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PACCO PER L’8 MARZO

Post n°259 pubblicato il 08 Marzo 2009 da elly611
Foto di elly611

Donna! Che cosa non si fa per te!

Intanto un bel pacchetto sicurezza.
Se non fosse tragico sarebbe da ridere. La grande trovata per proteggerci dai malintenzionati: le ronde!
Al loro esordio a Padova hanno dovuto girare scortate dalla polizia; ronde e contro-ronde sono riuscite là dove non dovevano, ovvero mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini… “stiamo sfiorando il ridicolo” ha detto il sindaco Zanonato: “siamo alle guardie dei guardiani…”
Eppure, vuoi milizia di partito, pretoriani del potere o sfigati di quartiere… petto in fuori, panza in dentro, via di pattuglia; maschi in fregola per il controllo del territorio e della sicurezza delle “loro” donne. “Parons a cjase nestre”; in buine sostance, parons de nestris feminis.

 

Perfino Fontanini, il mite ex sindaco di Campoformido che, come presidente di provincia fino all’altro giorno si limitava a sognare gli uscieri in gilet, bregonuts e scarpez; un giorno si sveglia verde padano e inizia a minacciare il sindaco di Udine: «Quando accadranno fatti criminali... ci ricorderemo di chi parlava di isola felice». Tiè!
Non parliamo poi della destra, che ognuno vuole la sua, di ronda, e c’è pure quella che sbava al solo pensiero di poterla intitolare alla memoria di squadristi e gerarchi fascisti. Emuli di Colui, sguardo assente e mascella quadrata; çurviel come une sèpe di piarzul.
Il buon giorno si vede dal mattino. Che dire?
Che più questi se ne stanno in strada, meno picchiano le donne in casa?
Pur vero anche questo, considerato che -dati freschi, freschi del Viminale- il 60,9 per cento degli autori di violenza sessuale in Italia è di nazionalità italiana. Il 7,8 per cento  sono romeni, il 6,3 per cento marocchini.
L’80% delle violenze a danno delle donne avviene in casa.
A Roma, che oggi fa tanto notizia, il 42 per cento degli stupri è opera degli italiani, il 24 per cento dei romeni e nel 3 per cento degli egiziani; stesso a Milano, stesso a Bologna…
Ultime notizie che ci giungono via Messaggero Veneto dalla nostra “isola felice” sono quelle del 17 febbraio: uomo separatosi dalla compagna, scopre che essa frequentava un’altra persona, la segue e alla prima occasione, attirandola in casa la picchia e la stupra; una settimana prima un altro friulano doc ha usato violenza contro la donna con la quale aveva avuto una relazione; due settimane prima, stesso copione, sempre tra ex; sei mesi prima, una ragazza all’epoca minorenne è stata violentata da più persone, alcune delle quali conosciute.

sicurezza

Ecco, il pacchetto sicurezza per noi, è un vero pacco.
Lo dice anche Berlusconi, studente alla Sorbonna (che fa rima con donna) nel suo nuovo feeling per la decretazione d‘urgenza “gli stupri fuori casa sono calati ma siamo intervenuti lostesso per il clamore che gli ultimi fatti hanno suscitato”. Lo stupro-legittima decreto; questo mancava nella collezione.
Ah! Tombeur de femmes! Tombeur de ovaires!
Ai delitti del silenzio, a quelli tipo “Grida piano che i vicini ti sentono”, avrebbe dovuto pensarci la Carfagna con la legge sullo stalking cioè contro gli atti persecutori.
Bene, la ministra al convegno “Famiglia e lavoro: il vero motore dello sviluppo“, decine di stupri dopo, verso i quali è stata più muta di una tomba, ha parlato ispirata: “... considero una grazia
l'incarico (il ministero alle pari opportunità) che mi è stato dato …” neanche fosse passato l’arcangelo Gabriele… Ave Mara!, dirai mai qualcosa sulla famiglia che uccide soprattutto donne e bambine/i; dove la pretesa obbedienza della donna fra le mura domestiche obbliga al silenzio anche davanti alle violenze sulle figlie commesse da padri, nonni, zii, cugini …Casi che non fanno clamore, casi in cui le vittime, quando sono credute diventano adescatrici, conniventi, prostitute.
Si può risolvere un problema dai suoi effetti piuttosto che dalla sua origine?
O anche la legge contro lo stalking sarà un pacco?
D’altra parte stiamo ancora aspettando la sua indignazione alla disgustosa boutade del cavaliere di affiancare un soldato ad ogni bella ragazza italiana.
La famiglia spesso uccide e il lavoro, quando c’è, anche. Qualcuno se ne preoccupa?
Allora, l’8 marzo si ricorda quel giorno del 1911 quando a New York 146 donne (39 italiane -immigrate-) morirono nell’incendio della fabbrica di camice nella quale lavoravano.
Una sessantina di ore di lavoro la settimana, straordinari sottopagati, spazi ridotti, sorveglianza feroce. Come accade con certi contratti anomali di oggi (della serie: nessuno inventa mai niente) i padroni avevano infatti affidato tutto, con una specie di subappalto interno, a una rete di caporali ciascuno dei quali gestiva e pagava sette operaie, che faceva marciare a ritmi elevatissimi. Incidenti sul lavoro a catena. Tutele sindacali zero.
Ecco, come oggi, con la differenza che oggi, molte tornano da precarie e da sfruttate a disoccupate; la crisi ci rimanda a casa, ancora più impoverite, ancora più ricattabili, con meno sussistenza economica e quindi senza vie di uscita.
Perciò l’azienda che lavora di più oggi è quella che produce insicurezza e paura; ce lo spiegava bene qualche tempo fa Ilvo Diamanti: “… la paura è attraente. Fa spettacolo e audience…” porta anche voti; basta saperla orientare (-questo è compito delle televisioni-); trasformare i problemi in emergenze per occultare i problemi reali; esaltare gli animi contro lo straniero per evitare che si rivolgano a chi tra banche, padroni e casta politica hanno spolpato il paese fino all’osso e hanno ancora intenzione, con grandi opere e nucleare, di ciucciare, ciucciare fino al midollo (ad ulteriore sfregio della miseria di noi tutt* pure il panino a prezzo stracciato si mangiano gli iniqui!).
Ma no; dagli allo straniero, dagli al rumeno (che certo, come atavismo sessista non è male neanche lui); perciò: alla ronda! alla ronda!
Precipitate in questo tourbillon di regressioni di maschi nostrani per i quali la condanna dello straniero legittima la propria assoluzione, perché quando stuprano loro
, restano pur sempre “bravi ragazzi” che hanno avuto un momento di debolezza da alcool o un momentaneo mancamento sul controllo di un sistema ormonale esuberante.
Vi ricordate? Ad un certo punto sotto i balconi dell’italianissimo
stupratore di capodanno sono comparsi gli striscioni di supporto: “chi parla male di te non ti conosce”…
Donna, che cosa NON si fa per te.
Già, che cosa non si fa. Giustizia innanzitutto. Nel corso degli anni su queste questioni se ne è fatta ben poca. Non intendiamo quella delle pene pesanti o dei castroni che pensano alla castrazione, ma a quella che seriamente prende in considerazione il fatto che un crimine debba essere disinnescato nei suoi fondamenti, nella sua origine, nei rapporti di dominio che storicamente si sono stratificati e socialmente sono stati rinforzati attraverso il machismo, il sessismo, il disprezzo, l’oggettificazione anche quella della pubblicità che talvolta (vedi la campagna della Relish) è vera e propria istigazione allo stupro.
No, niente giustizia, molto sciacallaggio. Il corpo della donna è ancora da sbranare cristianamente e politicamente … pacatamente, serenamente … in verde Padania o nero Mussolinia.
Perciò tenetevi il vostro pacco
, non speditelo al nostro indirizzo;
gli affari vostri non li farete a carico nostro;
non in nostro nome.

 

Dumbles - feminis furlanis libertaris - 6 marzo 2009


 
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PROPORZIONI E SPROPORZIONI ALLA FACCIA DELL'EQUILIBRIO

Post n°258 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da elly611

MAURO BIANI


IL BLOG DA VEDERE CHE IN QUESTO MOMENTO HA SUPERATO GRILLO CHISSA PERCHE'?

 
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Post N° 257

Post n°257 pubblicato il 13 Dicembre 2008 da elly611
Foto di elly611

I miei amici sanno ridere e cantare
anche se conoscono il dolore

I miei amici hanno sempre un caffé da offrire, guardano le nuvole, e sorridono. I miei amici non hanno verità in tasca, vivono alla giornata, ma hanno sogni bellissimi e infiniti. Nel quartiere tutti li conoscono, perché portano il sorriso, la tolleranza, la pace. Perché sanno il valore del pane, di una stretta di mano, del lavoro in fabbrica. Perché sono cresciuti pensando agli altri e quando avevano mille lire quelle mille lire erano da dividere, un po' per uno. I miei amici votano a sinistra e quando si dicono comunisti non arrossiscono, non s'inventano un errore di gioventù e non dicono che, in fondo, sono tutti uguali.
I miei amici sanno ridere e cantare, non è vero che sono tristi, anche se conoscono il dolore e la malinconia. E hanno la nostalgia, sì la nostalgia, per quei giorni in cui bastava meno di adesso, molto meno di adesso, per scendere in piazza e urlare lo sdegno, la vergogna, l'orrore. Già, ma quelli erano altri tempi: "razzismo", "democrazia", "ideali" non erano parole vecchie, usate e abusate. I miei amici quando parlano di politica si entusiasmano ancora, perché per loro politica vuol dire la gente comune, il pensionato, lo studente, l'operaio, l'artigiano, il nomade, l'immigrato. Perché la politica non si fa nei Palazzi, ma per la strada, salendo sui tram e sulle metropolitane, facendo la coda al supermercato, ascoltando la voce dei precari, degli umili, degli invisibili, salendo le scale delle case popolari. I miei amici quando parlano di calcio lo fanno con passione, e difendono la loro squadra del cuore e non vogliono sentire ragioni. Quello della Juve dice che la storia non si cancella e che Buffon meritava il Pallone d'Oro, quello dell'Inter va pazzo per José Mourinho perché dice sempre la verità, quello del Toro ogni volta si commuove pensando a Superga, mentre quello del Milan ripete come una cantilena la formazione del 1969 e conserva nel portafoglio la foto di Gianni Rivera, quello del Cagliari canticchia la canzone "Quando Gigi Riva tornerà" di Piero Marras, quello che non si interessa di pallone batte il pugno sul tavolino del bar e ci invita tutti ad andare a vedere il rugby, perché quello sì è uno sport, mica quei miliardari con le scarpette bullonate. I miei amici leggono tanti libri e vanno matti per Beppe Fenoglio e quando citano Gramsci lo citano perché lo hanno studiato per davvero e mica per sentito dire.
I miei amici sanno a memoria le canzoni di De André, di Guccini e di Lolli e so che, di nascosto, guardano il festival di Sanremo, ma lo fanno perché non hanno dimenticato quella notte di Luigi Tenco.
I miei amici non alzano mai la voce, e, a volte, si mettono anche la cravatta. I miei amici hanno tutti una ragazza nel cuore e vorrebbero rivederla, anche se sono passati tanti anni e chissà se si ricorda ancora di quei giorni, di quelle emozioni, di quando il cuore, ma per davvero, batteva così forte da stare male. I miei amici continuano a fare i cortei, a stare dalla parte dei più deboli, a pensare a un'Italia migliore. I miei amici abbaiano alla luna, bevono il vino forte e tutti li amano perché di loro tutti si possono fidare. Qualcuno rimpiange Enrico Berlinguer, poi c'è sempre quello, che per darsi delle arie, ripropone Eugenio Montale: «Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo». Ma il più originale di tutti è quello che ha letto Poeta a New York di Gabriel Garcia Lorca. E tutti, ma proprio tutti, hanno la raccolta completa di Tex. I miei amici si guardano allo specchio e non abbassano gli occhi. I miei amici prendono i loro figli per mano e hanno mille e mille e mille belle storie da raccontare. Conoscono favole meravigliose, che si sono inventati in certi pomeriggi di pioggia e vento. I miei amici sono la mia anima, i miei compagni da sempre e per sempre.

Darwin Pastorin

 

 

 

 
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INFORMAZIONE DI M.....

Post n°254 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da elly611
Foto di elly611

AVETE LETTO VERO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO IN GRECIA?

LA GRECIA LASCIA MORIRE I SUOI MALATI PER PAGARE IL DEBITO PUBBLICO
FONTE: LAROUCHEPAC.COM

La Nuova Epoca Oscura di tipo medievale

Il corrispondente de "Le Figaro" in Grecia riferisce in merito alla rapida distruzione del Sistema Sanitario Nazionale, il cui apparato di provvidenze contro le Malattie ha praticamente calato le serrande, dopo che il governo ha deciso di tagliare tutto il finanziamento pubblico una settimana fa.

Di conseguenza ospedali e farmacie mancano di denaro per operare. Sicche' gli ospedali, che devono gestire il proprio debito di 4 miliardi di Euro e la necessita' di pagare le forniture, hanno deciso di ridurre i loro servizi ad un "livello minimo". La situazione e' diventata tanto grave che parecchi interventi medici urgenti vengono rimandati ogni giorno, dal momento che i reparti di chirurgia hanno cominciato ad operare in carenza di forniture elementari, quali guanti o siringhe. Le societa' di leasing di equipaggiamenti ortopedici registrano piu' di 700 milioni di Euro di pagamenti insoluti. Di conseguenza esse hanno deciso di confiscare gli equipaggiamenti e di riprenderseli, sottraendoli agli ospedali ! L' Ambasciatore Usa in Grecia Daniel Speckhard ha minacciato che le Societa' farmaceutiche Usa possano andar via dalla Grecia, nel caso non venissero pagate.

La orribile verita' in materia e' la circostanza che il governo greco ha sottratto il denaro dal Ministero della Salute, allo scopo di pagare porzioni del debito pubblico greco, uno dei piu' alti di Europa, in quanto ammonta al 93.8% del Pil ! Altri Ministeri, quali quello della Pubblica Istruzione, Ambiente ed altri, sono stati pure essi derubati in una simile maniera.

Nel frattempo l'intero Sistema Sanitario sta crollando. Viene riportato che i medici greci lanceranno a breve una azione di protesta, dal momento che dal 01 dicembre 2008 sono obbligati a pretendere dai pazienti immediato e totale pagamento delle loro prestazioni.

Fonte:www.larouchepac.com
Link: http://www.larouchepac.com/news/2008/11/29/new-dark-age-greece-killing-its-sick-pay-public-debt.html
29.11.08

Scelto e tradotto da per www.comedonchisciotte.org da FRANCESCO CASELLI

LA NOSTRA STAMPA RIPORTA LA NOTIZIA COSI':

copio un ariticolo di AGI news....giusto per un rapido confronto: (AGI) - Salonicco (Grecia), 8 dic. - Non si placano in tutta la Grecia le violente proteste in seguito all'uccisione di un quindicenne da parte della polizia. Non ha sortito effetto il nuovo richiamo appello del premier, Costas Karamanlis, che ha promesso il pugno di ferro contro i violenti, ma anche contro gli arbitrii della polizia. I quotidiani locali scrivono di citta' sotto assedio e sono almeno una quarantina le persone rimaste ferite negli scontri in cui sono state date alle fiamme decine di auto e vetrine di negozi e di banche. La protesta si e' trasformata in manifestazioni contro il governo, accusato di aver adottato misure troppo drastiche per contrastare la crisi economica. Solo ad Atene 25 poliziotti sono rimasti feriti, quattro dei quali sono in gravi condizioni, e 11 civili sono stati ricoverati in ospedale. Altri tre civili sono rimasti feriti a Patrasso, mentre i disordini si sono allargati a Ioannina, Trikala, Volos e Creta. I professori universitari hanno indetto tre giorni di agitazione, mentre in molte scuole gli studenti hanno deciso di non entrare in classe. Una nuova battaglia e' scoppiata nel cuore di Salonicco, la seconda citta' del Paese, dove e' rimasto ferito almeno un civile. Centinaia di studenti si sono riversati nella strade, ingaggiando furibondi scontri con gli agenti in assetto anti-sommossa. In pieno centro i dimostranti, almeno trecento, dopo aver cercato di attaccare un commissariato hanno assaltato negozi e distrutto veicoli in sosta, dando luogo a scene di vera e propria guerriglia urbana. Salonicco era stata teatro di gravi disordini gia' ieri, e come conseguenza le autorita' avevano disposto la chiusura per due giorni di tutti le strutture universitarie. Scontri anche a Trikala, dove tre poliziotti sono stati feriti. Ad Atene gli studenti hanno occupato le universita' e i binari ferroviari mentre il Partito Comunista e' sceso in piazza. Il primo ministro greco, ha lanciato un appello dopo una riunione del suo governo con i vertici delle agenzie di sicurezza nel tentativo di risolvere la crisi. "La gente deve essere certa che faremo tutto il possibile affinche' questa tragedia non si ripeta", ha affermato in un discorso trasmesso in diretta tv. Karamanlis ha aggiunto che le proteste sono il frutto dell'opera di "elementi estremisti il cui movente e' unicamente la violenza e la distruzione. Vandali che se la prendono con i cittadini innocenti e noi non lo permetteremo. Ci sara' tolleranza zero contro queste persone ma anche contro gli arbitrii della polizia", ha avvertito. Il primo ministro ha anche assicurato che saranno risarciti tutti i titolari di esercizi commerciali distrutti durante le violenze. I danni sono stati stimati intorno ai 100 milioni di euro.


 
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Post N° 253

Post n°253 pubblicato il 07 Dicembre 2008 da elly611
Foto di elly611

Non sono solita eliminare post o commenti sul mio blog, tuttavia ritengo di aver il pieno diritto di dettarne almeno in parte la linea editoriale. Ho cancellato il messaggio di auguri natalizi perchè ritengo non ci sia nulla di felice da augurare in questo natale, non mi piacciono le sdolcinatura a tutti i costi, ritengo che l'articolo postato sotto sui percatori di Mazzara debba avere maggior visibilità del paesaggio da cartolina postato con la poesiola sull'altruismo e i buoni propositi. Credo che ragionare su quello che hanno fatto i pescatori sia il miglior augurio e auspicio di buoni propositi per il natale....

 
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Post N° 251

Post n°251 pubblicato il 02 Dicembre 2008 da elly611
Foto di elly611

Non sempre amo il giornale della mia parte politica, spesso preferisco il manifesto, ma questo articolo e il commento di Sansonetti li ho trovati bellissimi in un 'informazione sempre più imbavagliata dove gli eroi sono gli stallieri mafiosi di Berlusconi.......I pescatori sfidano il mare forza 9 per salvare 700 «clandestini»A Mazara del Vallo la guardia Costiera non ce la fa coi suoi mezzi e chiede aiuto in porto. I pescherecci escono in piena notte, per due volte, e salvano 700 naufraghi africani

(Liberazione, domenica, 30 novembre 2008)

Laura Eduati
Ventotto ore in balìa del mare in burrasca per salvare seicentocinquanta immigrati che rischiavano di naufragare nel Canale di Sicilia. Una operazione rischiosissima portata a termine con successo dai pescatori di Mazara del Vallo, che hanno messo a disposizione cinque motopesca per soccorrere due barconi in grosse difficoltà, il primo a 15 miglia da Lampedusa e il secondo in acque maltesi e, come spesso accade, ignorato da La Valletta. L'allarme viene dato giovedì pomeriggio dagli stessi migranti, con un telefono satellitare lanciano un disperato sos. Il mare infuria a forza nove, le imbarcazioni rischiano di spezzarsi. Il responsabile della Capitaneria di porto di Lampedusa, il tenente di vascello Achille Selleri, guarda con preoccupazione le onde: le motovedette della Guardia costiera non possono lasciare l'isola. Così chiama i pescatori della flotta mazarese, che spesso ormeggiano a Lampedusa per riposarsi e che proprio giovedì avevano deciso di non salpare per le pessime condizioni metereologiche. I pescatori annuiscono: non è la prima volta che mettono a disposizione i motopesca per salvare dei migranti disperati, i pescherecci sono più grandi delle motovedette e consentono più facilmente il trasbordo dei migranti dalle carrette.

Sciolgono gli ormeggi cinque imbarcazioni: Ariete, Monastir, Twenty Two, Ghibli e Giulia P.G. E' quasi sera, l'operazione parte anche con la coordinazione della Capitaneria di porto di Palermo, gli uomini di Selleri si imbarcano con i pescatori alla ricerca del primo barcone. Lo rintracciano quando è buio, onde alte dieci metri impediscono di avvicinarsi, la carretta viene portata a ridosso di Lampedusa e qui, sottocosta, al riparo del vento, i trecentotré migranti vengono fatti salire sul Twenty Two. Sono sfiniti dalla paura: partiti martedì dalla Libia, hanno perso quattro compagni in mare. Tra loro ci sono 21 donne e alcuni bambini. In trecento su una imbarcazione di appena 15 metri: un miracolo che si siano salvati, dicono gli uomini della Guardia Costiera. Un miracolo davvero, visto che la traversata marittima è l'ultimo tassello di un lungo viaggio dall'Africa subsahariana attraverso le maglie spinose e strette della Libia, dove le forze di polizia non usano scrupoli nei confronti dei cosiddetti "illegali" - Tripoli non ha firmato la Convenzione di Ginevra e dunque non riconosce i richiedenti asilo, e Gheddafi utilizza la moneta "clandestini" nelle trattative con i Paesi europei e specialmente con l'Italia. I trecento vengono portati al centro di accoglienza all'alba, ma non è finita: i cinque pescherecci ripartono per recuperare il secondo barcone che nel frattempo si trova a nove miglia dalla costa. Il mare non accenna a placarsi, il Ghibli ripete la stessa operazione riportando la carretta a Lampedusa presso la cala Grecale dove avviene il trasbordo e finalmente, a mezzanotte di venerdì, i trecentoventi migranti possono mettere piede sull'isola. Con loro un bimbo di appena 4 mesi, 15 donne e una incinta di nove mesi. Alla Capitaneria di porto di Lampedusa sanno che poteva finire in tragedia e che «forse lassù qualcuno ci ha dato una mano». Prima flotta peschereccia italiana con 30mila tonnellate di pesce pescato l'anno, un migliaio di pescherecci e 20 industrie di trasoformazione, i marinai di Mazara del Vallo sono abituati ad imbattersi nei barconi dei migranti che provengono dalla Libia o dalla Tunisia. Se nei primi tempi venivano invitati dalla Guardia Costiera a restare accanto alle imbarcazioni in attesa delle motovedette, negli ultimi tempi vengono autorizzati a portare a bordo i migranti poiché pare che i pescherecci siano della grandezza idonea per questo tipo di operazioni. Lo sfruttamento intensivo del mare di Sicilia ha portato all'impoverimento delle risorse ittiche, c'è poco pesce e alcuni mazaresi si avventurano nella acque libiche provocando l'ira di Tripoli. «Ci criticano sempre, eppure siamo capaci di questi gesti» commenta da terra uno dei proprietari dei motopesca. I marinai sono già in alto mare per pescare. Con l'arrivo dei seicentocinquanta migranti, il cpa di Lampedusa strabocca come se fosse piena estate: 1400 gli stranieri, per una capienza di mille posti. Sono già partiti i primi trasferimenti al cpt di Crotone, dove trovano posto anche molti possibili richiedenti asilo.

Se governassero i pescatori...
Se governassero i pescatori...

Piero Sansonetti
Dicono che i giornali si fanno solo con le cattive notizie. Ecco, oggi non è
vero. Questa notizia che arriva da Mazara del Vallo, una cittadina di circa
50 mila abitanti sulla costa meridionale della Sicilia, tra Marsala e
Agrigento, è una notizia splendida. Direi commovente. Tutti i particolari li
potete leggere nell'articolo di Laura Eduati, qui accanto. E' una storia
bellissima, di impegno civile, di coraggio e di moralità. I protagonisti
sono alcune diecine di pescatori siciliani, devono essere gente abbastanza
simile a quelli - catanesi - dei quali ci parlava Verga, un secolo fa. Gente
forte, rude, ma dalle grandi passioni, come Pardon 'Ntoni. Grandi
professionisti e maestri di vita e di civiltà.
Mi sono venute in mente tante cose, sentendo questa notizia (della quale, ho
la netta impressione, non leggerete molto sugli altri giornali). Ho pensato
a cosa vogliono dire politici e giornalisti quando parlano di
«meritocrazia». Ho pensato a cosa intendono i benpensanti e i militaristi, i
nazionalisti, quando parlano di coraggio. Ho pensato a cosa alludono i
dirigenti di tutti i partiti parlamentari e la quasi totalità dei
commentatori dei giornali quando parlano di sicurezza. E poi ho pensato a
quale abisso di sentimento e di moralità ci sia tra il modo nel quale i
pescatori di Mazara affrontano il problema dell'immigrazione clandestina, e
il modo nel quale lo affronta la maggioranza degli italiani, guidati dalla
Lega, e da gran parte del centrodestra e del centrosinistra.
Vediamo. Meritocrazia. E' una parola che considero "arrogante" (quasi
identica, dal punto di vista etimologico, alla parola "aristocrazia", cioè
il governo dei migliori, dei più meritevoli) perché presume che esista una
classifica di merito che può essere compilata con criteri oggettivi. Invece
questa classifica la compila il potere, cioè i potenti, cioè i presunti
"meritevoli". E' meritevole Montezemolo, è meritevole Berlusconi, è
meritevole Veltroni, o Fini, o Prodi.
Io, per esempio, chiedo: secondo voi è più meritevole un alto dirigente
della Fiat, che fa bene tutti i conti, o è più meritevole un tipo che in
piena notte prende la sua barca, affronta il mare forza nove, affianca una
«bagnarola» alla deriva con 250 naufraghi, riesce a trascinarla per 10
miglia, fino a portarla al ridosso di una isola, e poi riesce a trasbordare
nel suo peschereccio i naufraghi, e li salva, e fa quello che la guardia
costiera non era in grado di fare, perché con quel mare lì le lance della
guardia costiera non reggono? E' più bravo, e più meritevole, e più
professionista quel pescatore o il dirigente della Fiat? Se invertissimo i
ruoli, e il pescatore passasse dietro la scrivania, farebbe molti danni? Ne
dubito. E se il dirigente della Fiat fosse mandato a governare il
peschereccio, quanti naufraghi riuscirebbe a salvare? Temo nessuno, dorse
enanche se stesso.
Secondo il mio modo di vedere, in una società meritocratica seria,
bisognerebbe porre al vertice il pescatore, e in fondo in fondo il dirigente
della Fiat...
Del coraggio non c'è molto da dire. E' così evidente in questa storia. Non
credo che riceverà gli onori che in genere vengono riservati al coraggio dei
militari, però, sempre coraggio è. Per altro i pescatori di Mazara non
avevano nessun dovere di mettere in gioco la loro vita per salvare quei loro
fratelli africani. Però, quando il tenente della Finanza, disperato, glielo
ha chiesto, non ci hanno pensato un minuto. Si sono messi in mare con 50
nodi di vento e le onde alte così.
E infine c'è la questione della sicurezza e della differenza di idee tra i
pescatori e il grosso dell'opinione pubblica. Quante volte avete sentito
dire - non solo dai leghisti - che il problema dell'immigrazione è un
problema di sicurezza - di sicurezza di noi italiani, di noi occidentali, di
noi brava gente - e che va affrontato in questo modo, con la polizia,col
rigore, con il «respingimento» alla frontiera. Avete mai sentito questa
parola oscena? «Respingimento».
I pescatori di Mazara non se la sono fatta nemmeno passare per il cervello
la parola respingimento. Per loro il problema dell'immigrazione clandestina
è un drammaticissimo problema di sopravvivenza di un gran numero di esseri
umani, che vengono dall'orizzonte del mare, e che rischiano spesso di
morire. E per loro il problema dell'immigrazione è come salvare queste
persone.
Non vi fa una certa impressione leggere queste storie e poi pensare ai
nostri governanti, a tanti politici, ai giornalisti, ai discorsi cretini che
fanno?

 
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Post N° 250

Post n°250 pubblicato il 02 Dicembre 2008 da Irisblu55

L'eternità di un attimo su questa terra non esiste perchè quando lo vivi ecco in quel momento è già passato, è vero ti rimane il ricordo forse felice di allora, ma troppi sono poi gli attimi e i ricordi di infelicità che sono susseguiti a quel breve momento e a nulla vale il rimpianto se non a soffrire ancor di più e allora forse comprendi, che tutto nella vita irrimediabilmente...scorre!

Jho

 
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Post N° 246

Post n°246 pubblicato il 27 Novembre 2008 da Irisblu55

Io amo i bambini, dice Dio.
Voglio che rassomigliate loro.
Non amo i vecchi, dice Dio,
a meno che siano ancora dei bambini.
Così non voglio che bambini nel mio Regno;
è stabilito dall’eternità.
Bambini storpi, bambini gobbi,
bambini rugosi, bambini dalla barba bianca,
ogni specie di bimbi che credete,
ma bambini, solo bambini.
Non c’è da discutere; è decretato,
non v’è posto per gli altri.
Amo i bambini piccoli, dice Dio,
perché la mia immagine in essi
non è ancora offuscata.
Non hanno sabotato la mia somiglianza,
sono nuovi, puri,
senza cancellatura, senza raschiatura.
Così, quando dolcemente mi chino su loro,
mi ritrovo in essi.
Amo i bambini perché stanno ancora crescendo,
perché stanno ancora formandosi.
Sono per strada, sulla strada.
Dai grandi invece, dice Dio,
non si può più cavar nulla.
Non cresceranno più, non si formeranno più.
Sono bloccati.
Sono un disastro i grandi, dice Dio,
si credono degli arrivati.

Amo i bambini alti, dice Dio,
perché stanno ancora lottando,
perché commettono ancora peccati.
Non perché li commettono, dice Dio, mi capite,
ma perché sanno di commetterli, e lo dicono,
e si sforzano di non commetterli più.

Ma i grandi, dice Dio, non li amo,
non hanno mai fatto male ad alcuno,
non hanno nulla da rimproverarsi.
Non posso perdonare loro nulla,
non hanno nulla da farsi perdonare.
È penoso, dice Dio.
Penoso perché non è vero.
Ma soprattutto, dice Dio,
soprattutto amo i bambini per il loro sguardo.
Lì leggo la loro età.
Nel mio cielo non vi saranno
che occhi di cinque anni,
perché non conosco nulla di più bello
di uno sguardo puro di bimbo.
Non deve stupire, dice Dio.
Io abito in essi
e io mi affaccio alle finestre della loro anima.
Quando vi trovate dinanzi a uno sguardo puro di bimbo,
io vi sorrido attraverso la materia.
Invece, dice Dio, non conosco nulla di più triste
di occhi spenti
in una figura di bimbo.
Le finestre sono aperte, ma la casa è vuota.
Restano due fori neri, ma non più luce;
due occhi, ma non più sguardo.
E io sto triste alla porta,
e ho freddo, attendo e busso.
Ho fretta di entrare.
E l’altro è solo: il bimbo.
Si ottunde, si irrigidisce, si dissecca, invecchia.
Povero vecchio, dice Dio!

Alleluia, Alleluia, dice Dio,
aprite tutti, piccoli vecchi.
Il vostro Dio, l’Eterno risorto
viene a risuscitare in voi il bimbo!
Affrettatevi, è tempo,
sono pronto a rifarvi un bel viso di bimbo,
un sereno sguardo di bimbo!
Infatti, io amo i bambini, dice Dio,
e voglio che rassomigliate loro.

di M. Quoist

 
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Post N° 245

Post n°245 pubblicato il 25 Settembre 2008 da elly611

Un’ipotesi, solo un’ipotesi 

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare il loro figli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle suo scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno è questo il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.

[Discorso pronunciato da Pietro Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma, l'11 febbraio 1950.
Pubblicato nella rivista
Scuola democratica, 20 marzo 1950.
Citato sul numero 762, 19 settembre 2008 della rivista
Internazionale, p. 21

 
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ESTREMAMENTE DEPRESSA

Post n°244 pubblicato il 06 Agosto 2008 da elly611

al posto di farmi qualche farmaco per la depressione mi faccio un pò di satira.......

RC - Rifondazione Celodurista
(sintesi del documento finale del VII congresso di RC)

 

‘Un ci so' solo quelli della Lega
a potessi vanta' del "Celòduro"
perché anche ‘l nostro, vedi, ‘un fa una piega
e ‘un è certo da meno di sicuro.

E se a Berlino è cascato ‘l muro
sapessi a noi che cazzo ce ne frega
noi siamo ‘l Comunismo, quello puro,
e chi ‘un è con noi è una mezzasega .

Che vada ‘n culo anche l'Arcobaleno
e niente abboccamenti col PD
noi si va avanti dritti come un treno

lanciati a mille all'ora o giù di lì...
... peccato che nesuno si sia accorto
che si va a dritto su un binario morto!

ESCLUSIVO!

LA TRADUZIONE

UFFICIALE IN LINGUA ITALIANA

DEL DOCUMENTO POLITICO

DEL CONGRESSO!

TRADUTTORI SIMULTANEI BIANI & SPANÒ

Il Documento                        La traduzione al lato

Il Congresso prende atto che nessuna delle mozioni poste alla base del VII Congresso nazionale del PRC è stata approvata. Ritiene necessario e prioritario un forte rilancio culturale, politico e organizzativo del Partito della Rifondazione Comunista.

 

Il Congresso prende atto che qui non si capisce più un cazzo, l’unica cosa sicura è che bisogna rilanciare il partito in grande stile, anche se nessuno sa come fare.

 

Il rilancio del PRC deve essere caratterizzato in primo luogo da una svolta a sinistra.

L’esperienza di governo dell’Unione

ha mostrato l’impossibilità, data la linea del PD e i rapporti di forza esistenti, di un accordo organico per il governo del paese.

 

Ci siamo distratti un attimo e ci siamo ritrovati in un governo che ha fatto politiche di destra. L’esperienza di governo

dell’Unione ha dimostrato che non c’entriamo una fava con quei fessi che hanno costituito il PD lasciando intatta la legge elettorale che ci ha rottamato.

 

Dentro questa prospettiva è indispensabile rafforzare la sinistra di alternativa, avviando una collaborazione fra le diverse

soggettività anticapitaliste, comuniste,di sinistra e aggregando le realtà collettive ed individuali che si muovono al di fuori dei partiti politici sui diversi terreni sociali, sindacali e culturali.

 

Senza i voti dei movimenti col cazzo che ce la facciamo.

 

Si tratta di declinare queste lotte intrecciandole al conflitto di genere ed alle relazioni intergenerazionali.

 

Senza i voti delle donne e dei giovani col cazzo che ce la facciamo.

 

Il Congresso ritiene gravissima qualsiasi manomissione della legge elettorale per le europee e impegna tutto il partito a contrastare questo progetto con il massimo di mobilitazione democratica di massa.

 

Se ci fate alle europee lo scherzetto delle politiche vi facciamo trovare un paio di milioni di manifestanti incazzati sotto casa. Siamo stati buonini sulla legge elettorale per non far cadere il mortadellone, ma ora è questione di vita o di morte.

 

Gli organismi dirigenti a tutti i livelli non devono essere retti da una logica elitaria e devono essere fondati sul principio di responsabilità.

 

Cari compagni, rimboccatevi le maniche e non riponete troppe speranze nei leader che possono fare ben poco se voi restate in panciolle a giocare a tressette nella sezione sotto casa mentre attorno a

voi il mondo sta crollando.

 

di Francesca Gulmanelli

 
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I COMUNISTI NON MANGIANO PIU’ I BAMBINI, SI MANGIANO IL FEGATO

Post n°243 pubblicato il 19 Luglio 2008 da elly611

visti i congressi di PDCI-Rifondazione-SD....questo articolo mi sembra di un attualità mostruosa, in 3 partiti andiamo ai congressi con ben 11 mozioni. Alla vecchia DC noi ci facciamo un baffo

Postato il Venerdi 18 Aprile 2008 (19:00) di davide

 
 
 Italia A CURA DI PENSARE IN PROFONDO (BLOG)

Si è scatenato il panico. Tra quelli che prendono per il culo "i comunisti non mangiano più i bambini, si mangiano il fegato" (una delle migliori a mio modesto avviso) e quelli che analizzano mi è venuto un leggero mal di testa e, di fronte a tanti analisti, cazzeggio.

Nel cazzeggiare ho deciso di assumere il ruolo che un dì fu di mia madre. Tutte le volte che parlava mi faceva incazzare come una bestia. La sua logica era di una semplicità devastante e, mentre mi arrampicavo sui libri, lei frequentava i mercati rionali dove incontrava milioni di persone come lei.

E' cambiato qualcosa rispetto alla visione che della vita hanno le persone che tirano la carretta tutti i giorni? Io direi di no.
Varrebbe quindi la pena spenderla qualche parolina da "sociologo" sulla massa.



La gente sa di dover morire. Lungo o corto che sia il tragitto alla fine crepi. Cosa ci metti dentro la bisaccia e chi incontri fa la differenza tra una vita di merda ed una accettabile.
E non è neanche una questione di soldi. E' semplicemente la voglia di non farsi rompere troppo i coglioni lungo il viaggio. Non elaborare troppo, insomma.

Certo, se ti capita di essere precario e che quando torni a casa ti scippano la busta con lo stipendio non sai più a chi cazzo attaccarti. In un colpo solo due ingiustizie: sfruttato e derubato da uno che è messo peggio di te.

Le hai provate tutte. Avevi una cazzo di bancarella al mercato di Porta Palazzo, lasciata da papà che l'aveva presa quando era stato licenziato dalla Fiat, ed i tuoi ex compagni ti trattavano da merda perchè eri un evasore fiscale. Ti eri comprato il Ducato per fare le consegne e quando, incazzato, avevi bloccato il traffico insieme ad altri sfigati come te ti eri beccato la paternale checosìnonsifaperchèciricordailcile. Ma cazzo, mi pagano 2 euro a consegna e dici a me che sono come Pinochet. E non è classe operaia, quella non esiste più ti raccontavano in tanti. Adesso c'è una piccola e laboriosa classe imprenditoriale. A BELLO, 2 EURI A CONSEGNA, IMPRENDITORE STO' CAZZO e come Pinochet in compenso se mi incazzo.

Te ne sei tornato in fabbrica, quella boita al fondo del viale nell'interno cortile, con la cooperativa ed in un colpo solo non più operaio ma operatore dei servizi per l'industria. Stì cazzi, che salto.

E quando torni a casa? Provate ad immaginare di vivere alle Vallette (già il nome), vi spaccate la schiena tutti i giorni, il vostro capo vi cazzia a dosi industriali, vi pagano poco perchè vi raccontano che è la globalizzazione e che se non ti tornano i conti ce n'è altri cento che dal Marocco si offrono a meno, arrivi a casa e trovi sul prato di fronte l'accampamento degli zingari con le lenzuola stese ed i ragazzini che corrono semi nudi nel parco. Fai per attraversare la strada e "zacchete" ti hanno portato via la borsetta con il baracchino ed i rimasugli della pasta e fagioli e la busta unta dell'ultima paga. 900 EURI AL NETTO DI TASSE E CONTRIBUTI.

Accendi la televisione e senti uno che ti racconta che la globalizzazione è una opportunità, giri canale e ti spiegano che con l'indulto si sono liberate le carceri, il TG regionale ti racconta che il sindaco è per la TAV ma non ha i soldi per ripararti il marciapiede e trovare un posto degno per i Rom che ti stanno d'avanti al palazzo.
Bè, anche se hai studiato sul Capitale di Karletto un pò ti girano i coglioni.
Un lombrichetto inizia a girarti mefistofelico nel cervelletto, in fondo Bertinotti è troppo occupato a fare il presidente della camera, Vendola è di Bari e col cazzo che pensa a te tutto impegnato a spalare le macerie del 900 e Uolter ha appena finito di dire che "semo tutti dentro a stessa barca e ce tocca de remà na stessa direzione e de non rompe li coioni co e rivendicazioni pecchè te devi impegnà pa a produttivita'".

E che pensi di raccogliere in una situazione del genere? Inizi a prendere quello che ti passa davanti con il fazzoletto verde e lo ascolti.
Marocchini? a casa, bene sistemiamo la questione salariale, la produttività e liberiamo un pò di posti di lavoro
Zingari? Via se non peggio. Così troviamo i soldi per il marciapiede.
E ti sembrano cose da poco alle Vallette?

Fonte: http://pensareinprofondo.blogspot.com/
Link: http://pensareinprofondo.blogspot.com/2008/04/i-comunisti-non-mangiano-pi-i-bambini.html
18.04.08

 
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Post N° 242

Post n°242 pubblicato il 17 Luglio 2008 da elly611

 
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IMPRONTE

Post n°241 pubblicato il 02 Luglio 2008 da elly611

 
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Post N° 240

Post n°240 pubblicato il 23 Maggio 2008 da elly611
Foto di elly611

Corpi messi in "sicurezza" e repressione
Dopo gli immigrati è caccia alle prostitute

Pia Covre*
La "caccia al clandestino" inevitabilmente riapre (ma si era mai fermata?) anche la caccia alle prostitute donne e transessuali. Forse non ci sono le deportazioni, sappiamo la procedura per effettuare l'espulsione è costosa e macchinosa, ma la persecuzione sistematica fatta di retate, multe, denunce e reclusione nei Cpt è all'ordine del giorno. Non si contano più le irruzioni delle forze dell'ordine negli appartamenti per chiuderli e denunciare chi vi lavora. Anche i siti web che pubblicizzano il lavoro sessuale sono sotto tiro. La giustificazione è sempre la stessa la lotta allo sfruttamento e alla tratta. Salvo poi inviare le donne, tutte straniere, catturate nelle retate direttamente nei Cpt senza neppure informarle sui loro diritti nel caso siano sfruttate.
In realtà le retate e la repressione vengono ispirate dalla filosofia politica dello "sgombero", ovvero via i centri sociali, via i campi dei Rom, via i mendicanti, via le prostitute ecc. ecc... Alcuni sindaci (sia di destra che di cosiddetta sinistra) mostrano ormai un accanimento sproporzionato contro la prostituzione, spesso solo per intascare un facile consenso. Infatti sempre più spesso le retate sono la risposta alle lamentele di alcuni cittadini che plaudono all'arresto di qualche transessuale o qualche immigrata/o e scioccamente credono di avere un amministratore eccellente, senza rendersi conto che proprio questa soluzione ne dimostra i limiti di capacità di governo.
Ma molto inquietanti sono gli episodi di intolleranza e di odio che vengono enfatizzati da alcuni media. Non c'è da stupirsi se poi abbiamo reazioni di teste rasate ed esaltate, come abbiamo visto ad esempio al Tg1 della sera del 19 maggio, che si lanciano alla cattura delle trans sotto gli occhi di una pattuglia di Polizia che non interviene, anzi Polizia che evidentemente ringrazia del servizio e si carica le trans sulla volante. Questo è l'esito della propaganda sulla sicurezza e sulla necessità di fare le ronde, che vede i poliziotti dello Stato lasciare in mano a dei "giustizieri" l'ordine pubblico. La storia ce lo ha insegnato: si comincia coi Rom, i mendicanti, le prostitute, i diversi e i non "conformi". Si alza la tensione e si provvede poi a fare le leggi speciali, le leggi di emergenza.
Leggi che ad arte vengono fatte per mettere fuorilegge gli emarginati e magari chi protesta per difenderli. Criminalizzare pare l'obiettivo più urgente della nuova classe di governo, ce n'è per tutti: clandestini, Rom, romeni, abortisti e chissà quante altre categorie... forse anche le sex workers.
La prostituzione esiste perché c'è una precisa domanda da parte di molti uomini. Non si può eliminare la prostituzione, ne abbiamo esempi storici che lo dimostrano. Oggi sarebbe possibile eliminare dalle strade la prostituzione? No perché è la prostituzione a basso costo, nel contesto attuale di crisi economica e aumento della povertà non può essere eliminata, eventualmente potrebbe solo scomparire, diventare invisibile, maggiormente sfruttata e più pericolosa per chi la esercita. Ma soppravviverebbe perché è necessaria sia alle lavoratrici che ai clienti, sia italiani che stranieri.
Gli stessi che si oppongono ai ricongiungimenti familiari per i lavoratori stranieri (che sono spesso uomini giovani e soli) sono magari quelli che non vedono di buon occhio le sex workers. Ma qualcuno vuole tener conto del desiderio sessuale di tutte le persone? La soddisfazione sessuale è un bisogno primario a meno che non ci si voti alla castità (ma anche questa scelta non sembra essere definitivamente soddisfacente per tutti). Nel nostro paese i legislatori sono malati di sessuofobia, non garantiscono i diritti sessuali dei cittadini. Tutto il paese soffre di questo malanno e lo dimostra con l'intolleranza verso le prostitute, verso i gay, verso le lesbiche e i transgender. Tutte "categorie" non "conformi" dal punto di vista delle scelte sessuali, pertanto persone non ammesse ai diritti civili di cui godono gli altri cittadini.
Non c'è parità di diritti, gli altri, i "conformi" possono sposarsi, unirsi in famiglie riconosciute, fare i genitori. E se sono ricchi e/o famosi possono anche "fecondarsi" in cliniche all'estero o esibirsi in costumi succinti e atteggiamenti erotici sulle riviste di gossip, perfino fare carriera grazie allo scambio sessuo-economico. Poi la domenica tutti a S.Pietro a prendere l'indulgenza e gli ordini sulla difesa della religione cristiana e la morale. Chissà il loro Dio, se non è distratto, cosa ne pensa di quello che sta succedendo quaggiù?
*Comitato per i Diritti Civili
delle Prostitute Onlus
www.lucciole.org

 
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TUTTI A CASA

Post n°239 pubblicato il 17 Maggio 2008 da elly611
Foto di elly611

Tutti a casa

Signori extracomunitari andatevene. Voi che in circa 700.000 lavorate a nero per le famiglie e gl'imprenditori italiani scappate. E' un consiglio. Rinunciate a fare per 4-5 euro all'ora il lavoro che gl'italiani farebbero per 20 euro. Lasciate questa gente che vi sfrutta come schiavisti. Svuotate il Nord. Non siete bene accetti. Tu che fai le badante per quattro soldi torna al tuo Paese ci penseranno i familiari italiani a prendersi cura dei propri anziani genitori magari con una badante italiana doc che si farà pagare il giusto. E tu che lavori nell'ediliza a nero scappa o farai la fine dei tuoi compagni di lavoro morti con la cazzuola in mano: ci penserà l'italianissimo imprenditore ad assumere un muratore italiano col contratto e pagandogli i contributi. Tu panificatore egiziano che ti spacchi la schiena nel forno per pochi soldi e con la paura di essere rispedito a casa anticipa i tuoi aguzzini e lascia questo Paese. Voi senegalesi che vivete in sette in una stanza arricchendo il proprietario di casa italiano che non dichiara nessun contratto alla Stato tornate a Dakar e fate che il proprietario possa finalmente affittare la casa a un unico cittadino italiano. Voi che lavorate nei campi sotto il sole arricchendo il caporale di turno e l'imprenditore italianissimo andate via, ci sono tanti laureati presso le nostre meravigliose università apprezzate in tutto il mondo pronti a sostituirvi. Ragazzi di Forlì che metteranno la piantina di pomodoro nella serra con la maestria che solo un laureato in economia e commercio conosce. Ci sono ragazzi di Brescia che scalpitano per raccogliere merda di vacca nelle stalle per pochi euro.
Lasciate questo Paese, lasciatelo agl'italiani. Voi siete il problema. Se ci siamo impoveriti, se le cose non vanno bene è colpa vostra. Liberate tutto l'apparato produttivo dalla vostra ingombrante presenza. Qui non c'è futuro per voi. Lasciate che siano gl'italiani a prendersi cura delle proprie cose. Siete venuti qui per cercare un pò più di libertà e del lavoro, per far campare le vostre famiglie che sono rimaste a casa. Ma  vi sembra un giusto prezzo da pagare questo? Fatevene una ragione. Cercatela altrove lal ibertà. Qui fate solo danni.

E voi Rom. Non vi lamentate se in 25 anni non avete mai rapito un bambino ma vi additano come ladri di bambini, se nel paese di Pulicinella pieno di delinquenti fino all'osso vi considerano i delinquenti par excellance, se Bossi chiama rivolta di popolo una decisone della camorra, se quelli che vi hanno incendiato i campi, gl'italiani, poi vengono sorpresi a rubacchiare nelle vostre roulotte incendiate. Dovreste essere fieri se come pare nomineranno dei Commissari Rom, dei politruk. Pochi hanno avuto questo onore nel nostro Paese. Siete pari alla mafia, ai terremoti ed all'immondizia. Mi direte cosa faranno i commissari che lo Stato non potrebbe già fare. Non lo so. Ma non si sa mai. Meglio non rischiare. Anche voi lasciate l'Italia agl'italiani.
La mafia, la camorra, le truffe, la corruzione, il disordine civile, la decrescita economica, l'indebitamento, è tutta colpa vostra. Non dite di no. Lo sappiamo. Non mentite. E fate come gli altri andate via. Lasciate che l'Italia si rissolevi autarchicamente. Noi italiani siamo bravi. Se solo ci lasciaste soli.
DAL BLOG DI
http://zagazig.ilcannocchiale.it/


 
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Post N° 238

Post n°238 pubblicato il 21 Aprile 2008 da elly611
Foto di elly611

RIFONDAZIONE C.P.N

EUTANASIA ATTIVA

CLICCA QUI'

 
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IL PRIMO  VOTO ALLE DONNE

Post n°237 pubblicato il 12 Aprile 2008 da elly611

LA LIBERA REPUBBLICA DELLA CARNIA

L’ORS DI PANI

L’Ors di Pani/ al ti plantava/ doi voi ta musa/ como doi stiz impiaz/ sul cjaf/ a veva plui fen/ che cjave,/ la barba rosita/ plena di picusei./Pazienza di dì,/ ma di ogni ora encja di not/ chei da Garibaldi/ o chei dal Osof/ lu fasevin jeva/ magari a son di blestemas/ ma a duc’/ al dava alc/da mangia.

La gloriosa pagina di storia, titolata "Repubblica libera della Carnia" cha ha visto il popolo carnico liberarsi dagli invasori nazisti e dai loro servi dopo vent’anni di dittatura fascista, è corretto venga definita Repubblica, come indicato all’ingresso del paese di Ampezzo dai cartelli segnaletici e non solo Zona Libera, poiché sarebbe riduttivo. Infatti non si trattò solo di una porzione di terreno liberato, se non nella prima fase, ma dell’autogestione del territorio da parte della comunità mediante una Giunta di Governo, espressione del voto popolare. Essa fu costituita in Ampezzo il 26 settembre 1944 e riconosciuta dal C.L.N. centrale e dal governo insediato al sud.

Tra le repubbliche partigiane quella della Carnia è quella che ebbe maggior valenza considerando la durata di 90 giorni, l’estensione di 2580km quadrati, una popolazione di 90.000 abitanti, ma soprattutto, perché si legiferò in merito alla gestione del territorio con organismi elettivi. Fu istituito un servizio di polizia definita "Guardia del popolo", alle giunte comunali fu affidato il compito di nominare la giuria popolare per i relativi organi giudiziari, il "Tribunale del popolo" (a presiederlo fu chiamato un giudice ordinario del tribunale di Tolmezzo poiché godeva di buona reputazione per l’imparzialità dei giudizi espressi), furono abolite tutte le imposte dirette ed indirette e sostituite con un’unica imposta progressiva sul patrimonio, venne istituita una speciale commissione per la gestione scolastica: libri, insegnanti, materiale didattico; fu normato l’asporto del legname e la sua commercializzazione, fu abolita la pena di morte per reati civili, per la prima volta le donne ebbero diritto al voto, fu istituito un servizio rifornimento viveri (in 15 giorni vennero distribuiti 5000 q. di grano), riattivati i servizi telefonici e postali; nella giunta di governo erano presenti gli organismi di massa con facoltà di voto circoscritto alle materie di specifica competenza.

Questi gli elementi fondanti della Libera Repubblica di Carnia, embrione della futura Repubblica Italiana e della sua carta costituzionale.

* L’ORS DI PANI

L’orso di Pani/ ti piantava/ due occhi sul viso/ come due carboni ardenti/ sulla testa/ aveva più fieno/ che capelli/ la barba rossiccia/ piena di escrescenze./ Pazienza di giorno/ ma ad ogni ora anche di notte/ quelli della Garibaldi/ o quelli dell’Osoppo/ lo facevano alzare/ magari a suon di bestemmie/ ma a tutti/ dava qualcosa/ da mangiare. Miro De Colle

 
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TEST.......NON ELETTORALE

Post n°236 pubblicato il 25 Marzo 2008 da elly611
Foto di elly611

Ve ne propongo uno di quello inconsci :
L'unica prerogativa che bisogna avere è la conoscenza dei pezzi degli scacchi, anche se non sapete giocare almeno sapere come muovono o al minimo conoscerne le fattezze.
La domanda è la seguente:
Quale pezzo degli scacchi vorreste essere?
Quale pezzo degli scacchi pensate di essere malgrado voi?

a dopo le interpretazioni

 
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Post N° 235

Post n°235 pubblicato il 09 Marzo 2008 da elly611


RAUL REYES

     

 
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i giusti

Post n°234 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da elly611
Foto di elly611

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo. 

Jorge Luis Borges

 
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