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Sanremo 2012

Post n°19 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da acomeanonimo
 
Tag: RAI

Certo la performance di Celentano è stata deflagrante per la Rai. Ma poi le polemiche passano. Invece, chi restituirà alla televisione di Stato quei 650mila euro persi a causa del break pubblicitario non andato in onda? Soldi sonanti buttati al vento per incapacità organizzativa, per leggerezza, per un pasticcio.

 
In pratica, quasi un ventesimo del budget del Festival, che si aggira sui 15 milioni di euro. E più o meno la stessa cifra del cachet del Molleggiato: tanto valeva individuare una seconda lista di famiglie povere (come ha fatto Celentano) alle quali distribuire quei soldi.
Gli spot in questione avrebbero dovuto occupare l’ultimo spazio pubblicitario prima della chiusura del Festival durante la prima serata.
Invece non sono per nulla andati in onda. Ma ancora ieri i dirigenti Rai, cui la Sipra, la concessionaria di pubblicità, ha chiesto conto, non sapevano dare risposte chiare sui motivi per cui sono stati cassati e su chi ricadono le responsabilità.
«I problemi sono nati dal blocco del sistema di votazione - ha cercato di spiegare il direttore Mauro Mazza - che ha modificato tutta la scaletta». «Sono incidenti di percorso che capitano - ha cercato di aiutarlo Antonio Marano, l’inviato della Lei che più che per fare il “commissario” sembra venuto qui nelle vesti di “pompiere” -. Certamente non è una cosa piacevole». Proprio no, visto che la Rai è un’azienda pubblica e magari la Corte dei Conti avrà qualcosa da dire in merito.
Ma come è potuto succedere? Secondo le ricostruzioni, si sono concatenati più fattori: Luca e Paolo che all’inizio dello show si sono «allungati» di molti minuti, poi l’arresto del server delle votazioni che ha scompaginato ulteriormente e infine il diktat di Celentano che aveva imposto di non interrompere il suo intervento in alcun modo con gli spot. Alla fine, la serata è andata troppo per le lunghe e qualcuno ha deciso di far saltare quell’ultimo spot e di chiudere il programma. Ma chi è stato quel «qualcuno»? La responsabilità finale è del direttore di rete Mazza (il suo vice operativo è Ludovico Di Meo). Fra le altre questioni (in primis l’offesa all’Avvenire e a Famiglia Cristiana) che hanno mandato su tutte le furie il direttore generale Lei (la quale poi ha appunto deciso di inviare Marano), c’è stata anche quella di vedere i dirigenti in prima fila in platea invece che dietro le quinte a seguire la macchina organizzativa. Insomma, perché non stavano a dirigere il traffico, anche quello degli spot, invece di sorridere alle battute del Molleggiato?
Anche di questo si chiederà conto nelle prossime settimane agli organizzatori del Festival e anche questo peserà sulla valutazione del direttore Mazza. Ieri, in cda, i consiglieri hanno infatti deciso di rimandare le decisioni a Festival finito, per non alimentare le polemiche. Il direttore di Raiuno ha inviato ai consiglieri una lettera in cui sottolinea che la responsabilità di quando detto da Celentano non può essere attribuita a lui, poiché sul contratto con c’è la sua firma, bensì quella della Lei.

Non ha tutti i torti, visto che la decisione di accogliere «il re degli ignoranti» al Festival è stata avallata dai vertici supremi. Lettera non troppo gradita, visto che i consiglieri ritengono che non sollevi il direttore di Raiuno dalle sue responsabilità.
Ora si dovrà anche valutare se Celentano ha violato il codice etico della Rai che, nel contratto, il cantante si era impegnato a rispettare, pur avendo totale libertà di espressione. In ogni caso, non servirà a molto, visto che, se si volesse intervenire, rompere il contratto e magari impedire la prossima apparizione del tanto temuto provocatore si dovrebbe farlo nel giro di poche ore. Resta un’ultima domanda: che cosa è venuto a fare Marano a Sanremo? In conferenza stampa ha sostanzialmente difeso Mazza, si è dissociato da Celentano e ha detto che non è qui per impedirgli di salire ancora sul palco, ci mancherebbe... Tutte cose che poteva fare anche da Roma... Se fosse veramente così

 
 
 
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