Quando vado nelle grandi città, preferisco prendere una stanza di un bell'albergo; una stanza il più in alto possibile,
Di quelle stanze così in alto che devi per forza prendere l'ascensore. Di quelle stanze che dìano vista sul vasto panorama urbano.
Allora, mi siedo sul davanzale di una delle grandi finestre di quella stanza. Mi appoggio al vetro, accomodandomi sul fianco,
con la guancia posata sulla fredda superficie.
Guardo le tiepide luci del tramonto affacciarsi all'orizzonte, attraverso la sottile foschìa e mentre il mio sguardo scende, immagino
di cadere sempre più veloce verso l'asfalto, in mezzo al traffico instancabile.
Se non chè, quella sera ero particolarmente stanco, distratto, tramortito dai miei stessi pensieri; e non mi accorsi che la finestra era aperta.
Quanto poco basta ad abbracciare la catastrofe e la linea che separa l'immaginazione dalla realtà ha la larghezza di un davanzale. Ah, ah...
Ha un che di ironico tutto ciò; pensavo poco prima che il mio cranio si sfracellasse al suolo, un'auto spazzasse via le mie gambe, e il
mio busto rimanesse tronco, appiccicato all'asfalto in quel piccolo spazio libero, in mezzo al traffico instancabile.
THOalex - ??/??/2011
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