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Ognuno è padrone della propria morte

Post n°8 pubblicato il 06 Gennaio 2016 da ASIA1929
 

 

In questi giorni , un'appiccicosa inquietudine mi cola dal cervello per raccogliersi nel mio petto, e finisco col trascorrere intere giornate oscillandomi tra un sentimento e l’altro.

Lei, la madre di mio marito ha deciso di lasciarsi andare, di morire e l’ho capito  ancor prima che il medico  aggiungesse le solite frasi di routine sul quadro clinico  che dicono in certe circostanze e a tal proposito mi viene in mente una frase di Gabriel Marquez, tratta da “L’amore ai tempi del colera”:Ognuno è padrone della propria morte e l’unica cosa che noi possiamo fare, arrivato il momento, è aiutarlo a morire senza paura, né dolore”.

La guardo nel letto e non posso non pensare ai mesi trascorsi, alle  alternanze di umore tra negazione, rabbia e rassegnazione, fino ad ora, fino a dire basta.

Dirce, questo è il suo nome, fa parte della generazione che è sopravvissuta alla guerra, delle bombe che cadevano sui rifugi, della fame  e della paura per suo marito, staffetta partigiana del commando  di Modena, che operavano sull’Appennino Emiliano.

Sto cercando di prepararmi alla sua partenza  e di aiutarla come posso ad andarsene, ma sempre più spesso In questi giorni mi chiedo quanto coraggio, ma soprattutto quanta   fede serve per riuscire a sopportare da parte sua tanto dolore e da parte nostra  accettare che una persona se ne vada via per sempre mentre il suo corpo si spegne come un lumicino nella   notte. 

Purtroppo, non sono ancora così pronta nel riuscire ad accettare “serenamente” questa "sofferenza  ed assenza”  Non lo sono stata con i miei genitori e sento di non esserlo nemmeno questa volta.

Io mi scuso con Dio, ma spesso continuo a chiederGli : PERCHE?  
E poi penso che sarebbe bene fare “silenzio” come fu il silenzio di Maria che sotto la Croce  il dolore, lo abbracciò in silenzio. Quel dolore che riuscì a trasformare in Amore, ed è questo (secondo me) il fulcro di tutto.
Spesso si preferisce scappare dal dolore e non abbracciarlo, già…. il passaggiopiù logico è in apparenza più facile….
Sono scappata anch’ io dal dolore, senza rendermi conto che  il dolore  negli anni  si è amplificato e si è radicato nel cuore e nell’anima  per sempre!

 

 
 
 
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