Che sia un alito a risucchiare il cielo
moniti d'argini e geli
fili inconsulti
spostano un gregge
per far corpo cieco
al dubbio schietto
fuor di camionetta due colpi
non spari non schiocchi
remano disfatte in tremore
doglie sopraffatte dai cieli spenti
covano gli assalti decisi al massacro
ma nemica dell'anima resta la paura
trafitta l'orda d'odio si apre un giogo
e risorge l'idea più affannata
d'un silenzio appassito fra le ciglia bagnate
sei tu o almeno lo eri
nei ricordi fiochi di un’estate vergognosa
quando dell’attesa si fece vendetta
e cauti insonni si riversarono
sui nostri corpi gelidi
paglia e fango a nutrir la risma
di plotoni assidui al deliquio
Decapitata la notte sulla gola
Fra Berette giocattolo a incappucciare
i secondi
Dai lombi erano le brame sfinite ad urlare
e stantie comete di lento passaggio
edulcorate scemavano
I detriti di un passato a limar le foglie
nel gelo sfigurate
Federica Sandro
Inviato da: assurdismo
il 11/03/2010 alle 08:29
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il 11/02/2010 alle 13:33
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il 22/01/2010 alle 11:38
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il 09/12/2009 alle 12:41
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il 27/11/2009 alle 11:40