Creato da destraitaliana il 29/01/2007

ALTAFORTE

Informazione Non Conforme

 

 

« VITTIME DELLA SHOAH, II ...DOPO IL REICH »

PRODI E L' IMPERIALISMO BANCARIO

Post n°828 pubblicato il 05 Maggio 2007 da destraitaliana
 

immaginePerché l’attacco di Monti: il regno che vuole Prodi e’ un tradimento dell’Impero

Caro Direttore, leggo una notizia evidentemente “disturbante” e seminascosta nei quotidiani. A seguito dell’operazione Telecom, l’ex commissario europeo Mario Monti ha tuonato contro il governo occulto delle banche e la politicizzazione dell'economia. Come mai questo attacco a Prodi e al suo amico il banchiere Bazoli? Che cosa sta accadendo? I poteri forti si sono forse spaccati oppure è soltanto una finzione?

Lettera firmata da Corinaldo (Ancona)

Caro amico, mi sembra che Lei abbia colto una questione centrale. Evidentemente voi di Corinaldo capite le cose più di altri. Come ha anticipato il nostro Italian Outloook la scorsa settimana, il Presidente del consiglio in carica si è creato un vero partito economico e si sospetta che vi sia persino un asse segreto con Zapatero. La cosa era tollerata in certi ambienti fin quando questo partito era limitato alla banda della vecchia sinistra Dc e alla piattaforma di potere creatasi tra Prodi e il banchiere cattolico anti-Vaticano Bazoli (quello che si era ingrassato mangiandosi l’Ambrosiano del povero Roberto Calvi).

Ma l’operazione Telecom ha fatto saltare certi equilibri: ormai la galassia prodiana è cresciuta troppo invadendo il terreno delle banche laiche dei vecchi poteri forti italiani, coinvolgendo innanzitutto Mediobanca e persino Generali (imparentata con Lazard). Così l’ex commissario europeo Mario Monti ha denunciato questa "anomalia": ha segnalato a chi di dovere che in Italia le banche sono sfuggite ai sacri principi del globalismo mettendosi al servizio privato di un certo Prodi. Le banche sono il potere mondiale. Sono loro che guidano la politica degli Stati e non viceversa: non possono mettersi al servizio di un gruppo politico di parte.
In Italia Prodi è stato per 30 anni un autorevole referente della galassia di interessi bancari e industriali in gran parte extra nazionali, facente capo alla fine ai soliti Rothschild. Soltanto perché era il servitore di questi poteri, il Professore di Bologna è stato scelto nel 1996 come leader dell’Ulivo incaricato di le privatizzazioni. Altrimenti perché proprio lui? Perché gli stessi ex comunisti, così bisognosi di comprensione internazionale, avrebbero dovuto cedere il comando a uno sconosciuto manager dello Stato italiano rimasto disoccupato dopo lo scioglimento dell’IRI?

Continua qui COMEDONCHISCIOTTE

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

TAG

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 
immagine

Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. Bisogna che il poeta si prodichi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! poichè abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente. Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria. Noi canteremo le locomotive dall'ampio petto, il volo scivolante degli areoplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo.

 

 

immagine

Luigi Ciavardini, ex militante dei Nuclei Armati Rivoluzionari, è stato dunque condannato a 30 anni di carcere dalla Corte d'Appello sezione minori del Tribunale di Bologna. Questa condanna risulta essere, senza mezzi termini, una dichiarazione di guerra preventiva a quella parte degli Italiani non allineata all'interno dei vecchi schemi di cui il Sistema rappresenta la sintesi. All'epoca dei fatti Luigi Ciavardini aveva soltanto 17 anni ed è accusato di avere trasportato fino alla stazione di Bologna l'esplosivo responsabile della morte di 85 persone e del ferimento di altre 200. Quella strage è tuttora il più grave atto sanguinario dell'Italia nata dalla resistenza. Un massacro spaventoso che ha chiuso un decennio di piccole e grandi sconvolgimenti politici e sociali. La strage di Bologna ha sepolto sotto una coltre di morte gli anni più caldi della storia d'Italia. Ma quella strage è servita, soprattutto, a mettere fuorigioco un'intera generazione di Camerati Rivoluzionari che negli Anni 70 ha imposto fieramente la propria presenza nelle piazze di tutto il Paese. Le indagini sono andate da subito in un'unica direzione, quella dell'eversione neofascista. Un intero ambiente è stato criminalizzato e fatto a pezzi dalla meschina paura dei mercanti del Sistema. Terza Posizione è stata smantellata in seguito a questa inchiesta, mentre la storia dei Nar ha avuto un tragico epilogo di sangue ed ergastoli. Si finge di credere a questa pista unicamente per togliere di mezzo lo spettro di una nuova Rivoluzione Nazionale che con il tempo stava prendendo terreno. Francesca Romana Mambro e Valerio 'Giusva' Fioravanti vennero indicati come gli esecutori materiale, tesi che neppure eccellenti nemici politici hanno tuttora il coraggio di sostenere. A Bologna non si è fatta Giustizia. A Bologna non si è cercata Giustizia.

LUIGI LIBERO!

 
 

FACEBOOK

 
 

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963