Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

 

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Dettagli notturni.

Post n°615 pubblicato il 10 Giugno 2011 da gianor1
 

Nella penombra di alcune sere malinconiche accendo una candela.
Amo le sfumature che portano all'oscurità.
Raccolgo i pensieri nell'anima tremolante, sino a quando la semplicità della fiamma non mi spinge a distogliere lo sguardo.
Arriva tepore flebile e precario, fiammella temporanea di un giorno trascorso. Avvolgo le mani attorno alla fiamma, l'ombra si concentra sul soffitto di legno, la luce sembra filtrare attraverso le dita. Riparo e modello come uno scultore improvvisato il gioco della combustione. Alito piano per smorzare temporaneamente quell'unica prospettiva della stanza.
La finestra verso il mare è alle mie spalle ma il vetro è nascosto dal drappo nero dell'ombra più scura. Una sola candela non basta per darmi coraggio, per permettere di spostarmi agilmente anche in questo spazio che conosco da sempre. Perdo improvvisamente il senso dello spazio e mi rendo conto solo ora di essere vincolato dal vuoto.
Ne ho sempre avuto timore. Non parlo degli incubi, dei mostri da scacciare con una lampada accesa accanto al letto, sento dentro qualcosa che eccheggia, un ritornello macinato troppe volte.
Sono immobile nel vuoto.
Eccomi: bambolotto di cera, una candela umana che si consuma con i respiri bloccati in gola per tutti le decisioni non prese, raggelate dentro quell'apnea senza sostegni, lacerato e sanguinante per un ricordo d'amore non consumato definitivamente.
Non è colpa mia, non ho potere su qualcosa che mi è stato tolto.
Gocciolano sulla mano lacrime di candela e subito si raddensano. Cerco con il braccio teso di giungere alla parete, seguo il profilo di ciò che mi circonda, spingo il pulsante della luce.
La stanza si accende: mobili, sedie, tavolo e libri. Come prima!
Voglio consumarmi di fatica, di corse sulla sabbia del mare. E voglio danzare.
Anche la ballerina di un carillon, a modo suo, danza.

 
 
 
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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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