Alessandra Fontana

Credo che noi italiani non siamo andati "motu proprio" in Afghanistan - siamo in quei luoghi insieme ad altri 41 paesi - bensì a seguito di due risoluzioni Onu. Pertanto parlare di pace esportata con le armi è quantomeno improprio, dal momento che i nostri militari lavorano esclusivamente per quei compiti scritti nelle predette risoluzioni; difendere se stessi (andare senza armi è un suicidio annunciato e solo un pazzo lo farebbe), combattere il terrorismo e per cercare di portare sollievo alle popolazioni locali che sono alla fame. Le armi servono, come ho accennato, per difendersi dai terroristi e dai fondamentalisti (vige laggiù il nostr ocodice penale di pace, non di guerra) che, come noto ai più e a quelli che ci "sentono", in quelle terre addestrano ed esportano il "terrore" del fondamentalismo stesso in tutto il mondo. Ripeto: l'Afghanistan è una base terroristica - anche se molti fanno orecchi insistono a fare orecchi da mercante o pesce in barile che dir si voglia - che opera in tutto il mondo ed è appoggiata da Al Qaeda! Andarsene significa dargliela vinta a questi delinquenti assassini. Per certo, però, c'è una cosa da fare: non chiudere la missione, tantomeno unilateralmente - dal momento che il parlamento italiano, quasi al completo, ha sempre votato questa missione che non è, dico non è una missione di guerra, bensì ripensarla - dopo che in otto anni non son stati fatti significati passi vanti - alla luce degli ultimi cambiamenti. Necessita cioè risolvere la congenita debolezza del "leader" afghano, non solo corrotto ma incapace di "coagulare" intorno a sè le varie etnie pasthun e formare un governo di "salute nazionale", nell'interesse dellla popolazione afghana e impedrie il ritorno del precedente governo talebano. Questo problema va risolto rapidamente allo scopo di evitare che questo impegno si tramuti in una sconfitta per l'Onu stessa. Nel caso che non c'è la comune volontà di operare in tal senso, è meglio mollar tutto e tornarsene a casa. Ciao Ale, un abbraccio.. Vince^_^ - - - N.B. Questa fa al caso, Ale: circa una decina di giorni fa ho guardato "otto e mezzo" su la7 un programma sull'argomento di cui sopra ed ho notato che fra gli invitati, un certo Pino arlacchi ex ds, ora passato all'Idv, ha avuto la brillante idea di chiedere il ritiro delle truppe dall'Afghanjstan. Motivo: i talebani sono troppo forti, meglio mollare tutto!!! Inutile commentare questa sparata degna di un disfattista, minimo (lascio da parte il turpiloquio che spesso s'annovera nei discorsi del suo padroncino..) Alllora.. riporto qui di seguito il rapporto dell'Oios - organo di controllo interno dell’ONU - reso pubblico nel 2001 - che ha accertato che Pino Arlacchi - Al tempo vice e sefretario Onu - ha “governato” l’Ufficio Antidroga con una “gestione ipercentralizzata, arbitraria e poco trasparente! .. spreco di risorse.. assenza di procedura per la revisione e l’approvazione dei progetti.. assenza di controllo obiettivo di qualità.. strategia di fund raising senza prospettiva di lungo termine.. ” ecc ecc ecc. Ma Arlacchi è stato capace di ben altro: nello stesso rapporto si legge che, per quanto riguarda l’ormai famoso progetto del giro del mondo in barca contro la droga, l’OIOS ha deciso di fare una valutazione ad hoc e di rimetterla in forma riservata al Segretario generale Kofi Annan a causa della gravità dei fatti contenuti. In pratica si tratta di un “ordine di servizio” del vicesegretario dell’ONU Arlacchi con il quale, in base a motivazioni risibili, comunica che non si è tenuta la “gara d’appalto” e quindi, avendo lui stesso approvato l’idea della “crociera antidroga”, chiede che l’azione amministrativa proceda con urgenza. Insomma Arlacchi chiede che si versi subito il denaro. Questo accade perché, di tutta evidenza, non c’è un fondo da cui prelevare il denaro e quindi … Arlacchi decide che il denaro venga prelevato dal fondo “Albania Preparatory Assistance”. Naturalmente, scrive Arlacchi, i soldi saranno rimessi al loro posto nel momento in cui il progetto sarà pronto. La sintesi è che il vice segretario dell’ONU finanzia una idea, probabilmente il responsabile dell’amministrazione si rifiuta di inviare denaro senza progetto, e quindi Arlacchi dà disposizione di prendere il denaro da un fondo diciamo improprio. Alla faccia delle procedure amministrative dell’ONU. E Kofi Annan che provvedimenti ha preso nei confronti di Arlacchi? Innanzitutto tiene nel cassetto il rapporto sulla “crociera antidroga”, poi non lo licenzia, infine gli concede di terminare il proprio mandato nella pienezza dei poteri senza nemmeno un blandissimo, ma pubblico, richiamo. Però non è stato più confermato in quell'incarico.. Ecco, Ale, un altro "santo" sul carrozzone del contadino molisano. E bene ha fatto micromega (notoriamente "aguzzina" a prescindere del premier) e definire quel partito una congrega di riciclati! @_@