Creato da piccolacreaturadidio il 22/09/2007

Alla luce di Dio

canterò al mio Diletto un cantico d'Amore

AREA PERSONALE

 

LEGGENDA NATALIZIA





Un uccellino marrone divideva la stalla
a Betlemme con la Santa Famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva. notò
che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci
e tenne il fuoco vivo con il movimento
delle ali per tutta la notte, per tenere
al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con
un bel petto rosso brillante come simbolo
del suo amore per il neonato re.
Quell'uccellino oggi si chiama "pettirosso"



 

 
 

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Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo
così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi
i nostri debiti
come noi
li rimettiamo
ai nostri debitori
e non ci indurre
in tentazione
ma liberaci dal male.
Amen
 
 
 
 
 

IL RE DEL NOSTRO CUORE

 


Ave, o Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto
il frutto del tuo seno,
Gesù.
Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso
e nell'ora della nostra morte.

Amen

 
 

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Post N° 174

Post n°174 pubblicato il 25 Agosto 2008 da piccolacreaturadidio

S. Patrizia di Costantinopoli
25 Agosto

Vergine

Etimologia: Patrizia = di nobile discendenza, dal latino
Santa Patrizia discendente del grande imperatore Costantino, nacque in Costantinopoli, educata a corte dalla nutrice Aglaia, emise i voti di verginità in giovane età e per esservi fedele, fuggì dalla città perché l’imperatore Costante II (668-685) suo congiunto le aveva imposto il matrimonio.
Ella arrivò a Roma insieme ad Aglaia e altre ancelle e recatosi da papa Liberio, ricevé il velo verginale. Morto il padre, Patrizia ritornò a Costantinopoli e rinunciando ad ogni pretesa sulla corona imperiale, distribuì i suoi beni ai poveri e andò in pellegrinaggio verso la Terra Santa. Ma una terribile tempesta la fece naufragare sulle coste di Napoli e precisamente sull’isoletta di Megaride (Castel dell’Ovo), lì vi era un piccolo eremo dove purtroppo dopo brevissima malattia muore.
I funerali per celeste rivelazione della nutrice Aglaia si tengono in modo solenne con la partecipazione del vescovo, del duca della città e di tanta gente, il carro tirato da due torelli senza guida si arresta davanti al monastero di Caponapoli dei Padri basiliani, dedicato ai ss. Nicandro e Marciano, ove Patrizia in una tappa a Napoli del precedente viaggio a Roma aveva indicato come luogo dove riposerà il suo corpo, e lì rimase con le sue consorelle che l’avevano seguita e che da lei si chiameranno Patriziane o Suore di Santa Patrizia.
Il monastero, trasferiti i monaci basiliani in quello di s. Sebastiano, fu tenuto dalle suore e sotto la regola benedettina ebbe secoli di vita gloriosa. Per eventi storici e politici nel 1864 le spoglie furono traslate nel monastero di s. Gregorio Armeno, esse rivestite di cera sono contenute in un’urna pregiata d’oro e d’argento ornata di gemme, nella cappella laterale della monumentale chiesa del monastero.
La popolazione è sempre accorsa numerosa a venerarla, assistendo stupefatta al prodigio della liquefazione del sangue e della manna. La manna fu vista trasudare, come altre tombe di santi, dal sepolcro, in particolare una grande effusione si ebbe il 13 settembre di un anno fra il 1198 e il 1214. Il sangue invece sarebbe uscito miracolosamente da un alveolo di un dente che un cavaliere romano per devozione esagerata aveva strappato al corpo della santa, morta da qualche secolo.
Dente e sangue sono conservati in un reliquiario di notevole pregio. Nei vari secoli lo scioglimento del sangue è avvenuto con modalità e tempi diversi. Attualmente, dopo le preghiere si scioglie lungo le pareti dell’ampolla. Questo miracolo è meno conosciuto dell’altra liquefazione che pure avviene a Napoli, cioè quella di s. Gennaro patrono principale della città.
S. Patrizia è compatrona di Napoli. La sua festa è il 25 agosto.

 
 
 
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