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Messico: 67 giornalisti assassinati
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Messico: 67 giornalisti assassinati
articolo di
Teodoro Renteria Arroyave
Vice Presidente FELAP
(federazione latinoamericana giornalisti)
Con el último proditorio asesinato del compañero colega
Amado Ramírez Dillanes, corresponsal de Televisa en Acapulco
y conductor del noticiario “Al Tanto” de la cadena Radiorama en
la localidad, suman 67 los periodistas caídos de 1983 a la fecha
y representa, para vergüenza de las autoridades,
el crimen mortal número 33 del 2000 al 2007,
en que se afirma falsamente que llegó primero
el “gobierno del cambio” y luego el sucesor
obligadamente panista
(continua testo originale: http://alainet.org/active/16765&lang=es )
Traduzione articolo a cura di
latinoamerica@giannimina.it
Con l'ultimo proditorio assassinio del compagno collega
Amado Ramírez Dillanes corrispondente di Televisa
da Acapulco e conduttore del notiziario locale
Al Tanto dell'emittente Radiorama a tutt'oggi
si contano 67 giornalisti assassinati dal 1983
e rappresenta, per vergogna delle autorità,
il crimine mortale numero 33 dal 2000 al 2007,
in cui si afferma falsamente che
è arrivato prima il "governo del cambiamento"
e dopo il successore,
obbligatoriamente del Pan.
Da quando si è incrementato questo fenomeno sociale,
che colpisce direttamente la società che ha diritto ad
essere ben informata,
il giornalismo organizzato nella
Federazione di Associazioni di Giornalisti Messicani
(FAPERMEX)
e nella sua analoga regionale,
la Federazione Latinoamericana di Giornalismo
(FELAP)
ha chiesto semplicemente giustizia,
che se vi fosse stata da parte delle autorità,
ovviamente avrebbe capovolto
il lacerante fenomeno sociale.
Tuttavia, nonostante la gravità della situazione
che oggi sacrifica un membro della più influente
impresa di comunicazione dell'America latina,
Televisa, non abbiamo meritato neanche
un maggior appoggio alla nostra denuncia
da parte della cosiddetta grande stampa.
Che oggi preferiscono addirittura
citare organizzazioni straniere come
Reporter senza frontiere,
la società interamericana di stampa
e il giornale El Dia della Repubblica Domenicana
piuttosto che le nostre associazioni nazionali
e regionali per quel che riguarda le nostre denunce
e la nostra permanente esigenza di giustizia.
In pieno centro, nel noto Porto di Acapulco,
stato di Guerrero,
dove ultimamente la criminalità organizzata è insorta
in modo scandaloso per la disputa della piazza
fra due cartelli:
quello del Golfo e quello di Sinaloa,
il collega e rispettato professionista
Amado Ramírez Dillanes corrispondente di Televisa
e titolare del notiziario locale di Radiorama,
immediatamente dopo aver terminato l'edizione notturna
del suo giornale radio, quando usciva dalla sede della rete
radiofonica, è stato raggiunto da quattro colpi,
sparati da due sicari che lo aspettavano.
Uno solo ha sparato contro la sua vittima.
Tre proiettili hanno colpito la testa e uno la schiena
del giornalista,
che ancora trovava la forza per scendere dal suo veicolo
e arrivare ad un hotel vicino per chiedere aiuto,
dove alla fine è crollato senza vita.
Amado Ramírez Dillanes è morto a 50 anni.
Stando al capo della Polizia Preventiva di Acapulco,
Humberto del Valle Enoc,
l'assassinio è avvenuto tra le 19 e le 19,10 di venerdì scorso
ed il sicario ha utilizzato una pistola calibro 38 super.
Come sempre le autorità hanno fatto dichiarazioni a cose fatte:
il segretario generale del Governo di Guerrero,
Armando Chavarría Barrera,
oltre a lamentarsi per l'assassinio del giornalista,
ha ammesso che nell'ultima settimana si è registrata una
nuova ondata di violenza,
per cui chiederà un incontro col Governo federale per
affrontare il problema.
La domanda è perché solo ora hanno preso la decisione
di rivolgersi all'Esecutivo Federale?
e poi, addirittura con grande faccia tosta ha dichiarato di
non sapere che il giornalista aveva ricevuto delle minacce
nei mesi scorsi.
Per questo è importante ricordare che il 6 febbraio,
tempo dopo l'assassinio di sette persone
- un agente del Pubblico Ministero della Corte Comune,
quattro poliziotti ministeriali e due segretari -
si è saputo di un messaggio captato dalla rete di comunicazione
del sistema C4 delle forze di sicurezza di Acapulco,
Guerrero, il quale avvertiva:
"e adesso ne facciamo altri ventuno:
un giornalista e poi altri venti ".
E nessuno ci ha fatto caso!
Per tutta questa situazione di vergognosa impunità
su tutti gli assassini dei giornalisti e
l'assenza di azioni preventive,
situazioni che abbiamo sempre denunciato come
metodi sicuri per indebolire le libertà di stampa
e di espressione, tutti noi siamo uniti
alla denuncia unificata
di FAPERMEX e della FELAP
che presiedono rispettivamente
il collega José Antonio Calcáneo Collado
e l'argentino Juan Carlos Camaño.
Mai più assassini di giornalisti,
signor presidente Felipe Calderón Hinojosa!
( Fonte: ALAI )