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Post n°8 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da altreLettere
Il giorno che la incontrò era il giorno dei desideri appagati, quando l’anima si è posto in pace ed i bambini hanno scartato i doni e l’albero adorno e pieno di luci, finalmente riposa. Il giorno che la incontrò era il giorno dei desideri delusi, di quanti, i più pochi, non han trovato un solo pacchetto ad aspettarli e han contemplato il vuoto che s’erano fatti attorno. O che attorno s’erano trovati. Il girono che la incontrò era una notte,di quelle fredde dove l’aria arrossa le gote al par d’una carezza inattesa. Furono poche le parole intinte dentro gli sguardi. Il silenzio avvolgeva la piccola città che dormiva. Ora capiterà ad ognuno di attraversare il silenzio, quello delle cose mute, quando tutto lì attorno tace. Ma quello era un silenzio differente. Mentre il mondo taceva parlavano gli occhi., o le mani, e volerlo sentire bene, il cuore. In silenzio scesero la piccola via che conduceva al porto. In silenzio abbracciarono la prima volta le loro dita. Un sorriso, uno scambio di sguardi. Bevvero in silenzio da una sola tazza per riscaldarsi quando giunti al molo si fermarono a guardar le stelle. Luci nel cielo. E fu lei., la ragazza ad indicar per prima la loro stella polare. E fu indicandola come una via che si voltò verso lui che la guardava e chiese un bacio con voce sommessa. Lui la baciò e il cielo dischiuse i primi segni. Fu uno scambio di labbra, di bocche, e lì fu il primo travaso di cuore. In quell’attimo in cui tutti gli attimi paiono terminare e soltanto uno è l’attimo che decidi che possa restare. Fu un germogliar di parole e di respiri e di carezze mescolate ancora ai baci che rimandavano al altre parole ed altre cazze e ancora ai baci, come in un cerchio che nessuno vuole spezzare. Poco distante dal molo, ancorata stava una nave. Camminarono a passi brevi verso la scaletta che portava sul ponte maestro. Sulle gomene lasciate arrotolate furono ancora le labbra rinsaldate a danzare abbracciate sotto il cielo fattosi d’improvviso buio. Perché nulla in quella notte poteva brillare oltre agli occhi di lei che per lui illuminavano ormai il Creato. Scesero nella cabina del Comandante e nel profumo di legni, e nel dondolare quieto del mare, unirono la pelle a cuore in ogni sua declinazione. Attimi che segnano il tempo, forse Il Dono insperato, quello che ti spalanca il cuore, che non avresti detto e che pure hai trovato. Attimi che graffiano il cuore e lì si piantano dentro, che non vorresti, ma che non puoi che chiamare Amore. |
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