Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà”.
Parola del Signore
Come vivere questa Parola?
Torniamo al discorso di addio dell'ultima cena. L'atmosfera è carica di emozione. C'è qualcosa di misterioso e sacro nell'aria del cenacolo. Come avviene prima di una partenza definitiva, in ogni testamento, Gesù sente di avere ancora molte cose da dire ai suoi. Ma sa che, per ora, non sono in grado di capirle. Tutte queste cose, infatti, riguardano la Verità, che è lui stesso, la sua vita di Figlio di Dio. Il traguardo è lontano e difficile. Lo stesso Consolatore, che il Maestro promette ai discepoli, procederà per gradi e soltanto " a poco a poco" li farà pervenire alla " verità tutta intera". Sarà necessaria una pedagogia attenta e paziente, che ripeterà lo stesso annunzio di Gesù e lo illuminerà di fronte a sguardi divenuti più acuti e capaci di sopportarne la luce. Infatti, la possibilità che questo mistero di un Dio incarnato, morto e risorto, entri nella realtà quotidiana sarà garantita solo dallo Spirito Santo. Egli non aggiungerà niente a quanto già detto da Gesù; renderà efficace e più chiara la sua azione.
Oggi, in una cultura del pensiero debole, dei maestri del dubbio, il Gesù storico opera ancora nel sacramento di salvezza della Chiesa. "I sacramenti, l'annuncio continuo della Parola di Dio sono strumenti che non fanno altro che continuare questa storia di amore, sempre uguale e sempre nuova: come tutte le storie di amore. La Chiesa è via di salvezza per la santità di alcuni grandi personaggi e di tanti operatori della quotidianità e del servizio umile". Tutti noi possiamo quindi affidarci alla promessa dello Spirito e sperare di giungere alla Verità, benché rimanga sempre qualche elemento misterioso, che solo potremo comprendere pienamente quando vedremo Dio "faccia a faccia". E' quel relativismo cristiano che ci rende gentili, umili, desiderosi di conoscere l'Amore nella semplicità della vita e nel rispetto dell'altro.
Conducimi tu, luce gentile nel buio che mi stringe, la notte è scura, la casa lontana, conducimi tu, luce gentile. Tu guida i miei passi. Non chiedo di vedere assai lontano, mi basta un passo, solo il primo passo, conducimi avanti, luce gentile.
La voce di un vescovo contemporaneo
Gesù sembra non voler terminare di parlare ai discepoli. Siamo ormai al termine della cena e dice: "Ancora molte cose ho da dirvi, ma non potete portarne il peso, per ora". Non c'è rimprovero in queste parole. Del resto li aveva scelti personalmente e ne conosceva bene i limiti. E quella sera non lo nasconde: li ritiene ancora incapaci di portare il peso del Vangelo. Gesù però non ha bisogno di sapienti, non è in cerca di potenti e di forti a cui affidare la sua missione. Anzi, sembra fare il contrario. La sua parola, infatti, non è una dottrina alta o un'ideologia complessa che solo pochi sono in grado di comprendere e di approfondire. La sua "dottrina" è un'energia che riempie il cuore e trasforma la vita, e che tutti possono accogliere e vivere.
Mons. Vincenzo Paglia
San Bernardino da Siena Sacerdote 20 maggio - Memoria Facoltativa |
Massa Marittima, Grosseto, 8 settembre - L'Aquila, 20 maggio 1444 Canonizzato nel 1450, cioè a soli sei anni dalla morte, era nato nel 1380 a Massa Marittima, dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi. Rimasto orfano dei genitori in giovane età fu allevato a Siena da due zie. Frequentò lo Studio senese fino a ventidue anni, quando vestì l'abito francescano. In seno all'ordine divenne uno dei principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti. Banditore della devozione al santo nome di Gesù, ne faceva incidere il monogramma «YHS» su tavolette di legno, che dava a baciare al pubblico al termine delle prediche. Stenografati con un metodo di sua invenzione da un discepolo, i discorsi in volgare di Bernardino sono giunte fino a noi. Aveva parole durissime per quanti «rinnegano Iddio per un capo d'aglio» e per «le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero». Anche dopo la sua morte, avvenuta alla città dell'Aquila, nel 1444, Bernardino continuò la sua opera di pacificazione. Era infatti giunto morente in questa città e non poté tenervi il corso di prediche che si era prefisso. Persistendo le lotte tra le opposte fazioni, il suo corpo dentro la bara cominciò a versare sangue e il flusso si arrestò soltanto quando i cittadini dell'Aquila si rappacificarono. (Avvenire) |
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