Creato da piccolacreaturadidio il 22/09/2007

Alla luce di Dio

canterò al mio Diletto un cantico d'Amore

AREA PERSONALE

 

LEGGENDA NATALIZIA





Un uccellino marrone divideva la stalla
a Betlemme con la Santa Famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva. notò
che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci
e tenne il fuoco vivo con il movimento
delle ali per tutta la notte, per tenere
al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con
un bel petto rosso brillante come simbolo
del suo amore per il neonato re.
Quell'uccellino oggi si chiama "pettirosso"



 

 
 

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Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo
così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi
i nostri debiti
come noi
li rimettiamo
ai nostri debitori
e non ci indurre
in tentazione
ma liberaci dal male.
Amen
 
 
 
 
 

IL RE DEL NOSTRO CUORE

 


Ave, o Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto
il frutto del tuo seno,
Gesù.
Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso
e nell'ora della nostra morte.

Amen

 
 

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« meditazione del giornolettera di padre Livio »

meditazione del giorno

Post n°299 pubblicato il 13 Marzo 2009 da piccolacreaturadidio

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò.
Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono.
Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero.
Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?”. Gli rispondono: “Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo”.
E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: ‘‘La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri’’? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”.
Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

 Parola del Signore

Gesù parla in Parabole perché se ci dicesse apertamente la verità, non sapremo accoglierla. Attraverso la Parabola Gesù giunge a una conclusione e la fa dire a noi stessi. Senza renderci conto affermiamo quella Verità dapprima rifiutata. E' quello che è capitato anche ai sacerdoti e farisei che ascoltavano Gesù: "I sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro..." E' difficile accettare la verità, accettare di aver sbagliato, accettare di ricominciare tutto di nuovo.
Anche noi siamo come i sacerdoti e i farisei al tempo di Gesù, ma ecco che la Quaresima è questo tempo privilegiato per allenarci a fare "centro" nella nostra vita. Un tempo privilegiato per non sbagliare obiettivo, per non sbagliare la meta. Se siamo incamminati su strade che ci portano fuori dal messaggio evangelico, possiamo ritornare al "centro", senza mancare l'obiettivo.
Chi da bambino non ha giocato al tiro al bersaglio... Quante volte abbiamo provato e riprovato per riuscire a fare "centro". La vita potremmo considerarla un grande tiro al bersaglio, un allenamento continuo a fare centro. Ma, attenzione! Il Centro deve essere Gesù, la sua Parola, la sua vita... Raccogliamo quella pietra che abbiamo scartato perché pensavamo inservibile, riprendiamo Gesù nella nostra vita, riprendiamo la sua Parola e mettiamola al "Centro" della nostra vita, della nostra giornata, della nostra esistenza... Ritroviamo la gioia di "fare Centro"; con Lui si può e non ci deluderà.

Santa Fina di San Gimignano Vergine San Gimignano, 1238 - 12 marzo 1253

Nata nel 1238 da due nobili decaduti di San Gimignano, Iosefina (Fina) mori giovanissima, 15enne, nel 1253. Colpita a dieci anni da una grave malattia che la immobilizzò, fu esempio di vita cristiana per chi la visitava. Il dolore della santa fu aumentato, oltretutto, dalla morte della madre. Al momento del trapasso di Fina le campane della città suonarono senza che nessuno le azionasse, narra il suo biografo, il domenicano Giovanni del Coppo, attento più alla devozione che alla storia. Il culto si diffuse subito anche per i molti miracoli avvenuti sulla tomba. Dichiarata patrona della cittadina toscana, in suo onore fu costruito un ospedale. Nel 1457 il Consiglio del Popolo decise la realizzazione di una splendida cappella nella collegiata. (Avvenire)

 
 
 
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DIVINA MISERICORDIA

 

L'IMPOSSIBILE VIVERE

 

RICHIESTA DI PREGHIERE

Carissimi che visitate questo spazietto, se volete e ne avete bisogno, lasciate un messaggio con la vostra intenzione di preghiera; noi saremo felici di unirci a voi.


 
ringraziamo il Signore per il dono della vita


 

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