Alla luce di Dio
canterò al mio Diletto un cantico d'Amore
AREA PERSONALE
LEGGENDA NATALIZIA
a Betlemme con la Santa Famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva. notò
che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci
e tenne il fuoco vivo con il movimento
delle ali per tutta la notte, per tenere
al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con
un bel petto rosso brillante come simbolo
del suo amore per il neonato re.
Quell'uccellino oggi si chiama "pettirosso"
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IL RE DEL NOSTRO CUORE
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« Beata Giulia Salzano | meditazione del giorno » |
Buon inizio di settimana a tutti
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore
Come vivere questa Parola?
Una delle grandi malattie d'oggi è la smania di accumulare cose, soldi, macchine, roba, tutto quello che l'ipermercato ci fa credere sia necessario per essere felici, per essere persone "realizzate". Gesù, invece, ci dice proprio l'opposto. A che vale tutto questo se perdiamo di vista quello che davvero è necessario?: "Essere ricco negli occhi di Dio". Il Signore non ci ha regalato la vita per sprecarla nell'ammassare beni, per incentrarci su noi stessi. Questo non e' il progetto di vita che Dio, nel suo grande amore, ha previsto per noi. Non e' questa la ricchezza che i suoi occhi cercano in noi. Tutt'altro!
E' una vera stoltezza pensare di bastare a noi stessi, sicuri di poter fare tutto quello che pensiamo. Agendo cosi, restringiamo la vita, mettendola in una scatola egocentrica e chiusa, che soffoca l'esistenza e la immiserisce.
Gesù c'insegna, con le sue parole e con la sua vita, che la nostra vera felicità sta nell'umile servizio, nell'arricchirci davanti a Dio con una vita donata a lui e al prossimo. Quando abbiamo il necessario per vivere, il sovrappiù ci da l'opportunità di assicurare che anche gli altri possono avere il necessario per vivere. In un mondo in cui tanti popoli non hanno neanche di che mangiare, non possiamo restare nell'indifferenza, ammassando sempre di più cose inutili. Una vita sobria, essenziale, semplice è una vita gradita a Dio, è una vita che apre i nostri cuori ai fratelli bisognosi.
Sarete giudicati sull’ amore
Un testimone di oggi
Chi accumula ricchezze solo per sé non ha compreso né l'intenzione di Gesù né il mistero della vita umana che è delimitata dalla morte.
Anselm Grün
Santa Laura di Cordova Martire 19 ottobre |
Sec. IX Sarebbe stata una monaca del monastero di Santa Maria di Cuteclara, vicino Cordova in Spagna, di cui nell'856 divenne badessa. Nel «Martyrologium hispanicum» si narra che durante l'occupazione musulmana rifiutò di abiurare la propria fede cristiana: condotta davanti ad un giudice islamico, fu processata e condannata a morire in un bagno di pece bollente. Dopo tre ore di atroci dolori, diede la sua anima a Dio. Era l'anno 864. A dispetto delle scarne notizie che si sanno, il culto per la martire Laura ebbe grande espansione e il suo nome è molto diffuso in tutta Europa. Molti studiosi fanno derivare Laura dal latino «laurus», cioè alloro, pianta sacra ad Apollo e simbolo di sapienza e gloria. Ai tempi dei romani comunque era più facile trovare Laurentia che Laura. Il significato lo si fa risalire al serto di alloro con cui venivano incoronati i vincitori di varie gare. Nei secoli successivi, con il serto sulla testa, si sono raffigurati i poeti e i sapienti. Ancora oggi chi completa il ciclo di studi è detto «laureato». (Avvenire) |
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L'IMPOSSIBILE VIVERE
1O E LODE
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