Creato da Alessandra_Fontana il 10/03/2007

Alessandra Fontana

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E MENTRE BERLUSCONI TRIONFA AD ISRAELE, SI SCOPRE CHE A SINISTRA …

Post n°306 pubblicato il 04 Febbraio 2010 da Alessandra_Fontana
 

Qualcuno non ride più sulle rivelazioni di Panorama circa il “complotto D’Addario” e deve ammettere. Evidentemente le prove sono serie.

 


Apprendiamo da Affaritaliani



Sul caso D'Addario e sul tema del complotto contro Berlusconi, il giornale diretto da Antonio Padellaro (Il Fatto) nell'edizione domenicale fa uno scoop clamoroso, che completa e arricchisce la tesi inquietante avanzata dal settimanale Panorama. In particolare alza il velo su alcuni particolari in possesso della procura di Bari in base ai quali sarebbe stata intercettata per strada a Roma una conversazione di "un imprenditore vicino al Pd" ("Roberto De Santis?") che, dopo aver incontrato il grande faccendiere e puttaniere bipartisan Tarantini, rivela a un suo misterioso interlocutore: "Non ci dà una mano".

Questo riscontro avrebbe, secondo Il Fatto, "impresso una direzione particolare alle indagini della procura di Bari". Da qui una serie di domande poste dal giornalista autore del clamoroso colpo, Antonio Massari: "Quale aiuto avrebbe potuto offrire, Tarantini, a questo imprenditore? Perché Tarantini avrebbe dissentito? Si parlava di affari? O dell'inchiesta sulle escort? In altre parole qualcuno legato al Pd, chiedeva - magari per proprio conto, senza il coinvolgimento dei maggiorenti del partito - un aiuto per colpire Berlusconi, ormai coinvolto nello scandalo Tarantini? E soprattutto - se diamo per buona l'ipotesi - il dialogo avviene prima o dopo che il caso D'Addario diventi di dominio pubblico?".

Come si vede di carne al fuoco sul tavolo dei magistrati baresi ce n'è abbastanza per approfondire. E per dubitare delle versioni fin qui accreditate. E ne esce rafforzata la pista della vicenda escort come complotto ordito contro Berlusconi. Una teoria che finora era stata irrisa e screditata dagli avversari del Cavaliere dal fatto che la notizia fosse uscita dai giornali del suo gruppo (Panorama, in particolare). Ora la conferma dal Fatto, specialista in rivelazioni giudiziarie e in carte processuali e organo dell'anti-berlusconismo militante.

 


Appuntamenti e incontri “filmati” – pochi giorni prima che scoppiasse lo scandalo Berlusconi-D'Addario – anche tra Maritati e l'avvocato Maria Pia Vigilante. E poi tra la Vigilante, che ne difende gli interessi, e la D’Addario. E infine: tra la Vigilante e un giornalista. Al di là dell'indagine svolta dagli investigatori privati, anche la Procura di Bari ha voluto vederci chiaro, setacciando i conti della D’Addario e controllando i suoi spostamenti, insieme con quelli dei giornalisti che avevano lavorato sul suo caso.

 


Un mix d’informazioni – alcune confluite nei fascicoli della procura, altre no, altre ancora prossime all'acquisizione – che ha spinto Panorama a evocare un “complotto”. Nessun complotto. Nel mirino – della procura e degli investigatori privati – c'è la "gestione" di Patrizia D’Addario e del suo materiale incandescente. E gli investigatori privati – non la procura - hanno documentato una sequenza d’appuntamenti tra un magistrato, un politico, un avvocato, un giornalista.

 


E in procura c’è chi si chiede se, le indagini di un investigatore privato, che riguardano il caso D’Addario , possano spingersi fino al magistrato titolare dell'indagine. Il magistrato, infatti, si chiama Giuseppe Scelsi, pm della dda di Bari, titolare dell'inchiesta su Tarantini. Il politico si chiama Alberto Maritati, senatore del Pd, ex collega di Scelsi per parecchi anni, proprio nella Procura di Bari, dove è stato procuratore aggiunto. L'avvocato è Maria Pia Vigilante, difensore della D’Addario, della quale cura gli interessi anche per controversie familiari e burocratiche.
La giornalista si chiama Maddalena Tulanti: è da anni l’apprezzato capo della redazione pugliese del Corriere del Mezzogiorno, inserto regionale del Corriere della Sera, ed è la penna che ha trasformato in un libro – Gradisca, presidente (Aliberti editore) – la biografia della D’Addario. L'investigatore privato scopre che – nel giro di pochi giorni – i quattro s'incontrano. Nel centro della città. E inserisce il tutto – fotografie incluse – nell'indagine difensiva.

 

Il Fatto Quotidiano ha contattato il senatore Alberto Maritati, per chiedergli se davvero ha incontrato il pm Scelsi e l'avvocato Vigilante. E gliene ha chiesto i motivi.
"La teoria del complotto – esordisce – mi pare demenziale. È vero che ho incontrato Scelsi e l'avvocato Vigilante. Ho lavorato a Bari per 11 anni, quand’ero in procura, ma adesso che sono un politico, ci vengo raramente, e solo per motivi professionali. Scelsi era in prefettura, per un incontro istituzionale, e ci siamo fermati a prendere un caffè. Siamo stati insieme tra i 5 e i 10 minuti. Non di più. Non sapevo nulla dell'indagine in corso. E lui non me ne ha accennato. L'incontro è avvenuto un mese prima che lo scandalo fosse noto. Dopo, sapendo che il titolare dell'inchiesta era lui, ho capito che, dato il mio ruolo, sarebbe stato meglio non incontrarsi. Non l'ho chiamato neanche per gli auguri di Natale. È vero che nello stesso periodo ho incontrato l'avvocato Vigilante. La conosco da oltre dieci anni. È un'amica di famiglia. L'ho vista al ristorante, sul corso, e mi sono fermato a salutarla. Ho chiacchierato con lei che, peraltro, cura anche una mia causa giudiziaria. Infine: non ho mai conosciuto Patrizia D’Addario”.

 


**************

Letto l’articolo di Affaritaliani, vediamo chi è l’on. MARITATI del Pd …
Maria Pia Vigilante (avvocato della D’Addario) è amica di vecchia data di Alberto Maritati, è stato considerato uno degli uomini politici più vicini a Massimo D’Alema. Maritati lo conobbe nel 1995 quando, come pubblico ministero a Bari, chiese e ottenne il proscioglimento di D’Alema accusato di aver percepito un finanziamento illecito al Pci avvenuto dieci anni prima, quando ricopriva la carica di segretario regionale del partito. Secondo una pratica evidentemente diffusa tra gli imprenditori della sanità, l’allora “re delle cliniche private” pugliesi, Francesco Cavallari, era stato generoso sia con la destra sia con la sinistra, e dichiarò ai magistrati di aver consegnato nel 1987 a D’Alema, su sua richiesta, un contributo di 20 milioni di lire. Lui, “lealmente” – come scrisse il gip nel provvedimento conclusivo –, ammise di aver ricevuto una tale somma, ma il reato di finanziamento illecito era coperto dall’amnistia del 1989, e il processo si chiuse lì. Maritati, diventato senatore nel 1999 e riconfermato in tutte le successive elezioni, nel 2000 fu sottosegretario all’Interno nel governo D’Alema e nel 2006 sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi.

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Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 04/02/10 alle 11:11 via WEB
Concordo al 100% con queste tue considerazioni, Ale, e aggiungo questo: oramai il solito noto trattorista avvezzo alle cafonerie più esilaranti, degni del più grosso maleducato che non sa neanche parlare in italiano corretto, di dubbio equilibrio mentale e che mostra grande intolleranza quando gli si fanno domande scomode, sono – finalmente – di dominio pubblico! Come dire che gatta ci cova ma lui non fa niente per dimostrare il contrario, anzi.. Oramai, quando passerà il legittimo impedimento e poi il lodo Alfano così come prospettato dalla corte costituzionale (farne appunto una legge non ordinaria ma costituzionale), lo squagliamento dell'opposizione e del protruso suddetto, appena iniziato e alla grande, compirà il suo inarrestabile declino. Forca Italia – e soci ben noti - non paga, assolutamente no, ma questi sono troppo duri di comprendonio per arrivarci. Ovvero, sotto sotto lo sanno, al Pd la riforma della giustizia bene o male andrà a genio lo stesso (sono così "infarciti", succubi di A.N.M., di ex magistrati, che hanno le mani legate a doppia mandata), ma non hanno altre armi in mano per contrastare un governo democraticamente eletto se non con le metodologie Un pò da fascistoidi del fallito summenzionato! Ciao Ale, un abbraccio ^_^ Vince
 
Vince198
Vince198 il 07/02/10 alle 10:36 via WEB
« A un certo punto il dubbio è venuto anche a me. E allora ho preso la bibbia laica di un giornalista, il vocabolario Devoto-Oli. Alla voce complotto ho letto: «Intrigo rivolto copertamente a danno di enti o persone». Confermato nella mia conoscenza della lingua italiana, invito caldamente alcuni colleghi a fare un ripasso ed evitare di confondere i loro lettori. A scanso di equivoci, Panorama ha già confermato e conferma l'esistenza di un'indagine condotta dalla procura di Bari che porta a una conclusione: l'esistenza di un complotto o un intrigo ai danni di Silvio Berlusconi. Archiviata la questione semantica, passiamo ai fatti. La procura di Bari non ha smentito un fico secco di quanto scritto da Panorama, come si affannano a voler far credere alcuni untorelli dell'informazione. Gli inquirenti hanno diffuso una nota in cui escludono iscrizioni nel registro degli indagati a carico di magistrati, polititici, giornalisti o professionisti riguardo l'ipotesi di «accordi fraudolenti miranti a una calunniosa rappresentazione processuale». Panorama non ha mai scritto questo, basta saper leggere. Anche perché, se e quando un magistrato venisse iscritto fra gli indagati, il fascicolo dovrebbe immediatamente lasciare Bari e migrare a Lecce, competente nel giudicare i colleghi del capoluogo. Lo insegnano al secondo anno di giurisprudenza. Nel replicare alla nota della procura, abbiamo parlato non a caso di «riscontri autorevoli e conferme granitiche». Chi fa questo lavoro sa che un direttore non si imbarca in una storia simile se non ha la certezza che le ipotesi raccontate non solo esistono ma sono anche sostenute da elementi seri. E potete star certi che è esattamente quello che è successo. Gli eventi diranno il resto e non dovremo attendere molto per capirne di più. Quel che mi preme sottolineare adesso è dare garanzia dell'assoluta correttezza del nostro comportamento. Non abbiamo esasperato una sola riga rispetto a quanto ci è stato autorevolmente raccontato: abbiamo applicato alla lettera le regole del buon giornalismo. Che prevede di raccogliere le notizie e di verificarle. Punto. E quindi risibile e al limite del sarcasmo la paternale sollevata da Repubblica che, con toni intimidatori propri di chi non fa il giornalista ma il sicofante, minaccia e sollecita non si sa chi di verifìcare se Panorama abbia trasformato «scientificamente lo scandalo in uno strumento di lotta per il potere politico».Ed è ancora più divertente leggere sullo stesso giornale, a firma di due cronisti di giudiziaria abituati a lavorare sul campo e non sulle nuvole della chiacchiera, che sì, effettivamente a Bari c'è un'inchiesta «che punta proprio a capire se Tarantini e la D'Addario siano stati mossi da qualcuno». Volete un altro esempio? Ecco // Fatto quotidiano. In prima pagina c'è il picchiatore di turno che mena randellate e puntualmente si diverte a deridere Panorama', ma a pagina 3 si suona tutt'altra musica. Perché lo stesso giornale scrive, sulla base di notizie autono­mamente raccolte, le seguenti cose: che esiste un'indagine dove sono coinvolti magistrati, politici, giornalisti o professionisti; che bisogna comunque sciogliere il dubbio se le rivelazioni della D'Addario erano semplicemente degli scoop o se qualcuno forniva informazioni ai giornalisti con un secondo fine; che è necessario capire se la D'Addario sia stata manovrata e se si sia arricchita in maniera illecita. Poi, dulcis in fundo, «se vi sia stato un interessamento della politica, o dei servizi segreti, nella divulgazione delle notizie o addirittura nella loro "gestione"». Chiosa finale dopo numerose altre ipotesi: «Tutti interrogativi legittimi. Non smentiti dal comunicato della procura. Scusate, ma a me scappa da ridere.» Articolo del giornalista Giorgio Mulé
A questo punto, dopo aver seguito anche le indicazioni di questo articolo che mi ha aiutato a mettere ancor più a fuoco la questione, anche a me scappa da ridere come al giornalista: i soliti soloni che davanti fanno i duri e puri, sfottono etc. etc. e poi, sotto sotto si pongono gli stessi interrogativi che si è posto Panorama. Tal che il loro castello di menzogne può sfaldarsi da un momento all'altro.. tutto tenuto rigorosamente sotto silenzio perchè ci sono le elezioni regionali e se la “bolla giudiziaria” esplodesse prima della fine di marzo, per Forca Italia sarebbero sul serio c***i amari da digerire. Facce da lato “B” (del corpo) dunque? Fate voi.. Ciao Ale, buona domenica^_^
 
elbirah
elbirah il 17/02/10 alle 00:31 via WEB
Più che 'testimonianza' di fiducia la considererei prova a carico. Bello il video, continua cantare va...
 
 
Alessandra_Fontana
Alessandra_Fontana il 18/02/10 alle 03:15 via WEB
Liberissima elbirah di continuare a mentire a se stessa... Sono lieta che il video le sia piaciuto, ma devo deluderla, non continuerò a cantare. Non è il mio lavoro. Il suo qual'è? Perchè tra nomignoli e avatar, lei si espone davvero poco... Che peccato, amo la gente che ci mette la faccia.
 
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