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« Caterina | Sabato di relax » |
Post n°151 pubblicato il 04 Novembre 2011 da Airetikios
Pioveva quel 4 novembre 1918! La resa era stata firmata alle 15.30 del 3 Novembre, ma sarebbero ancora servite 24 ore per avvisare tutte le truppe austriache lungo il fronte e per permettere agli italiani di conquistare altro terreno. Attorno alle 15 del IV Novembre un gruppo di cavalleria italiana agli ordini di un giovane ufficiale si lancia all'assalto di una postazione di mitragliatrici rimasta a proteggere la ritirata dell'esercito austriaco, non si sa ancora oggi il perchè di questa carica, cosa abbia pensato l'ufficiale, quella che era stata la regina della guerra canta per l'ultima volta, Non sopravvivrà nessuno, nè gli uomini, nè i cavalli. Un minuto dopo la guerra era finita! E' da quando sono bambino che mi interesso alla Prima guerra mondiale, guerra di uomini, prima che di mezzi, una linea netta nella storia, ciò che era prima non sarà più dopo, il modo di combattere, il modo di concepire il nemico, il modo di morire. Ma scostando i veli della retorica si scopre come la nostra più grande virtù sia stata quella di saper resistere, non il valore tattico degli strateghi militari, non la preponderante massa umana, non la superiore qualità tecnica dei mezzi, ma la pazienza e l'abnegazione degli uomini disposti a morire da ambo le parti senza chiedersi il perchè. Non sono stati i generali italiani a vincere la guerra, non sono stati i fanti austriaci a perderla, leggendo le pagine di Fritz Weber, ufficiale di artiglieria dell'esercito austriaco vi si trovano le stesse emozioni, le stesse sensazioni, la stessa umanità priva di esaltazione delle pagine di Lussu, di Ungaretti. A cosa è servita la Prima guerra mondiale? Si potrebbe fare un lungo discorso sulle motivazioni, i pro ed i contro, ma sinteticamente si può dire che dal punto di vista territoriale è stata inutile, trentanni dopo avevamo perso quanto si era guadagnato a così alto prezzo, ed anche prima, per garantirsi la neutralità dell'Italia l'Austria era disposta a concessioni pressochè totali. Per questo vorrei prendere per i marroni i leghisti che predicano "i soldi del Nord rimangano al Nord" e farli percorrere leggendo ad uno ad uno le file di Esposito, Palumbo, Siciliano posti sotto una croce ed una data, per far loro capire che la loro "ricchezza" poggia ancora oggi su quelle scommessa. Alex |
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Credo sia una questione di interessi personali, un po' come l'amore, ti arriva addosso e non sai perchè :o)
E' il Mozart che preferisco :o)