Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Giugno 2019

Tracciato comportamentale

Post n°884 pubblicato il 24 Giugno 2019 da gianor1

La carta stampata e l'ascolto dei telegiornali espongono interventi quotidiani che insistono giustamente su  atti di violenza, malasanità, immigrazione e razzismo, povertà e disoccupazione, bullismo nelle scuole e nel comportamento associativo dei giovani in generale, insulti, corruzione, sofferenza del nostro pianeta...
Ho provato ad analizzare il flusso degli eventi per individuare riscontri, e mi sono reso conto che questi sono andati oltre gli interrogativi.
Il tentativo di trovare l'essenzialità di questi atteggiamentii devianti è scaturito nell'intento d'individuare un minimo di certezza nell' analisi di soluzioni possibili e nello stesso tempo credibili.
Esperienza scientifica e conoscenza tecnologica, in una sfumatura quasi trascendente, hanno rimpiazzato gli antichi numi con la loro attuazione costante e scandagliata. E' indubitabile che non dovrei più paventare alcuna sofferenza: nulla può interrompere la ricerca pedagogica e sociologica e i progressi conseguenti.
Forse è un atteggiamento prudente e difensivo per acchetare i temperamenti. Per riscontrare questa indiscutibile ricerca scientifica sono bendisposto alla sospensione concettuale.
L'apprensione, in questi casi facoltà opportuna, è intenzionalmente allontanata e rimossa dalle conversazioni e non controllando un tracciato da percorrere, vi è la possibilità che l'apprensione si alteri in sofferenza.
Inevitabilmente, nell'abbatere i riferimenti etici e morali, perdo la sensazione d'interezza e di resistenza come piccoli aerei di carta che il vento accarezza e poi li getta nella polvere.
Il cammino nel contesto sociale è sconosciuto, nessuna armonia è più visibile.
Aumenta così la sofferenza. E l'esistenza appare una interrotta e indolente assimilazione di tormenti.
In questi attimi di riflessione sento la necessità di circondarmi di un senso romantico e insieme di un colore armonico unico. 

                                          Appendice personale 

Nel momento che ho riconosciuto il piacere mi sono reso conto che ancora non avevo percepito il desiderio.

 
 
 

Vivere

Post n°883 pubblicato il 17 Giugno 2019 da gianor1
 

Reminiscenza. Ciò che rimane di qualcuno, di qualcosa o di luoghi che ho vissuto.
Dolci tracce, orme amare.
Eppure convivono in me continuamente.
Il presente è conseguenza del tempo trascorso e gli accadimenti che si susseguono esigono un raffronto con il passato.
La conclusione è che oggi vivo decisamente il ricordo.
E' un viaggio difficile, ma necessario.
In ogni momento della mia esistenza sosto per rammentare.
Spesso mi domando se sono in grado di avanzare nel mio percorso con logica e onesta obiettività. Verosimilmente no.
Come suggerisce la natura dell'uomo,  anch'io propendo nel dimenticare le cause negative e rilevare quelle positive.
Di norma vivo attimi modesti o nella norma, ma che in seguito, quando rientrano nella mia reminiscenza, valuto emozionanti.
Le domande che sorgono sono molteplici.
Credo che difetti in me l'attitudine a ben soppesare l'esatta importanza degli accadimenti che si presentano nell'attualità, migliorando solamente la visione di quelle accadute con obiettività. Insomma positivizzo solo i ricordi favorevoli.
Sostare nel ricordo del passato diventa una difesa confortante.
Ma ciò non toglie che vivo il presente nel miglior modo possibile.
Perchè l'attualità è un  momento in cui il futuro è già passato.
La mia mente lo ripete in continuazione.
Perchè viaggiare con un bel ricordo è quanto di meglio possa agire sapendo che alcune persone, luoghi o cose sono vive nel mio accaduto, nella mia anima.
"Il Tempo è un grande autore. Trova sempre il finale giusto".
L'autore della frase è di un gentiluomo emotivo e sentimentale a cui rubo anche la traccia sonora di questo intervento.

                             Appendice gnoseologica

Considerando che il tempo a me concesso è sempre assai limitato, ho fatto un tentativo di sistemare alcune sue porzioni, per utilizzarlo in ulteriori occasioni.  Purtroppo mi sono reso conto che nessun recipiente era idoneo a contenerlo. In verità va utilizzato così com'è: attimo per attimo. Non vi è altra possibilità!

 
 
 

Tastiera

Post n°882 pubblicato il 10 Giugno 2019 da gianor1
 

Pulsanti alfabetici, attracchi delle dita che si dissolvono. Presso, percepisco nel tocco una dolcezza indistinta. Mi rendo conto che ci sono caratteri che creano lemmi, coscienti, vivi, a cui dono una struttura, un aiuto e un pensiero che dispone armoniche evanescenze.
Schiavo ma disponibile in una coreografia che disegno e nello stesso tempo divengo testimone inerme. Sono costretto ad appoggiare i gomiti ed estraniarmi, per avere coscienza, per prestare attenzione ai segni composti.
Sensazioni che acquisisco quando assorto attraverso il viale Europa della mia città contornato di pini, troppo alti per scorgere le cime. O lungo la spiaggia sabbiosa del Poetto, fronte casa, dove scivolo e affondo nelle tracce del passato, in silenzio.
Temo la comunicazione pubblicitaria ingannevole ma soprattutto disdegno l'informazione politica e quella pseudo culturale imposta, favorita e di parte perchè vengo aggredito da discorsi che divengono massi caduti dal declivio.
Per questo motivo ironizzo su questi creatori impudenti e ipocriti schiavi del potere, ligi ad essere servizievoli. L'ironia diventa una condizione che smuove le coscienze in una eventuale correzione del sociale, un sussulto di agilità. In definitiva l'esercizio ironico ha il potere di togliere la maschera ai mistificatori, mostrando il coraggio della spontaneità contro la forma e le norme distorte che  vogliono imporci. Il piacere di un sorriso mitiga e accetta la mia fragile umanità.
In quell'attimo decido di descrivere un'esistenza semplice, immediata che riporto colorata su spazi vuoti. E' la mia vita che ho avuto in lascito e che con grande cura traghetterò nel futuro a chi innocente ne curerà i lamenti.
"Il collezionista di ombrelli" con la sua dolce traccia musicale riesce ad allontanare l'inquietudine. "Mala tempora currunt sed peiora parantur".


                                          
Appendice quasi maschilista

Sono consapevole, vivendo e lavorando in ambiente quasi esclusivamente femminile, che esistono innumerevoli modi per fare degli apprezzamenti ad una signora. Ieri durante lo svolgimento di un consiglio di classe, non sono riuscito a trattenermi nel dire all'amica e collega Roberta:" Hai uno sguardo così dolce che riesco persino a guardare i tuoi bellissimi occhi verdi senza scendere giù alle tette".
Siate clementi gentili lettrici.

 
 
 

Realtā parallele

Post n°881 pubblicato il 03 Giugno 2019 da gianor1
 

Amo Pirandello. La situazione delle apparenze, le sorprese di "Uno, nessuno, centomila".
Quando leggo o assisto alla rappresentazione teatrale mi è di conforto sapere che altri, almeno una volta hanno avuto la mia stessa sensazione.
Situazione non desiderata, non voluta ma riscontrata con logica razionale, non solo esiste, ma è letteraria, oltre che scientifica, accertabile, sviluppata in teatro e sceneggiata nella filmografia.
Per questo la condizione di chi è solitario o in crisi identitaria diventa romantica.
Attraente. Pertanto di consolazione, quasi rasserenante, per via dell'inefficacia del senso d'incapacità e di disorientamento che normalmente procurano gli eventi ancora inspiegati, incompresi.
Sospesi. Appesi. Come i "perchè" irrisolti. E le solitudini esistenziali autentiche.
Antonioni, poeta della architettura filmica, ben descrive questi turbamenti dell'animo umano:"  Noi sappiamo che sotto l'immagine rivelata ce n'è un'altra più fedele alla realtà, e sotto quest'altra un'altra ancora, e di nuovo un'altra sotto quest'ultima, fino alla vera immagine di quella realtà, misteriosa che nessuno vedrà mai, o forse fino alla scomposizione di qualsiasi immagine, di qualsiasi realtà".
La descrizione di questo preambolo suggerisce l'esistenza di una realtà parallela e come afferma lo stesso drammaturgo sicano:" Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso".
Nella peggiore delle evenienze, s'intende.

Perchè in situazioni differenti sono l'idea che si fa il droghiere che incrocio nel mio giorno libero una volta a settimana: occhi assonnati, pasta fresca (due etti), qualche fetta di prosciutto, bibite, snack, quant'è, arrivederci.

A fine mese invece sono il pensiero del commercialista che mi ragguaglia sui piccoli investimenti e sull
a contribuzione fiscale irrisolta o da pagare.
Il mio commercialista è una donna affascinante, pimpante, ben truccata ma il tutto si risolve, sempre, con un gentile sorriso, una stretta di mano e "buona giornata".
L'incomunicabilità, a volte, è dettata dalla timidezza...Ahimè!
Altre volte sono il pensiero di un passante a cui taglio la strada distratto perchè leggo un messaggio della mia bimba; in altro contesto divento il pensiero curioso di qualcuno, che mi sente ridere da dietro la porta.
Ma, invece no, è la televisione sintonizzata da Cris su Disney Channel.
In altre situazioni sono il pensiero di persone a cui manco, o magari non mi stimano, forse altri sono in pena per me  chè non hanno mie notizie da tempo.
Sono il pensiero di amici che ho perso, di amori che ho deluso, di colleghi di lavoro che ho offeso, di allievi che ho redarguito ma anche encomiato.
E ogni volta sono io e non lo sono.
In questo momento sono il pensiero di me stesso, mi approprio della serenità del mio adorato mare, detesto le assenze che considero ingiuste, mi chiedo quale idea scaturisca nell'avvicendamento degli eventi, e nella testa di chi, e m'immagino in altri idee che scrutano, altalenanti, e tediati.
In fondo è la stessa commedia della vita.

Atteggiamenti e alterazioni senza fine.
L'evoluzione articolata e jazzistica de "La vie en rose"  completa questo procedimento argomentativo (almeno per me, non so per voi).

 
 
 

Area personale

 







Sono per la salvaguardia del grafema Ch

 

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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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