Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

 

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Realtà parallele

Post n°881 pubblicato il 03 Giugno 2019 da gianor1
 

Amo Pirandello. La situazione delle apparenze, le sorprese di "Uno, nessuno, centomila".
Quando leggo o assisto alla rappresentazione teatrale mi è di conforto sapere che altri, almeno una volta hanno avuto la mia stessa sensazione.
Situazione non desiderata, non voluta ma riscontrata con logica razionale, non solo esiste, ma è letteraria, oltre che scientifica, accertabile, sviluppata in teatro e sceneggiata nella filmografia.
Per questo la condizione di chi è solitario o in crisi identitaria diventa romantica.
Attraente. Pertanto di consolazione, quasi rasserenante, per via dell'inefficacia del senso d'incapacità e di disorientamento che normalmente procurano gli eventi ancora inspiegati, incompresi.
Sospesi. Appesi. Come i "perchè" irrisolti. E le solitudini esistenziali autentiche.
Antonioni, poeta della architettura filmica, ben descrive questi turbamenti dell'animo umano:"  Noi sappiamo che sotto l'immagine rivelata ce n'è un'altra più fedele alla realtà, e sotto quest'altra un'altra ancora, e di nuovo un'altra sotto quest'ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà".
La descrizione di questo preambolo suggerisce l'esistenza di una realtà parallela e come afferma lo stesso drammaturgo sicano:" Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso".
Nella peggiore delle evenienze, s'intende.

Perchè in situazioni differenti sono l'idea che si fa il droghiere che incrocio nel mio giorno libero una volta a settimana: occhi assonnati, pasta fresca (due etti), qualche fetta di prosciutto, bibite, snack, quant'è, arrivederci.

A fine mese invece sono il pensiero del commercialista che mi ragguaglia sui piccoli investimenti e sull
a contribuzione fiscale irrisolta o da pagare.
Il mio commercialista è una donna affascinante, pimpante, ben truccata ma il tutto si risolve, sempre, con un gentile sorriso, una stretta di mano e "buona giornata".
L'incomunicabilità, a volte, è dettata dalla timidezza...Ahimè!
Altre volte sono il pensiero di un passante a cui taglio la strada distratto perchè leggo un messaggio della mia bimba; in altro contesto divento il pensiero curioso di qualcuno, che mi sente ridere da dietro la porta.
Ma, invece no, è la televisione sintonizzata da Cris su Disney Channel.
In altre situazioni sono il pensiero di persone a cui manco, o magari non mi stimano, forse altri sono in pena per me  chè non hanno mie notizie da tempo.
Sono il pensiero di amici che ho perso, di amori che ho deluso, di colleghi di lavoro che ho offeso, di allievi che ho redarguito ma anche encomiato.
E ogni volta sono io e non lo sono.
In questo momento sono il pensiero di me stesso, mi approprio della serenità del mio adorato mare, detesto le assenze che considero ingiuste, mi chiedo quale idea scaturisca nell'avvicendamento degli eventi, e nella testa di chi, e m'immagino in altri idee che scrutano, altalenanti, e tediati.
In fondo è la stessa commedia della vita.

Atteggiamenti e alterazioni senza fine.
L'evoluzione articolata e jazzistica de "La vie en rose"  completa questo procedimento argomentativo (almeno per me, non so per voi).

 
 
 
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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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