Creato da piccolacreaturadidio il 22/09/2007

Alla luce di Dio

canterò al mio Diletto un cantico d'Amore

AREA PERSONALE

 

LEGGENDA NATALIZIA





Un uccellino marrone divideva la stalla
a Betlemme con la Santa Famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva. notò
che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci
e tenne il fuoco vivo con il movimento
delle ali per tutta la notte, per tenere
al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con
un bel petto rosso brillante come simbolo
del suo amore per il neonato re.
Quell'uccellino oggi si chiama "pettirosso"



 

 
 

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Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo
così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi
i nostri debiti
come noi
li rimettiamo
ai nostri debitori
e non ci indurre
in tentazione
ma liberaci dal male.
Amen
 
 
 
 
 

IL RE DEL NOSTRO CUORE

 


Ave, o Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto
il frutto del tuo seno,
Gesù.
Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso
e nell'ora della nostra morte.

Amen

 
 

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meditazione del giorno

Post n°374 pubblicato il 28 Settembre 2009 da piccolacreaturadidio

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Parola del Signore

Come vivere questa Parola?
Il vangelo odierno ci mostra gli apostoli impegnati in un'accesa discussione: Chi di loro è il più grande? Gesù sembra esserne tenuto fuori, ma "conosce i pensieri del loro cuore", ed eccolo compiere un gesto trasgressivo per un "rabbì". Prende un fanciullo e se lo mette vicino. Un giorno i due figli di Zebedeo chiederanno questo privilegio e Gesù risponderà che "sedere alla sua destra o alla sua sinistra è per coloro per i quali è stato preparato" (Mc 10,40). L'insolito gesto mostra ora chi ne sia il fortunato destinatario: colui che conserva un cuore di bambino. Fuori di ogni poesia, il bimbo è colui che dipende totalmente dagli altri. L'affidarsi all'adulto è per lui una necessità vitale. Siamo, quindi, dinanzi a un gesto che va molto oltre a un'espressione di tenerezza: Il bambino è l'immagine dell'uomo colto nella sua creaturalità, nel suo essere in una relazione di dipendenza dal Creatore. Proprio ciò che il peccato tende a negare. La stessa discussione degli apostoli lo mette in luce: non si vuole sottostare a nessuno. Si cerca in ogni modo di primeggiare, di affermarsi. Farsi come bambini non vuol dire, allora, cadere in forme di infantilismo, ma riconoscere ed accettare la propria dipendenza da Dio e interdipendenza tra noi. Viene così ad emer-gere la nostra vera immagine che, per volontà di Dio, coincide con la sua. Sì, siamo "immagine di Dio". È questa la nostra vera grandezza. Ma l'immagine è tutta relativa a Colui che essa riproduce. Voler eliminare questo fondamentale rapporto è vanificare la stessa immagine. E non è qui, in fondo, la radice del nostro disagio esistenziale?

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno
Come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l'anima mia.


La voce di un Dottore della Chiesa
Quando leggo certi trattati spirituali nei quali la perfezione viene rappresentata attraverso tante intricate difficoltà, il mio spirito non tarda a stancarsi. Prendo allora in mano
la Sacra Scrittura. E tutto mi diventa luminoso: vedo che basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia del buon Dio
S.Teresa di Gesù Bambino

 

Santi Lorenzo Ruiz di Manila e 15 compagni 

† Nagasaki, 1633-37

Nella prima metà del secolo XVII (1633-1637) sedici martiri, Lorenzo Ruiz e i suoi compagni, versarono il loro sangue per amore di Cristo nella città di Nagasaki in Giappone. Questa gloriosa schiera di appartenenti o associati all'Ordine di san Domenico, conta nove presbiteri, due religiosi fratelli, due vergini consacrate e tre laici fra cui il filippino Lorenzo Ruiz, padre di famiglia (m. 29 settembre 1637). Invitti missionari del Vangelo tutti quanti, pur di diversa età e condizione, contribuirono a diffondere la fede di Cristo nelle Isole Filippine, a Formosa e nell'Arcipelago Giapponese. Testimoniando mirabilmente la universalità della religione cristiana e confermando con la vita e con la morte l'annunzio del Vangelo, essi sparsero abbondantemente il seme della futura comunità ecclesiale. Giovanni Paolo II ha beatificato questi gloriosi martiri il 18 febbraio 1981 a Manila (Filippine) e li ha iscritti nel catalogo dei santi il 18 ottobre 1987. (Mess. Rom.)

 
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