Dal libro del profeta Isaia
Io sono il Signore tuo Dio
che ti tengo per la destra
e ti dico: “Non temere,
io ti vengo in aiuto”.
Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,
larva di Israele;
io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore -,
tuo redentore è il Santo di Israele.
Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova,
munita di molte punte;
tu trebbierai i monti e li stritolerai,
ridurrai i colli in pula.
Li vaglierai e il vento li porterà via,
il turbine li disperderà.
Tu, invece, gioirai nel Signore,
ti vanterai del Santo di Israele.
I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n’è,
la loro lingua è riarsa per la sete;
io, il Signore, li ascolterò;
io, Dio di Israele, non li abbandonerò.
Farò scaturire fiumi su brulle colline,
fontane in mezzo alle valli;
cambierò il deserto in un lago d’acqua,
la terra arida in sorgenti.
Pianterò cedri nel deserto,
acacie, mirti e ulivi;
porrò nella steppa cipressi,
olmi insieme con abeti;
perché vedano e sappiano,
considerino e comprendano a un tempo
che questo ha fatto la mano del Signore,
lo ha creato il Santo di Israele.
Parola di Dio
Come vivere questa Parola?
L'uomo, anche quando si ammanta di pseudo-sicurezze, è ben consapevole della propria debolezza e fragilità. Di qui la paura che lo incalza e spesso lo tiene sulle difese. Paura che venga a manca il necessario: ed ecco la corsa all'avere che misconosce gli stessi limiti della giustizia; paura di essere sopraffatti dagli altri: ed ecco la corsa al potere con il suo corollario di violenza, sopraffazioni, guerre...; paura che spinge a nascondersi, tirando su maschere; paura che inquina tutto, gli stessi rapporti tra familiari. Su questa paura scende rassicurante la Parola di Dio, la sola che la possa efficacemente radiare: "Non temere, io ti vengo in aiuto!". Se la prendessimo più sul serio! Se riuscissimo veramente a dar credito al Signore, quanto più serenamente scorrerebbero i nostri giorni! Il guaio è che, come già i nostri progenitori, non ci fidiamo pienamente neppure di Lui. Protestiamo la nostra fede, ma, all'atto pratico, non abbiamo il coraggio di abbandonarci a Dio. Siamo pronti a chiedergli ragione del suo agire, protestiamo perché le cose non vanno secondo i nostri parametri e tentiamo di "vedercela" da soli per far fronte alle nostre inquietudini. Poi ricorriamo dallo psicologo perché ci tiri fuori dalla depressione in cui siamo piombati. Senza nulla togliere al supporto umano ed evitando di cadere in forme di fideismo, perché non tornare ad affondare le radici nel terreno stabile della Sua Parola? Perché non afferrarci alla mano che Egli ci tende? È a me, a noi, uomini e donne di oggi, che Egli torna a ripetere: "Non temere!". Vivere il Natale è prendere sul serio questo invito, è credere nel suo amore forte e potente, è gettare in Lui ogni paura.
"Tu mi scruti e mi consci, Signore", fin nelle pieghe più recondite del mio cuore. Snida tu, le paure che vi si nascondono e fa' che io poggi unicamente sulla roccia salda del tuo amore.
La voce di una testimone
Non temiamo il Signore. Siamo cadute nelle sue mani. Ma sono mani dolcissime, che guidano verso una strada d'amore e di pace. E noi, se saremo docili nelle Sue mani, non saremo mai, nemmeno per un soffio, abbandonate.
Benedetta Bianchi Porro
La voce di una santa dei nostri giorni
Una cosa Gesù mi chiede: che io mi appoggi a Lui; che in Lui e solo in Lui io ponga la mia completa fiducia; che mi abbandoni a Lui senza riserve. Anche quando tutto va male e mi sento come una nave senza bussola, mi devo dare completamente a Lui. Mai, mai, mai il Signore ci abbandonerà, se avremo fede in Lui e porremo in Lui la nostra fiducia.
Madre Teresa di Calcutta
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