leggendo  questo articolo forse saremo in grado tutti finalmente di saper individuare gli "scribi e i farisei" di ieri e di oggi.

Dopo queste premesse, esaminiamo le parti del capitolo 23 del Vangelo di Matteo di cui abbiamo parlato. "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei". Gli scribi non sono un movimento, sono dei tecnici, degli esperti; mentre "farisei" dice un movimento spirituale, "scribi" indica una professione, sono coloro che si interessano delle Scritture, della teologia. Tornando al testo, Gesù sta dicendo che queste persone si sono messe al posto di Mosè e continuano a trasmettere la sua legge. "Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno". La saggezza del popolo cristiano ha girato questa frase e l’ha applicata tranquillamente ai preti: "Fa’ quello che il prete dice, ma non fare quello che il prete fa". L’attualizzazione è proprio questa e quindi i primi ad entrare nella categoria dei farisei sono gli scribi e i farisei di oggi, i preti, gli esperti, quelli che fanno le prediche agli altri.

Continuiamo nella lettura del Vangelo di Matteo: "Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo". Come vedete, Gesù non contesta né la legge né la tradizione: vi spiegano bene, il loro guaio è che non fanno, ma si limitano a dire di fare.

"Legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito". Cioè creano tutte le regole per essere osservanti della legge e vi mettono addosso dei pesi enormi. Gesù invece dice: "Venite a me, prendete il mio giogo su di voi perché il mio giogo è leggero". Qui noi ci giochiamo il nostro stile di cristianesimo: nel momento in cui abbiamo l’impressione che essere cristiani sia un peso, un fardello da portare, con tante leggi da osservare, noi siamo in questa ottica dei farisei che Gesù contesta. Gesù dice che il suo giogo è leggero: allora, se è veramente il Vangelo di Gesù, deve essere leggero portarlo; se è pesante vuol dire che non è il suo.

"Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini". È una religiosità esibizionista. Il rischio della religiosità è quello di inventare le regole e di imporle sulle spalle degli altri: è un istinto, "gli altri dovrebbero (…)". Analogamente, l’istinto è quello di far vedere la propria religiosità, di mettere in mostra quello che uno fa e quello che uno è, naturalmente in tanti modi diversi: abbiamo riempito tutti i nostri ambienti religiosi di lapidi di ringraziamento a persone che hanno fatto qualcosa.

"Allargano i loro filatteri e allungano le frange". Qui Gesù è ironico; i filatteri sono delle scatolette in cui si mettono dei rotoli con scritte delle frasi della Sacra Scrittura e queste scatolette, legate con il cuoio, vengono messe sulla fronte, girano intorno alla testa, e un’altra sul braccio sinistro con la cinghia che leghi bene il braccio. Tutto questo, perché nella Bibbia c’è scritto che "queste parole ti staranno come un pendaglio fra gli occhi e le metterai sul tuo cuore": allora le leghi al braccio sinistro e appoggi quest’ultimo sul cuore, quindi tutto perfettamente alla lettera, perché così è scritto e così si fa. Gesù allora ride di qualcuno, particolarmente religioso, che si fa una scatoletta più grossa. Il mantello della preghiera ha quattro frange con un ben preciso numero di fili, perché tutto ha un significato simbolico; ma c’è qualcuno più religioso che li allunga, li fa belli, vistosi, di seta.

"Amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente". La traduzione letterale di "rabbì" non è "maestro", perché "rabb" vuol dire "molto" e "rabbì", con la "i" finale, assume il valore di possessivo e potrebbe tradursi con "mio grande", "mio molto": è il corrispondente perfetto di "monsignore"!

"Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno «padre» sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo". Noi non l’abbiamo preso alla lettera, nel senso che non solo non abbiamo rifiutato il titolo di «padre» al nostro padre naturale ma l’abbiamo esteso a tutti i frati. Sostituire "monsignore" con "padre" è ugualmente antievangelico.

"E non fatevi chiamare «maestri», perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande fra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato".

Quindi, riassumiamo le grandi critiche che muove Gesù: l’incoerenza, l’oppressione, l’esibizionismo, l’uso della religione per avere degli interessi, per potere emergere.

TUTTE CARATTERISTICHE, QUELLE ESPRESSE DA GESù RIVOLGENDOSI AI FARISEI, CHE HO RITROVATO PRESENTI SIA NELLA CHIESA CATTOLICA SIA NEI VARI GRUPPI RICONOSCIUTI DAL PAPA. Addiritturra ad una ragazza è stato detto che se non credeva in Dio tanto valeva che si suicidava. Io penso che chi è fanatico non fa che deviare dalla fede chi veramente vuole credere allontanandolo da Dio.

 

 
 
 
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