Creato da Alessandra_Fontana il 10/03/2007

Alessandra Fontana

Vorrei parlare con voi di sentimenti, di politica, di esperienze, di vita. Vorrei volare tra le emozioni, quelli forti, che appassionano ...

 

 

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LA LIBERTA' ROSSA DI ODIARE

Post n°277 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da Alessandra_Fontana
 

Oggi a Roma la Federazione Nazionale Stampa Italiana ha inscenato la protesta. In realtà la piazza è stata monopolizzata dalle forze della sinistra extraparlamentare, della Cgil, del Pd, di Sinistra e Libertà, del’IdV con l’appoggio dell’Udc.
La Cgil ha provveduto a portare pulman di pensionati e casalinghe, i partiti hanno provveduto al programma, allo spettacolo.
La piazza dei liberi giornalisti italiani (non tutti per fortuna) era un tappeto di bandiere rosse, di slogan antiberlusconiani, di cartelli tutti uguali preparati e stampati dall’Unità. Fischietti, cappellini, gadget, cori contro Berlusconi, insomma la solita pantomima pagata con i finanziamenti dello Stato ai partiti e alla stampa. Cioè da noi.

“L’Italia è un paese dove è assente la libertà di informazione”, questa la tesi della Fnsi e del suo presidente Roberto Natale noto per la sua vicinanza alla estrema sinistra. Fulgido esempio dell’equidistanza di certi giornalisti.




Questa manifestazione segue di poche ore la trasmissione Annozero, la dimostrazione tangibile che in Italia non solo c’è libertà di informazione, ma anche libertà di insulto reiterato e continuo.
Ed è proprio questo il problema, la falsità. Questi signori non sono scesi in piazza per le querele o le cause intentate contro tutti i giornali italiani, ma solo per l’Unità e la Repubblica che sono stati querelati da Berlusconi dopo le note vicende da buco della serratura …

Negli ultimi anni in Italia sono state presentate 430 querele contro i giornali. Il 68% sono state inoltrate da esponenti del centrosinistra contro giornali di centrodestra. Nessuno è sceso in piazza, ma che dico “piazza” … Nessuno è sceso nemmeno al piano terra del ricco palazzo del proprio giornale. Un silenzio tombale. Evidentemente per certi giornalisti la libertà di informazione è messa in pericolo solo dalle due querele di Berlusconi.

Forse c’è un lieve disparità di giudizio, ma chi se ne frega! Cavalcare questa strana concezione del pluralismo della informazione, ha degli obbiettivi chiari. Convincere la gente di queste fesserie, condizionare la stampa straniera che provvederà a sputtanare l’Italia ed il Governo, danneggiare Berlusconi e cercare di far cadere il Governo.

Questa difesa corporativa della casta rossa dell’informazione, è un chiaro tentativo di imporre un regime mediatico in cui ci sono giornali, trasmissioni televisive e giornalisti che si ritengono depositari della verità. Chi non è d’accordo o è servo oppure nemico.
E questo Governo cosa ha fatto per essere messo alla gogna? Ha messo a disposizione 10 milioni di euro per i giornalisti a sostegno della cassa integrazione. Lo stesso per i periodici. Il dipartimento editoria del Governo ha poi erogato 206 milioni di euro per contributi diretti alla stampa, per sostenere 450 testate. L’Unità per esempio ha ricevuto 6,3 milioni di euro, Il Manifesto 4,3 milioni, Avvenire 6 milioni, Europa 3,5 milioni, Il Riformista 2,5 milioni, Il Foglio 3,5 milioni, Libero 7 milioni. Sono stati erogati 21 milioni per contributi alle emittenti radiofoniche. Hanno anche rimborsato le tariffe postali agevolate: 273 milioni di euro. Tanto che l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), ha lodato il Governo Berlusconi per sensibilità istituzionale e trasparenza.

Evidentemente non basta, la volontà di certi giornalisti è quella di trasformare i loro giornali e le loro trasmissioni televisive in un teatro di scontro tra poteri. Bene! Vedremo chi ne uscirà con le ossa rotte.
Per ora, il sondaggista Piepoli (non certo vicino al centrodestra) ha presentato un lavoro dopo Annozero. La signora D’Addario e prostitute varie (compreso il conduttore) non spostano un voto. La fiducia in Berlusconi è stabile al 50% e il governo è in ottima salute. Il ritorno dalle vacanze “ha fatto bene al Governo e male agli avversari. L'opposizione si è presa l'influenza A” ironizza Piepoli. “I dati evidenziano infatti una crescita del PdL che si attesta al 37%. Stabile la Lega Nord al 10% e l'Mpa all'1. In calo le quotazioni de La Destra di Storace, ferma all'1%. In ribasso il Partito Democratico al 26,5%. In calo anche l'Italia dei Valori di Di Pietro (6,5%). Sinistra e Libertà di Nichi Vendola al 2,5% e la lista comunista Prc-Pdci scende al 2,5%.”

Mi auguro che i giornalisti sinistri non leggano questi dati altrimenti l’ira monterà sempre più violenta e ce li troveremo in piazza a schiamazzare ogni quindici giorni …
Non comprendono, poveracci, che gli italiani hanno capito da tempo il loro gioco e detestano i bari.


Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 08/10/09 alle 16:45 via WEB
Che il Pdl porti avanti la sua linea di programma va benissimo, ma penso sia ora di dare una risposta ferma, dura a questa banda di affaristi formata da poteri forti distribuiti fra il mondo della finanza, banche e multinazionali (con il concorso esterno di certa magistratura che vede come il diavolo il cavaliere) cui questa sinistra è asservita per la solita questione della "cadrega" e che, a partire da quel che accadde sul Britannia nel giugno del 1992 (so che ricordi la faccenda e non sto a ripeterla), continuano a spolpare indecorosamente l'Italia senza che questo popolino di sinistra arrivi a comprendere queste cose. Già, i sinistri appartengono alla categoria dei forti con i deboli e dei deboli con i forti). Sopratutto mi fa specie quella genìa di sfruttatori delle risorse statali quando costoro, incapaci di fare una politica seria, di risparmio nelle loro aziende, danno sfogo ad operazioni finanziarie spericolate tanto se vanno in rosso c'è mamma stato che ripaina le loro perdite.. Per non parlare della giustizia. Qui ti riporto il pensiero, in merito, di un certo Giovanni Falcone, estrapolato da un suo libro "Interventi e proposte 1988-92".. con alcune mie iniziali considerazini. Eccotelo: "Perché Giovanni Falcone non piaceva alla sinistra? Perché Violante in Parlamento e altri nel Csm ostacolarono, a quel tempo e ferocemente, la sua nomina alla superprocura Antimafia? Perché il «metodo Falcone» non poteva e non avrebbe mai potuto avvalorare teoremi accusatori astratti e assiomatici. Perché Falcone riteneva che non bastassero le semplici dichiarazioni dei pentiti. Perché lui lavorava con un metodo che doveva portare a un solo fine: convincere la Corte delle prove che portava a carico. Perché non “giocava” su processi che si aprono e si chiudono con la fase iniziale delle indagini, in cui la sentenza di condanna è quella del PM che chiede il rinvio a giudizio e che il GIP deve sottoscrivere. Falcone rappresentava altresì “un'antitesi” per la sinistra anche per un'altra ragione: il magistrato che aveva riscosso i più grandi e indiscutibili successi contro la mafia aveva una concezione del rapporto tra politica e magistratura esattamente opposto a quello trionfante nell'ANM, era uno a cui impedire di acquisire posizioni di potere, come la superprocura. Era anche un paladino accanito della separazione delle carriere.. Falcone tentò di far capire ai politici che, per reagire adeguatamente alla mafia, c’era bisogno di una netta distinzione tra Pm e Giudici. Era questo il punto forte, il punto di partenza della sua proposta politico ‑ giudiziaria. Anche per questo la sinistra che oggi ne enfatizza l'operato, allora lo ostacolava, duramente!!! Falcone aveva chiarissimo il nesso tra la responsabilità della politica criminale ‑ che non può che essere indicata dal Parlamento ‑ e attività di indagine e quella giurisdizionale della magistratura: «Un coordinamento fortemente centralizzato non può essere però affidato a un pubblico ministero totalmente separato dagli altri poteri dello Stato » diceva a Marcella Padovani, nel '91, nel libro intervista “Cose di Cosa Nostra”… « Bisognerà immaginare la forma di raccordo più adeguata. Un grande giurista e un grande uomo politico della nostra Costituente, Piero Calamandrei, si era dichiarato favorevole all'istituzione di un procuratore generale della Corte di Cassazione che partecipasse alle sedute del Consiglio dei ministri a titolo consultivo per gli affari riguardanti la giustizia. Altri hanno pensato a direttive impartite al PM dal Parlamento. Sia ben chiaro, non auspico affatto un PM sotto il controllo dell'esecutivo. L'ufficio di procura deve conservare e rafforzare la propria autonomia e indipendenza, ma deve agire in maniera efficiente ed essere realmente responsabile della sua attività, a tal fine un intervento legislativo si impone». Il pensiero di Falcone, scomodo e dimenticato, si ravvisa nei seguenti concetti, illustrati dallo stesso giudice nel libro “Interventi e proposte (1982-‘92)” della fondazione Giovanni e Francesca Falcone: 1.La consapevolezza che la regolamentazione della carriera dei magistrati del PM non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti. 2.Se l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono in crisi ciò dipende in misura non marginale anche dalla crisi che investe da tempo l'ANM rendendola sempre più un organismo diretto alla TUTELA di interessi corporativi. 3.Separazione delle carriere: su questa direttrice bisogna muoversi, accantonando lo SPAURACCHIO della dipendenza dei PM dall'Esecutivo e della discrezionalità dell'azione penale che viene puntualmente sbandierato tutte le volte in cui si parla di differenziazione delle carriere. 4.É possibile che in un regime liberal democratico non vi sia ancora una politica giudiziaria e tutto sia riservato alle decisioni, assolutamente irresponsabili, dei vari uffici di Procura e spesso dei singoli sostituti? 5.In mancanza di controlli istituzionali sull'attività del PM saranno sempre più gravi i pericoli che influenze informali e collegamenti occulti con centri occulti di potere possano influenzare l'esercizio di tale attività. 6.I veri nodi di una giustizia efficace e democratica: razionalizzare e coordinare l'attività del PM, finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticistica dell'obbligatorietà dell'azione penale e dalla mancanza di efficaci controlli sulla sua attività. 7.Le correnti dell'ANM si sono trasformate in macchine elettorali per il CSM e quella occupazione delle istituzioni da parte dei partiti politici, che è alla base della questione morale, si è puntualmente presentata anche in seno all'organo di autogoverno della magistratura con note di pesantezza sconosciute in sede politica. 8.Il magistrato attualmente viene ammesso in carriera sulla base di un bagaglio culturale meramente nozionistico e ai criteri passati di accertamento della professionalità ne sono stati sostituiti altri dei tutto insoddisfacenti. 9.L'autonomia della magistratura rischia di essere gravemente compromessa se l'azione dei giudici non è assicurata da una robusta e responsabile professionalità al servizio dei cittadino. Certi automatismi di carriera e la pretesa inconfessata di considerare il magistrato, solo perché ha vinto il concorso di ammissione in carriera, come idoneo a svolgere qualsiasi funzione ( una sorta di superuomo infallibile ed incensurabile ) sono causa non secondaria della grave situazione in cui versa oggi la magistratura. 10.L'inefficienza di controlli sulla professionalità cui dovrebbero provvedere il CSM ed i Consigli giudiziari ha prodotto un livellamento dei magistrati verso il basso. Non si tratta di auspicare il ritorno di anacronistici criteri elitari per la formazione professionale, ma molto più semplicemente ed umilmente riconoscere che oggi nel nostro Paese in uno dei più difficili mestieri, quello dei giudice, la formazione professionale è regolamentata in modo tale da non assicurare in modo efficiente il servizio Giustizia." Questo dovrebbe fare il Pdl, a mio avviso, alla svelta e poi agire per la tutela dei parlamentari agendo, se necessario, sull'art. 68 della costituzione senza ripresentare il lodo Alfano sotto forma di legge costituzionale, e mettere un bavaglio definitivo a certe procure rosse che fanno politica con il codice penale in mano. Scusa se son stato lungo ma oggi avevo desiderio di buttar fuori tutto quello che avevo dentro di "indigesto" verso questa opposizione confusa, sparigliata e sparpagliata, senza nè arte, nè parte. Ciao, un bacio.. Vince
 
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