Mail di meditazione
Post n°246 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da piccolacreaturadidio
- Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”. Parola del Signore
- Come vivere questa Parola?
La gioia della novità cristiana è legata a una realtà costantemente da approfondire: l'unione del cuore, della vita a Gesù: lo sposo. Ecco, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno, cioè si preoccupano di cose da aggiungere alla vita, come se fossero queste aggiunte ad onorare Dio, a dare pienezza alla vita. Invece in Gesù è la sua vita stessa che diventa sacrificio di pura offerta al Padre. "Nei giorni della sua vita terrena - leggiamo oggi nella lettera agli Ebrei - offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime". Non è stata un'esistenza facile quella di Gesù. Però ciò che ha vissuto e sofferto, giorno dietro giorno, e soprattutto nella Passione, Lui non ha esitato a offrirlo. Senza aggiunte ritualistiche, ma con la forza della preghiera, dentro il proprio dramma trasfigurato dalla consegna offertoriale al Padre, solo per amore. La novità: "vino" nuziale "nuovo", che necessariamente richiede di essere messo in "otri nuovi", cioè in strutture e modi d'essere sempre rinnovati, sta qui. Non è il molto "fare", ma l'autentico "essere" offerto e consegnato a Dio con tutto l'amore insieme a Gesù, sposo della nostra vita. Questo è ciò che conta e fa nuovo il mio cuore e il mondo dove vivo.
- La voce di un grande monaco da poco mancato
"Dialogare sempre meglio con le altre confessioni cristiane, imparare a cogliere le opportunità e la grazia feconda che ci viene dalle nuove realtà di evangelizzazione. Ci è richiesta un'umiltà autentica per guardare con l'occhio sempre nuovo della dinamica dell'Incarnazione. Benedetto Calati
- San Bassiano Vescovo
- Nato a Siracusa verso il 320 da Sergio, prefetto della città, fu mandato a Roma per completarvi gli studi. Qui, convertito alla religione cristiana da un sacerdote di nome Giordano, ricevette il battesimo. Richiamato in patria dal padre che lo voleva far apostatare, si rifugiò a Ravenna, dove fu ordinato sacerdote. Verso il 373, essendo morto il vescovo di Lodi, fu scelto a succedergli. Bassiano fece edificare una chiesa dedicata ai Santi Apostoli, consacrandola nel 380 alla presenza di sant'Ambrogio di Milano e di san Felice di Como, e che piu tardi prese il suo nome. Partecipò nel 381 al concilio di Aquileia e, probabilmente, nel 390 a quello di Milano, nel quale fu condannato Gioviniano. La sua firma si trova insieme con quella di sant'Ambrogio nella lettera sinodica inviata al papa Siricio. Nel 397 assisté alla morte e ai funerali dello stesso sant'Ambrogio, del quale era amico. Morì nel 409, forse il 19 febbraio, giorno in cui se ne celebra la festa, e fu sepolto nella sua cattedrale. Nel 1158, quando i milanesi distrussero Lodi, le sue reliquie furono portate a Milano, dove rimasero fino al 1163, anno in cui tornarono a Lodi ricostruita dal Barbarossa. (Avvenire)
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